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21 Novembre 2024

Immota Manet - resta immobile

di Silvia Mattina
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Immota Manet - resta immobile

'Parlami d'amore Mariù tutta la mia vita sei tu...',  è l'incipit della canzone Parlami d'amore Mariù di Cesare Andrea Bixio, cantanta e interpretata in apertura dello spettacolo Immota Manet dal protagonista, Luigi Guerrieri. La potenza della bellezza dolce e malinconica di questi versi è resa con un timbro estremamente ritmico dall'interprete, che spiazza lo spettatore cantanto e ballando da vero showman. Un ritornello che si ripeterà spesso anche all'interno dello stesso racconto a  impreziosire e rafforzare il senso di una narrazione atipica di ciò che la terra dona all'uomo per poi riprendersi senza appuntamento e senza preavviso. 'Come fai a raccontare un terremoto'? E' questa la domanda che il protagonista lascia cadere nel vuoto, proprio a voler marcare il confine tra la dubbia autenticità cronicistica e la relatività di una realtà composta di tante piccole storie di vittime dall'anonimo dolore. Tra il serio e il faceto, il reale e l'immaginario, il motto virgiliano è associato a nostalgici conservatori del vino rosso, delle feste di paese e del ballo e a poeti dignitosamente e stoicamente attaccati ai resti di una casa ormai fantasma. Una grande prova attoriale per Luigi Guerrieri, che riesce a creare un legame simbiotico tra il teatro e il movimento al fine di comunicare le testimonianze storiche. Di rilevanza espressiva è la rievocazione degli attimi infiniti di chi ha vissuto il terremoto: Luigi si trasforma in un mimo che immerso in un 'silenzio assordante' riproduce, spostandosi da una parte all'altra del palco, le ipotetiche posizioni assunte dagli aquilani per proteggersi dai crolli delle loro abitazioni (sotto la sedia, rannicchiato sul pavimento, etc.). L'armonica danza di Guerrieri non sfocia mai nella retorica del compianto e della compassione ma nel ricordo nostalgico delle proprie origini. L'attore accompagna lo spettatore attraverso il ritmo di un linguaggio mai scontato, disvelando un primitivismo immune da sterili sentimentalismi mediatici e politici.
 Più che di narrazione si deve parlare di sensibile visione.


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Immota Manet - resta immobile
Palco C - 8 giugno 23,30 - 9 giugno h. 20,30 - 12 giugno h. 22,00

A L’aquila la poesia fiorisce sui muri diroccati, i poeti vivono nelle auto, davanti alle macerie delle loro case. Le anziane vestite a lutto si battono il petto piangendo, mentre nulla assomiglia più a come era prima: case, cose, persone, sembra che persino la memoria abbia perso i propri connotati. Un uomo dall’altra parte dell’Europa, nello spazio immaginario della sua città natale, ne racconta il terremoto. Il nostro uomo riporta un racconto anonimo e collettivo, risultato dell’ascolto di testimonianze e poesie, della sua distanza e delle bugie che si racconta, che ci racconta. È una storia formata da tante altre piccole storie ascoltate, raccontate, inventate, vissute oppure mai accadute. Una narrazione che gravita intorno a personaggi e anonimi, intorno al terremoto e alla città dell’Aquila.

Di e con Luigi Guerrieri - Occhio esterno: Samuel Müller - Aiuto alla drammaturgia: Balàzs Várnai
Aiuto alla ricerca: Beatrice Vollaro - Consulenza storytelling: Kientéga Pingdéwindé Gérard (KPG)
Musiche originali: Marco Merli - Compagnia we were monkeys
GENERE: teatro di movimento e di narrazione


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
EDITORE: Compact edizioni divisione di Phoenix associazione culturale