La compagnia ‘Pescibanana’ porta in scena al Roma Fringe Festival 2016 la storia di due amici dalle personalità completamente diverse, in antitesi tra loro. Antonio (Claudio Caporizzo) e Sabatino (Pierfrancesco Scannavino) sono infatti legati da una profonda amicizia e, per vari motivi, convivono sotto lo stesso tetto. Antonio è uno scrittore superficiale, spesso inaffidabile, con un ego adolescenziale che, tuttavia, lo rende un ‘vincente’, anche se incapace di mantenere relazioni a lungo termine. Sabatino è un depresso, sfiduciato, tradito e abbandonato dalla moglie, vive in una condizione di schiavitù costante proprio per quella fragilità che lo domina. La sua insicurezza si percepisce anche da quel voler perfezionare a tutti i costi la lingua inglese con una miriade di corsi di aggiornamento. Rassegnato a essere considerato uno ‘zerbino’, si lascia esistere tra sensi di colpa continui, ansie e paure. E’ in questo contrasto tra i due personaggi che emergono le caratteristiche di entrambi, tanto che i dialoghi prendono una carica comica con un ritmo piacevole, fatto di battute divertenti e giochi identitari che si rivelano come delle improbabili sedute ipnotiche. Claudio Caporizzo è abile nel catturare l’attenzione degli spettatori, entra nel ruolo facendo emergere l’esuberanza del carattere di Antonio, incarnando il ‘dongiovanni’ che ripete a tutte le donne che incontra le stesse cose. Nel suo modo di agire e col suo parlare ‘ruspante’ è racchiusa una gestualità mai banale o scontata, attenta e precisa, ben studiata. Pierfrancesco Scannavino, per parte sua, non è da meno: la fisicità della sua interpretazione è perfettamente in opposizione a quelle dell’amico. La ‘coppia’ sul palco funziona, perché c’è intesa. E la convivenza forzata tra i due si rivela un percorso di esplorazione e conoscenza, dove ogni certezza viene messa in discussione. Se, in alcuni passaggi, tutto sembra sfiorare l’assurdo, poi alla fine ci si rende conto che tutto questo fa parte della dimensione umana e dei suoi limiti e che i ‘dejà-vu’ che si alternano sono un processo necessario per portare alla redenzione le identità dei due ragazzi. Insomma, con un’ironia equilibrata e una recitazione brillante, i due attori riescono a delineare i caratteri dei due personaggi, tracciando un vero e proprio confronto che arriva a diversi spunti di riflessione sulla vita e la sua complessità. Se Antonio si fa 'specchio' delle turbe di Sabatino, assorbendo nell’ascolto il peso delle sue frustrazioni, il secondo risveglia nell’amico la consapevolezza di una sicurezza, in realtà, artefatta. La commedia, scritta e diretta dall’eccellente Sara Caldana, evidenzia risvolti psicologici corretti, che denotano l’indicaizone di fondo dello spettacolo. Da un fitto scambio di pensieri, emozioni, esperienze nasce una sorta di purificazione delle esistenze. Dalla riflessione interiore, prende forma una nuova coscienza, frutto di una rielaborazione che riesce a mantenere in equilibrio i personaggi in scena. Una storia semplice di uomini che, in fondo, potrebbe appartenere a chiunque. Introspettivo.
PALCO C 29/8 ore 23.10 – 30/8 ore 19.30 – 1/9 ore 21.20