Come affrontare temi delicati come la discriminazione e l’ipocrisia nei confronti dei paraplegici con sensibilità, ma senza cadere nella stucchevole pedanteria? Matteo Nicoletta e Massimiliano Aceti, autori dello spettacolo ‘La rivoluzione delle sedie’, presentato al Roma Fringe Festival 2017, hanno scelto la strada del teatro comico e surreale. E’ una performance che strappa più di una risata, ma lo fa con intelligenza, finendo per sollevare diversi spunti di riflessione. Protagonisti della pièce, diretta da Barbara Alesse, sono Luca e Matteo: il primo è capo del personale dei supermercati Eurospin, mentre il secondo è un cassiere disabile, costretto sulla sedia a rotelle. Di fronte alla richiesta, provocatoriamente assurda, di Matteo, ovvero di poter ottenere un ‘girello’ che gli permetterebbe di lavorare in piedi come gli altri dipendenti, Luca cerca in un primo momento di essere comprensivo. E’ l’ipocrisia del normodotato, che dietro la gentilezza maschera la discriminazione. La situazione degenera quando l’insolenza e arroganza del cassiere sfociano nella violenza fisica, alla quale Luca risponde. Ne consegue un ribaltamento dei ruoli: Matteo viene nominato direttore, mentre Luca finisce a lavorare in magazzino. Qui fa la conoscenza del capo magazziniere, un italiano di colore interpretato da Federico Lima Roque. Quest’ultimo, per il dirigente decaduto, diviene lo strumento col quale riottenere il proprio ruolo all’interno dell’azienda. Facendo leva sui pregiudizi nei confronti delle persone di colore, Luca cerca di manipolare il magazziniere, affinché questi provochi Matteo. Il tentativo fallisce e avrà conseguenze drammatiche. Unico vincitore è Matteo, che come tutti gli esseri umani è capace di compiere gesti dettati da cattiveria e premeditazione. I luoghi comuni riguardanti i comportamenti nei confronti dei disabili e degli immigrati sono parte essenziale del testo, ma proprio attraverso il fare comico e surreale vengono ribaltati dal punto di vista del significato. Si finisce per mettere alla gogna l’atteggiamento discriminatorio e l’ipocrisia dettata dal perbenismo e dall’inutile senso di colpa che, ogni giorno, porta il normodotato ad avere un finto occhio di riguardo nei confronti dei disabili. Una satira pungente, aderente a un linguaggio umoristico tipicamente romano che, figlio della tradizione, mostra punti di contatto col teatro di Ascanio Celestini. L’intesa tra gli attori è ottima, il ritmo incalzante. ‘La rivoluzione delle sedie’ è uno spettacolo ben costruito e diretto. Esilarante e riflessivo.