È la vicenda di un poeta che non vuole morire, che cerca in tutti i modi di contrapporre il proprio ‘istinto d’amore’ alla morte in quanto un dualismo perenne. Lo spettacolo è dedicato a Carmelo Bene, di cui cerca di seguirne la traccia drammaturgica a titolo stilistico e d’ispirazione. La citazione non ci soddisfa, collocandoci nella nutrita schiera dei detrattori dell’attore, personaggio artisticamente sublime, ma umanamente inqualificabile. Quel che conta è che il giovane Daniele Fedeli riesca a comunicare al pubblico il proprio messaggio poetico, che in tempi di gretto pragmatismo non è cosa di poco conto. Il testo di questo lavoro risulta interessante; la regia fantasiosa e ricca di idee. Una rappresentazione in cui poter leggere tra le righe, a prima vista eccessivamente enfatiche sin quasi all’astrattezza, il tentativo dell’artista-uomo di farsi tramite divino per riuscire a sconfiggere la morte. Con infinita purezza d’animo e d’intento. Interessante.
La Compagnia degli Innamorati Erranti
di Mario Fedeli
Regia di Mario Fedeli, Manuela Mosè, Daniele Fedeli
Con Daniele Fedeli, Manuela Mosè