‘Da Otello’, liberamente tratto dalla tragedia 'shakespeariana', viene messo in scena dagli allievi della ‘Stap Brancaccio’ di Roma. Scritta e diretta da Lorenzo Caldarozzi, Alberto Fumagalli, Alice Hardouin Bertini, Federico Gatti, Francesco Massaro e Silvia Parasiliti Collazzo, la rappresentazione vive su un ritmo dinamico. Al Roma Fringe Festival 2017 assistiamo, dunque, a una riscrittura sagace e ironica dell’opera. Le azioni si svolgono in una cucina, che rappresenta Cipro, all’interno della quale gli attori si muovono con dimestichezza, animando il palco con precise e puntuali movenze, oltre che giocare con dialoghi scorrevoli e ritmati. La pièce, sebbene subisca molti cambi di scena, risulta comunque equilibrata e vivace, poiché gli attori sfruttano lo spazio a tutto tondo. Iago, Otello, Desdemona, Emilia, Rodrigo e Michele Cassio, sono precisamente un padrone di un ristorante e dei cuochi che tramano per il ruolo di primo chef. La trama inviolata, infatti, rimane come sottotesto, mentre il copione subisce una rivisitazione gradevole. Allo spettatore è dato sapere di inganni, intrighi, gelosie e innamoramenti, ma laddove l'autore scrive di sentimenti passionali, struggenti e tormentati, qui taluni stati d'animo ed emozioni sembrano essere rappresentati dai nomi dei piatti più prelibati. Divertenti i riferimenti alle fiabe più conosciute, quali Cenerentola, Biancaneve e i sette nani, Peter Pan e Pollicino, che si uniscono ad alcuni accenni di opere dello stesso Shakespeare. Interessante, ribadiamo, il lavoro sul corpo, facendo sì che il dinamismo reso divenga efficace. Alice Hardouin Bertini, nei panni della protagonista, vanta una mimica facciale rilevante e la tenuta di voce di tutti e sei gli interpreti è ottima. Le azioni costanti sono supportate dal ritmo della narrazione. I suoni, a volte, vengono prodotti tamburellando sulle pentole appese a una griglia sullo sfondo, mentre la musica classica accompagna i momenti non recitati. Instancabile.
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