Il gaucho è una figura, una entità che non si piega alle regole della società: un’anarchia vissuta con naturalezza, un’adesione istintiva alla libertà assoluta dove non esistono vincoli se non quelli imposti dalla natura e dal proprio destino
Il gaucho incarna l’anima della pampa argentina: un uomo libero, selvaggio, indomabile, che non si lascia catturare da nulla se non dalla passione di un amore. Vaga da taberna a taberna sempre in sella al suo cavallo, sfidando il sole ardente e la pioggia battente. Protetto dal suo lungo poncho, affronta ogni condizione atmosferica con la stessa impassibile determinazione, vivendo un’esistenza che è tanto una scelta, quanto un destino. Doma i cavalli, conosce i loro trucchi, come quello di gonfiare la pancia mentre si monta la sella, per poi rilasciarla per avere la cinghia più lenta. Il suo legame con l’animale è simbiotico, fatto di rispetto reciproco e di una comunicazione silenziosa. Nel passo costante della cavalcata, trova un ritmo che lo culla, che lo porta lontano, facendolo sentire come se potesse viaggiare indefinitamente, senza sforzo, senza pensieri, immerso nella vastità senza fine della pampa argentina. In questa pampa le impressioni sono rapide, intense, ma svaniscono
nel vento, dissolvendosi senza lasciare traccia. Qui, sotto un cielo immenso trapunto di stelle, la natura si fa protagonista assoluta. Quando la pioggia cade, martella il suolo con intensità e il gaucho si chiede se il poncho sarà sufficiente a proteggerlo. Poi, quando il sole riemerge tra le nuvole, la Terra sembra risorgere, profumata, carica di nuova energia. Il campo ascolta, il cielo si allarga, la luce danza sulle colline. Ed è in questo istante che il gaucho si sente rinnovato, capace di sopportare qualsiasi prova che il destino gli riservi. È un narratore nato. Il linguaggio del gaucho è un universo a sé, ricco di espressioni che riflettono la sua cultura, il suo folclore. Racconta storie attorno al fuoco, assaporando l’erba mate in una piccola zucca ornamentata d’alpaca. Incanta chi lo ascolta con racconti di avventure, pericoli e passioni brucianti. Danza la polca, un’eredità europea divenuta argentina e, nelle taberne, si lascia trasportare dal ritmo, dalla musica, dall’istinto che lo guida. Ogni movimento è un’espressione della sua natura indomita, della sua voglia di vivere senza catene. Una figura che non si piega alle regole della società: anzi, fugge da esse. Solitario amante del viaggio perpetuo, trova nella vastità dei campi il suo vero rifugio. La sua è un’anarchia vissuta con naturalezza, un’adesione istintiva alla libertà più assoluta, dove non esistono vincoli se non quelli imposti dalla natura e dal proprio destino. Così, mentre il vento sussurra tra le distese erbose e il cielo stellato veglia sulla sua solitudine, il gaucho continua il suo eterno destino. Che è, come scrive Ricardo Güiraldes: “Camminare, camminare, camminare”.
