Si tratta di un atto unico di Diego Mongardini che incrocia molti temi di attualità: la violenza sulle donne, l’omosessualità, la fecondazione eterologa, le coppie di fatto. La rappresentazione è forte, espressiva, sopra le righe, poiché è soprattutto un copione di solidarietà femminile, in cui quattro amiche individuano uno stupratore - definito “il senza pelle” in quanto privo di emozioni, passioni e sentimenti - ponendo in atto una loro strategia estrema per eliminarlo fisicamente. Le forzature recitative colpiscono il pubblico: i toni sono assoluti, gli atteggiamenti radicali, dando quasi l’impressione di una teorizzazione della reattività. Ma poi si scopre che ciò è solamente un effetto cercato e voluto dall’autore e regista, il quale, attraverso determinati canoni interpretativi intende provocare volutamente il pubblico, al fine di innescare una effettiva reazione di sdegno e liberare la collettività da quell’assuefazione amorale che ci conduce, troppo spesso, a giudicare il prossimo attraverso apparenze superficiali e insignificanti. Quelle apparenze che ci portano a scoprire, con ingenuo stupore, come determinati ‘mostri’ non siano affatto dei disadattati che vivono ai margini della società, bensì persone a prima vista normalissime, con una vita privata irreprensibile, caratterizzati da un razionalismo comportamentale tanto perfetto quanto ingannevole: quello dei ‘senza pelle’, appunto. O, se vogliamo, dei ‘lupi’ travestiti da ‘agnelli’. Tematiche decisamente attuali, insomma, anche se in più di qualche ‘passo’ forte rimane l’impressione di qualche ‘forzatura’ eccessiva, che potrebbe essere ‘smussata’ senza far perdere rigore al testo. Acerbo.
Scritto e diretto da Diego Mongardini. Con: Roberto Fossi Torri, Nicole Petrelli, Beatrice De Sanctis, Marina Benetti, Francesca Pampanini, Diego Mongardini