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23 Novembre 2024

Apnea: la più giovane delle Parche

di Liliana Manetti
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Apnea: la più giovane delle Parche

Tre donne con storie simili eppure molto differenti, alle prese con le difficoltà della gioventù femminile che diviene adulta

Apnea è uno spettacolo proveniente da Aosta di Verdiana Vono, interpretato da Alice Corni, Elisa Zanotto e Maria Chiara Caneparo, per la regia di Stefania Tagliaferri. Un lavoro della compagnia teatrale ‘Palenoide’, impegnata nella messa in scena di drammaturgie originali di prosa o di teatro per ragazzi. Un teatro che si autodefinisce “della cura”, che vuole “rimarginare le ferite” delle giovani generazioni, alle prese con le proprie esperienze. Lo spettacolo è stato selezionato dall’Ordine degli psicologi di Aosta per la Giornata nazionale della psicologia 2017 e dall’Ordine degli psicologi di Trento per la Giornata nazionale della psicologia 2018. Il tutto si svolge in bagno: un luogo surreale, in cui la leggerezza delle giovani ragazze che vanno a condividere, per puro caso, lo stesso appartamento si contrappone alle profondità dell’apnea nella stessa vasca da bagno color fucsia. Anche il motivo per cui stanno sempre in bagno è surreale: in camera è entrato un pipistrello e dormono, quindi, nel bagno tutte insieme, vivendoci. Il gabinetto è senz’altro un luogo confidenziale per le donne. Qui, infatti, le ragazApnea_3.jpgze si mettono a nudo con le loro esistenze strampalate: Versilia ha uno studio dentistico e vuole riempire la sua esistenza di cose nuove; Souvenir ha ereditato una concessionaria, ma a volte vorrebbe essere una barista; Narcisa, l’ultima arrivata come coinquilina, cambia identità quando si confronta con l’altro sesso. Versilia è la più giovane e la più insicura: le dà fastidio che si rimarchi la sua giovane età e la sua voglia di non fissare, da subito, dei legami. In ogni caso, tutte e tre sono accomunate dalla stessa voglia di farcela, di non mollare, di crescere e di migliorare. Si nomina Cloto, la più giovane delle Parche nella mitologia greca, per dare uno sfondo marino alla loro nuova stanza e giustificare l’apnea che attraversa tutto il testo teatrale. L’idea di fondo non è banale e vuol’essere un monito per le giovani generazioni a navigare sott’acqua senza mai perdere la rotta, anche se a volte tutto appare difficile. Un’idea originale, quindi, anche se lo spettacolo risulta, a volte, lento e dalle luci un po’ spente, tranne che per i colori lanciati alla fine dello spettacolo, come il verde speranza: la speranza di farcela. Indubbiamente, colpisce il quadro d’insieme che viene comunicato in scena: una situazione quasi da ‘Friends’, la serie televisiva nota in tutto il mondo, anche se indirizzata criticamente a ricordarci una fase particolare della vita di molte giovani ragazze. Una nostalgia che ci ha rammentato i primi anni di università, o le prime esperienze di autonomia al di fuori dei nuclei familiari di provenienza. Una fase della vita graziosa da ricordare, anche se immersa nelle preoccupazioni per il futuro, in una società che, sin dagli anni ’90 del secolo scorso, ha provveduto a mantenere a ‘bagnomaria’ le generazioni più giovani. Una condizione sottovalutata, carica di retaggi ‘statici’ e un po’ ansiogeni, che ancora oggi opprimono tanti giovani da ogni lato, poiché psicologicamente costretti a una lunga fase, appunto, di apnea. Una tematica poco trattata sotto il profilo psicologico, soprattutto sul versante femminile. Repentino il passaggio verso la conclusione, probabilmente dovuto all’esigenza di ridurre la messa in scena alle tempistiche previste dal regolamento. Intermittente.

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NELLA FOTO, DA SINISTRA: ELISA ZANOTTO, MARIA CHIARA CANEPARO E ALICE CORNI

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