Il Roma Fringe Festival 2016 apre la sua ‘rassegna-contest’ con questo ‘Guardate il pazzo’, della compagnia ‘I cani sciolti’. Un tentativo di attualizzare la figura di Gesù domandandosi come verrebbe trattato, oggi, il Re dei Giudei. L’autore non ha del tutto torto nel pensare che Egli verrebbe considerato, fondamentalmente, un pazzo da rinchiudere in un manicomio. Tuttavia, non sempre da una ‘buona idea’ sorge un’analisi convincente. L’approccio scenico ‘sfocia’ in una religiosità esasperata. I corpi degli attori sono utilizzati intelligentemente per comunicare messaggi significativi, ma alcune esagerazioni ‘convulsive’ tendono a rappresentare alcune forme di possessione diabolica più vicine al genere horror de ‘L’esorcista’ di William Friedkin, piuttosto che al campo delle ‘adduzioni’ e dei condizionamenti psicologici. Sono presenti alcuni tentativi di 'revisionismo', incompleti e un po’ astratti, come per esempio il richiamo a Maria Maddalena, moglie di Gesù e alla figlia Sara che la ‘Regina dei popoli’ avrebbe avuto da lui. Ma poi si prosegue a richiamare in causa quella vocazione ‘mistico-messianica’ che, invece, non ha riguardato affatto la vita del figliolo del falegname di Nazareth. In sostanza, il Cristo ‘greco-ellenista’ continua a dominare la scena rispetto alle vicende del vero Gesù ebraico, che cercò di porre la propria questione ‘dinastica’, dunque pienamente politica, di fronte ai romani e al loro impero basato sulla crudeltà delle armi e sulla violenza della guerra. La chiave di lettura, dunque, si appiattisce sul moralismo: l’umanità viene considerata secondo un pregiudizio che neanche sfiora il tema di una religiosità che insiste nel voler colpevolizzare tutti, uomini o donne che siano. Forse incosapevolmente, ‘Guardate il pazzo’ sembra essere un tentativo di aggirare la ‘favola teologico-religiosa’ inventata da San Paolo utilizzando la religione stessa, che invece andrebbe definitivamente espulsa dalla vicenda. La quale, anche in questo caso, ‘salta’ la Storia a ‘piè pari’. Alcune buone idee sono senz’altro presenti, ma appaiono sviluppate secondo una visione eccessivamente soggettiva. Artistico.