Oscar Wilde è stato, oltre che un geniale scrittore, anche uno scandaloso protagonista del suo tempo. Genio a parte, alcuni suoi ambigui comportamenti scuotevano l’opinione pubblica, marciando contro la morale inglese e la legge, che vietava agli uomini rapporti tra loro. Il monologo, recitato da Mariagrazia Torbidoni, ripercorre i momenti salienti della vita dell’artista irlandese, sottolineandone i pregi - la sua estrema intelligenza, con cui sfidava i benpensanti dell’epoca – e i difetti – intesi come quelli che l’etica dell’Inghilterra di fine ottocento gli riconosceva. L’inizio è frizzante, poi un’aura di severità cala sul palcoscenico. Il momento del processo a Oscar W è quello in cui si dà prova della pochezza di vedute degli inglesi, che non riescono ad analizzare, giudicare e interiorizzare un personaggio le cui gesta lo rendono un vero ‘radicale ante litteram’. L’unica sua colpa non fu tanto l’aver amato un uomo, quanto l’essersi voluto esporre all’Inghilterra e ai suoi metri di giudizio 'finto-perbenisti'. Questo è il merito del monologo che, a tratti, è brillante e ben recitato: se si ricalibrassero i tempi di durata potrebbe diventare una piccola ‘perla’. Nel complesso è un buon lavoro, che merita la visione di un pubblico attento al sottotesto.
Oscar W
Virgolatreperiodico (Roma)
di: Andrea Onori, Mariagrazia Torbidoni
regia di: Andrea Onori
genere: monologo
Partire da Wilde per mettere in scena Wilde. Il tutto nelle mani di una sola attrice che, in un susseguirsi di scambi tra persona e personaggio, dà vita ad una scena spesso fatta di ribaltamenti e trasformazioni, dove anche il tempo e lo spazio non seguono necessariamente le regole della logica, affidandosi piuttosto al fascino dell’immaginazione e del gioco teatrale.
In scena: Palco C: 22.30 mercoledì 6 settembre, 19.30 giovedì 7 settembre, 22.30 venerdì 8 settembre