Un buon testo teatrale, che prende emblematicamente spunto dalla riunione preparatoria di una conferenza per dire, indirettamente e secondo i canoni del teatro dell’assurdo, molte altre cose. I tre personaggi in scena - il Conferenziere, Donnina e suo figlio Francisco - intessono una lunga discussione sul discorso da presentare in pubblico. E subito emergono una serie di giudizi reciproci tra i tre protagonisti, in merito ai loro diversi gradi di professionalità e affidabilità personale. I contenuti emergono chiaramente, pur tra qualche ‘balbettamento’ degli attori: il maschilismo del Conferenziere nei riguardi di Donnina (che non a caso possiede questo nome, quasi a voler identificare una tipologia di donna che frequenta determinati ambienti lavorativi…); lo scontro generazionale tra Francisco e il vecchio ‘affabulatore’, che tuttavia rimane positivamente colpito dalle novità che il giovane cerca di introdurre nel lavoro; il possessivismo materno di Donnina, timorosa nei confronti del ragazzo sin quasi a essere lei a trasmetterne, di riflesso, un’immagine da ‘bamboccione’. La vicenda si conclude con una sintesi finale di Donnina, che comunque dimostra di saper ormai mettere a frutto quelle capacità di sintesi, sviluppate nel corso della sua lunga esperienza lavorativa, in contrasto con la verbosità retorica di tante ‘vecchie zavorre’ e l’irruenza, alle volte irrazionale, dei giovani. I quali tendono a occupare il ruolo o a voler rimpiazzare i genitori, anziché decidersi a combattere l’inamovibilità di tanti, ormai imbolsiti, dirigenti. Idee e contenuti ci sono tutti: attenzione a qualche ‘incespicamento’ di troppo.
La conferenza
Palco C - 14 giugno h. 22,00 - 17 giugno h. 23,30 - 19 giugno h. 20,30
Una vicenda curiosa e a tratti paradossale, che unisce ironia e quotidianità. I tre protagonisti rappresentano figure comiche, ma anche capaci di suscitare non pochi spunti di riflessione. Il Conferenziere, Donnina e Francisco sono infatti legati da rapporti (e rancori) in cui si fondono passato e presente. Dialoghi e situazioni al limite del paradosso faranno scoprire quanto di vero, falso e possessivo s’intreccia nell’originale terzetto, vivo sul palcoscenico. Una provocazione, una storia qualunque, ma emblematica, acuta e grottesca, in grado di far riflettere sul surrealismo della nostra esistenza.
Regia: Claudio Jankowski - Aiuto regia: Isabella Ripoli
Interpreti: Alessia Carbonaro, Davide Poggioni, Stefano Roselli
Scene e costumi: Francesca Garofalo - Trucco: Accademia di trucco professionale
Musiche: Marco Raoul Marini
Organizzazione: Isabella Ripoli - Compagnia Teatro Studio Jankowski
GENERE: teatro dell’assurdo