La droga è una regina potente, capace di manipolare le menti delle persone, una dea che rende la vita una finzione. Lo spettacolo di teatro sociale di ricerca, Drug Queen, racconta metaforicamente le due vite sofferte di Marilyn Monroe e Andy Warhol: esempi di esseri d’arte annientati da questo male silenzioso. È il dramma esistenziale della fama, la droga come “sostanza depravata” che esalta il mondo e costringe gli esseri umani a una decadenza morale. La parola d’ordine è “vendere”: vendere il proprio corpo, la propria arte, al fine di cercare il senso della vita. In un epoca in cui l’umanità è vista come una massa ostinata e vuota, la denuncia che la Compagnia Gruppo Ygramul - Associazione Culturale Lucidi Manierati vuole far arrivare al pubblico riguarda il vivere nel mondo della dipendenza, in cui si cerca assiduamente il senso della realtà, di capire come vivere in un mondo corrotto e scellerato, nel quale il pensare passa in secondo piano, cosicché l’inganno invisibile della ricerca dell’arte diventi l’unico segreto che possa salvificare il genere umano. L’interpretazione di Vania Castelfranchi e Valentina Greco, con l’aiuto di una voce fuori campo e un interessante gioco di luci, permette di vivere appieno quella lotta immortale data dall’esaltazione e dalla dannazione che deriva dall’uso di sostanze stupefacenti e degli allucinogeni. La regia di Vania Castelfranchi e la drammaturgia di Emmanuele Rossi hanno cercato di mettere in scena un'idea di realtà ‘nera’, vissuta da due icone di questo mondo ingannevole e mercificatore, portando lo spettatore a riflettere sul tema della scelta: “Essere padrona della propria vita o rimanere una stella”?. Andy e Marilyn sono alla ricerca dell’immortalità, ma non grazie all’arte e al talento, bensì con l’esaltazione delle loro opere destinate a un consumismo malato, in cui prevale un successo determinato da un vuoto cosmico. Un successo visto anch’esso come droga, in quanto ricerca di gloria effimera. Sono fondamentalmente questi i contenuti rappresentati dai due interpreti in maniera vorticosa e convulsa, proprio per far arrivare al pubblico quell’illusione data dal successo della ribalta. ”I dubbi sono figli di noia e caos” afferma la voce fuori campo, proprio per trasmettere quell senso di indifferenza sociale che caratterizza l’esistenza moderna. A nessuno importa quanto vivi ma come lo fai. Lo spettacolo ha la pretesa di essere simbolo di una realtà quotidiana e contemporanea, la quale è ulteriormente degenerata rispetto agli anni ’60 del secolo scorso. Lungo, contorto e un po’ criptico.
Drug Queen
Palco B - 2 giugno h. 22,00 - 3 giugno h. 20,30 - 5 giugno h. 23,30
Droga è una Regina potente dal regno senza confini: uomini e donne di ogni tempo sono il popolo di Sua Maestà nutrito con illusioni e speranze oltre ogni umano sentire. Marilyn è una ragazza che disperatamente desidera il mondo di Hollywood. L’infida regina le mostra la strada da percorrere: l’ammaliante bellezza che la giovane attrice possiede è la vera e sola risorsa in cui dovrà confidare. Andy è un uomo ambizioso che cerca la grande arte con cui affermarsi. Droga lo spinge a trovare l’esaltazione delle proprie opere nel consumismo delle masse, in un susseguirsi di continue provocazioni. È il racconto spietato del potere che la droga esercita sulle persone, duello senza tempo; una fiaba nera in grado di risucchiare lo spettatore in un vortice di esaltazione e dannazione.
Regia: Vania Castelfranchi - Interpreti: Vania Castelfranchi, Valentina Greco
Scene: Domenico Latronico - Drammaturgia: Emmanuele Rossi
Compagnia Gruppo Ygramul - Associazione Culturale Ludici Manierati
GENERE: teatro sociale di ricerca