Il monologo di Federica Castellano ha il pregio di trasportarci in un angolo di tempo a metà tra il reale e l’evanescente. Un mondo fatto di ricordi riaffiora sul palco attraverso le parole e le danze di quel personaggio misterioso e, a tratti, malinconico che è Maria Padilha. Cantante di cabaret, ma anche donna abile nelle arti magiche. Dal Brasile, rievocato attraverso le musiche, alla Spagna della corte castigliana, è un andirivieni costruito coi ricordi del personaggio che si anima di voglia di vivere quando è lontano da casa, dalle sue radici (il Brasile) che probabilmente la legano al profondo misticismo di cui quel Paese è intriso e che qui sottilmente viene percepito a tratti. Via dai suoi luoghi di origine, l’artista si lascia attrarre dal peccato e da una frivolezza che sembra domare, transitando da un’avventura a un’altra, amorosa e non. In realtà, anche una donna libera come lei inciampa nell’amore, che tenta di conquistare con la magìa. La conclusione, però, sembra significare che Maria appartiene solo a se stessa, quasi ci fosse una condanna per chi, come lei, ha scelto la notte per vivere e oggi non le restano che i ricordi. Malinconico, evocativo, a tratti naïf.
Maria Padilha, rainha do cabaret
La compagnie de l’hydre (Bruxelles)
di: Federica Castellano
regia di: Federica Castellano
genere: performance art
”Vero o falso, sono io!”, Maria Padilha avvolta da un tessuto rosso, danzando e volteggiando, danza attraverso i suoi ricordi ricostruendo quello che era il suo cabaret, di cui era la regina. Vestita di rosso e di nero, seduta alla tavola di un bar beveva e cantava e viveva di allegria, donna incantevole e signora della magia. E’ nel cabaret che Maria Padilha conquista la sua libertàˆ. Maria Padilha non è di nessuno, appartiene a se stessa.
In scena: Palco C alle 19.30 mercoledì 6 settembre, 22.30 giovedì 7 settembre, 19.30 venerdì 8 settembre