Luca Trezza si muove solitario sul palco, facendoci sorridere per la surrealtà della nostra vita sociale. L’approccio è drammatico, ma la surrealtà è pienamente presente in quanto realtà oggettiva. E’ vero: il modo in cui l’attore ci presenta il suo dialogo in ‘chat’ per riuscire a rimorchiare una ragazza e ottenere un appuntamento, è a dir poco originale, se non brillante. Ma è anche l’unico momento ‘leggero’ all’interno di un ‘delirio’ decisamente drammatico, in cui Trezza, che di questo testo è anche autore, urla con dolorosa consapevolezza il degrado e il disagio psicologico e sociale dei nostri giorni. E con piena ragione. L’irrazionale sfocia nel razionale, trasformandosi in un’analisi ‘fredda’ delle tante, troppe, incongruenze e contraddizioni, all’interno di una società che puoi solo rovesciare per rimetterla in piedi e darle, finalmente, un senso: per riuscire a trovare quel ‘filo rosso’ di collegamento logico tra ‘significante’ e ‘significato’.Un collegamento che, alla fine, proprio non esiste. Uno spettacolo di non semplice lettura, ma pienamente motivato.
www.testamento.eacapo
Palco C - 21 giugno h. 20,30 - 22 giugno h. 22,00 - 25 giugno h. 23,30
Un testamento per trapanarsi l’anima con suggestione e ironia. Un mettere un punto e ripartire. Morire e rinascere in 60 minuti. Il tutto con molta ‘emoticon’.
Dialoghi da chat e lettura lirica. Per costruire la trama, l’intreccio, il viaggio. Un uomo ha un appuntamento con una ‘X’, un appuntamento da chat, sopra un ponte. Mentre attende, ecco l’infanzia: i mamma-papà, i nonsense, le canzoni, i gatti e le falene sui lampioni. Un delirare. Come un urlo, una lamentazione. Un ‘faccia libro’ di questo tempo.
Scritto diretto e interpretato da Luca Trezza
Compagnia Formiche di vetro- Teatro
GENERE: dramma surreale