Si tratta di una rappresentazione di ‘teatro-danza’ tra le più interessanti di quest’edizione del Roma Fringe Festival 2015. In particolar modo, per l’ottima regia di Gianni Licata e la sua versatile capacità di riuscire a utilizzare al meglio le grandi potenzialità di spazio del parco di Castel Sant’Angelo. Buone anche le coreografie e le continue idee messe in scena dall’intero gruppo della compagnia ‘Theatrico’, innanzi a un pubblico che finisce col ritrovarsi di fronte a un vero e proprio ‘vulcano’ in eruzione. Infine i contenuti, coraggiosi e dissacranti, presentati dal testo di Fabio Filosofi del Ferro, che ci presentano una modernità televisiva capace di stravolgere il messaggio evangelico, generando una realtà fangosa e infernale, che utilizza le problematiche del singolo individuo solamente per il gusto di metterle ‘in vetrina’, lasciando irrisolta ogni cosa. Un Gesù-donna che rimane schiacciato dalla sua stessa croce, ovvero da una concezione apologetica, ritualista, puramente simbolica della religione, sentenzia la vittoria definitiva di ogni ‘doppia morale’ all’interno di una società che sbanda paurosamente da un eccesso all’altro, in nome di una concezione che non è né liberale, né confessionale, né religiosa, né laica, bensì si limita a imporre la dittatura della mera immagine, dell’intrattenimento che diviene puro esibizionismo. Una deriva diabolica che non si limita a stravolgere il messaggio evangelico, ma pone al primo posto il consumo, persino quello dell’Io individuale, attraverso il meccanismo della messa ‘in piazza’ di tutto ciò che è privato, facendo saltare ogni distinzione ‘liberale’ tra ciò che è notizia d’interesse pubblico e ciò che, invece, avrebbe tutto il diritto di rimanere nella sfera personale del singolo individuo. Una ‘società-pseudo’ - dunque completamente priva d’identità - che si trasforma in una ‘gara di spogliarello’ tra ansie, miserie e frustrazioni. Una società che non solo si rivela autoritaria, ma tradisce persino se stessa, poiché punta unicamente a ‘raccattare’ i suoi maledetti ‘30 danari’. 33 è dunque la denuncia lucidissima di una società ormai totalmente priva scrupoli, princìpi e valori, che nutre profonda antipatia nei confronti della cultura, storicista, filosofica, religiosa o umanista che sia. Tutto ciò non genera solamente un’interpretazione distorta della ‘metànoia’ cristiana, ma fomenta un mondo arso da integrismi e fondamentalismi: una vera e propria “terza guerra mondiale” in cui religioni e credenze collettive vengono utilizzate come ‘mantelli’ ideologici, finalizzati a schiacciare ogni valore di solidarietà, giustizia e fratellanza tra gli esseri umani. Le religioni sono diventate, esse stesse, i principali strumenti di guerra dell’Anticristo, ben deciso ad annientare ogni valore di umanità e ogni spirito di sacrificio, al fine di imporre una finzione che ‘salta’ la Storia stessa a piè pari. Non ci può essere emulazione dell’innocenza di Cristo, poiché sono proprio le religioni a condannarci alla più plumbea colpevolezza, alla divaricazione sfacciata tra norma e prassi, tra ciò che è prescritto e comportamento concreto. Il risultato finale non poteva essere altro che uno spettacolo splendido, che trasmette pienamente il lungo lavoro di generosa riflessione di Gianni Licata, candidandolo direttamente al premio per la miglior regia di questa edizione del Roma Fringe Festival.
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Palco A - 21 giugno h. 20,30 - 22 giugno h. 22,00 - 23 giugno h. 23,30
Lo spettacolo mette in scena la forza del messaggio cristiano in quattro quadri: le parole dell’ultima cena, i pensieri sulla guerra e sulla solidarietà in uno scenario distorto. I fedeli, spesso incapaci di comprendere fino in fondo le parole della loro guida, ne tradiscono il messaggio rivoluzionario.
Un’opera techno-pop in cui il teatro e la danza si uniscono per rivelare uno scenario, infernale e desolante, in cui emergono costantemente le contraddizioni tra il viver quotidiano e le tensioni spirituali dell’individuo.
Regia: Gianni Licata - Autore: Fabio Filosofi del Ferro
Interpreti: Massimo De Filippis, Diego Deidda, Eleonora de Longis, Fabio Filosofi del Ferro, Francesca Frascà, Daniel Plat, Raffaella Zappalà - Compagnia Theatrica
GENERE: teatro danza