Un testo reso attuale da una mancanza di valori civili e sociali che ci inducono a concludere come, dalla fine degli anni '60 del secolo scorso, poco o nulla sia cambiato nella società siciliana
Anche quest’anno, il Roma Fringe Festival propone, dal 7 al 28 gennaio 2019, interessanti e suggestive perfomances teatrali. Nello spazio de ‘La Pelanda’, presso l’ex Mattatoio di Testaccio, è stato presentato, nella prima settimana di competizione ‘La felicità’: uno spettacolo prodotto della compagnia ‘Madè’ di Catania e messo in scena da Nicola Alberto Orofino, interpretato da Roberta Amato, Giorgia Boscarino e Luana Toscano. Le 3 attrici siciliane rievocano l’atteggiamento della società catanese degli anni ’60. Roberta Amato è intenta nel capare i fagiolini mentre il marito, assente, non le fa mancare nulla, persino la carne in scatola pubblicizzata in tv. Un nulla che si concretizza, appunto, nel televisore, nel frigorifero, nella macchina, nella lavatrice, nella cabina al mare, nel cibo che, comunque, va cucinato. Ed è tutta qui, ‘La felicità’. Giorgia Boscarino, la bionda con la rivista ‘Noi Donne’, sposata con un costruttore, sente i virgulti del femminismo che l’attraggono verso gli affetti sostitutivi e le carezze che le mancano. Ed ecco qui, un’altra volta, ‘La felicità’. Luana Toscano, infine, madre putativa del bambino nato di 4 chili e mezzo e diventato subito orfano alla nascita, dedita alla casa e allo stiraggio perfetto delle camicie del maschio di casa e al santissimo rosario, che va praticato tutte le sere. E anche questa è ‘La felicità’. Catania e Siracusa in un equilibrio perfetto, alla fine degli anni ’60, sull'onda lunga del 'boom' economico. Non è la malevolenza che aiuta a crescere, ma il confronto ‘buono’ tra l’interpretazione di un tempo passato rapportato alla mancanza di felicità dei nostri giorni. Ed è proprio questo confronto, ciò che rende attuale il testo di Orofino: la presa d’atto di un mondo che, in fondo, non è cambiato quasi per niente. L’assenza di felicità delle tre donne siciliane non è diventata nient’altro che la nostra attuale infelicità, per l’assenza dei valori morali e civili, per il crollo degli affetti familiari e sociali, per l’indifferenza della politica nei confronti delle nuove generazioni, alla ricerca della loro strada. Può forse nascere ‘La felicità’ nel cuore di questa fredda, sterile, arida società? Per intanto, la città “cresce, si allarga, s'allonga, si stira come un pane in pasta…”. Un testo di rilievo. Bravissime le attrici.
QUI SOPRA, DA SINISTRA A DESTRA: ROBERTA AMATO, GIORGIA BOSCARINO E LUANA TOSCANO
LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO DI ANTONIO PARRINELLO
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