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21 Novembre 2024

L'Aquila, la città fantasma

di Francesca Buffo
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L'Aquila, la città fantasma

Si terrà Venerdì 17 giugno 2011 alle ore 17.30 in Roma a Palazzo Valentini (sede della Provincia di Roma),  l'inaugurazione della mostra fotografica "L'Aquila. La città fantasma. Viaggio silenzioso attraverso la zona rossa" di Emiliano Iatosti , in cui verranno esposte al pubblico, per la prima volta, tutte le immagini (18 fotografie)che raccontano e descrivono quello che era il centro storico della città de L'Aquila, circa due mesi dopo il terremoto del 2009. A distanza di due anni la città è ancora in attesa dei finanziamenti per la ricostruzione. Ma gli effetti lasciati dal sisma sono ferite molto più profonde di quelle visibili nelle crepe dei palazzi e nei calcinacci sulle strade. Secondo uno studio coordinato dal Bambin Gesù di Roma, infatti, il trauma subito dai bambini abruzzesi ha lasciato tracce indelebili. Lo studio è stato condotto su 1.750 minori abruzzesi, 550 dei quali fra i 3-5 anni e 1.200 nella fascia d'età 6-14, tutti reclutati all'Aquila e nel resto della regione. Da un primo screening, con questionari compilati dai pediatri di famiglia, sono stati selezionati circa 320 bambini più a rischio, sui quali si è eseguito un approfondimento diagnostico neuropsichiatrico. I risultati dicono che il 38% di loro soffre di disturbi psicopatologici: dall'ansia ai disturbi del comportamento e dell'affettività, come umore fragile, ipervigilanza e reazioni alterate al contesto. La ricerca, promossa dall'Ordine dei camilliani, finanziata dalla Caritas ha dimostrato che la psicopatologia che segue una catastrofe è stata sottovalutata e sottostimata nella popolazione pediatrica. Dallo studio, denoinato Rainbow, emerge inoltre che la risposta al trauma varia: più il soggetto è vicino all'epicentro del sisma più é intenso il disturbo. A risentire meno dello stress traumatico sono i più piccoli grazie alla presenza di maggiori fattori di protezione e a un diverso livello di sviluppo del sistema nervoso e della coscienza al momento della tragedia. I risultati hanno permesso di dare vita a un progetto internazionale di intervento che ha già fatto esperienza sul campo dopo il terremoto in Cile.


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