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29 Aprile 2024

Missione a Lampedusa con l'Unicef

di Claudia Conte
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Una testimonianza circa la condizioni dell’isola più a sud del nostro Paese, che rappresenta anche il confine più meridionale dell’Unione europea in tema di immigrazione: un grande lavoro di allargamento e riorganizzazione del centro di accoglienza da sempre al centro di polemiche controverse

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L’hotspot dell’isola di Lampedusa è il posto più a sud in Europa destinato alla primissima accoglienza dei migranti, che sbarcano dopo un pericoloso viaggio della speranza. A prescindere da dove sarà il loro futuro, se in Italia come ‘regolari’ o altrove, perché giunti illegalmente truffati dai trafficanti, il salvataggio delle vite umane è e resta una priorità. Così come il rispetto dei diritti umani e della sicurezza delle persone ospitate. La struttura di Lampedusa mira a diventare un baluardo di umanità grazie alla collaborazione di tutti: dal Viminale all’associazione italiana della Croce Rossa, che dal giugno scorso e fino al 2025 gestirà l’hotspot, alle Forze dell’ordine e alle altre associazioni del terzo settore impegnate nell'operazione.
Andare in missione con Unicef in un luogo così complesso come l’hotspot di Lampedusa accompagnata da Paolo Rozera, ci ha dato modo di raccogliere le testimonianze dei migranti sbarcati in questi giorni, delle donne e degli uomini impegnati ogni giorno,Claudia_Lampedusa2.jpg instancabilmente, a fronteggiare l’emergenza, con il coordinamento del minitero dell’Interno. Di grande valore il lavoro congiunto delle Forze dell’ordine, della Croce Rossa italiana e del corpo delle Capitanerie di porto. In particolare, l’Unicef si sta occupando della tutela dei minori, molti dei quali arrivano qui da noi non accompagnati. Nei loro occhi tante storie di sofferenze e violenza, ma anche ianta voglia di riscatto, speranza e fiducia. Il grande problema di Lampedusa rimane indubbiamente quello rappresentato dal sovraffollamento: la struttura, infatti, era stata pensata per numeri almeno 4 volte inferiori a quelli attuali. Tuttavia, grazie a Unicef e alla Croce Rossa italiana, insieme alla prefettura di Agrigento, possiamo segnalare una buona riorganizzazione e un allargamento del centro, che lo hanno reso più vivibile, velocizzando e ‘smistando’ meglio i migranti in arrivo. Inoltre, risutano migliorate le attrezzature per dormire, il sistema di approvvigionamento di cibo e le condizioni igienico-sanitarie, che fino a qualche mese fa erano a dir poco degradanti.
Noi restiamo convinti che l’Italia e l’Unione europea possano avviare un percorso strategico pluriennale di cooperazione internazionale, in grado di attuare misure concrete per lo sviluppo dell’Africa in un quandro di Mediterraneo ‘allargato’, al fine di governare il fenomeno migratorio e sconfiggere il traffico di esseri umani. L’Italia può assumere un importante ruolo strategico in tal senso, favorendo un’operazione di stabilizzazione politica dell’Africa settentronale, sostenuta da tutti i Paesi della Ue, perché è bene ricordarlo: Lampadusa non è solo una frontiera italiana, ma anche europea.
Inoltre, come si è visto anche nella recente Conferenza internazionale su sviluppo e immigrazione tenutasi a Roma, che ha saputo porre al centro del dibatto il tema della cooperazione allo sviluppo, programmando una formazione in loco di mano d’opera specializzata, si potrebbe favorire favorire un più concreto processo di sviluppo anche per l’area subsahariana. Una sorta di 'nuovo terzomondismo' basato su processi strutturali di lunga lena, che attraverso la catena sviluppo agricolo/meccanizzazione/valorizzazione agroalimentare/industrializzazione sostenibile possa rendere il continente africano non più una terra di sfruttamento delle sue risorse minerarie, ma uno stimolo per le popolazioni locali, evitando forme di sciacallaggio neo-colonialista e favorendo l’esporstazione dei prodotti locali, in grado di aggirare il ‘cappio’ delle monoculture, che tra l’altro desertificano i terreni.
Possiamo e dobbiamo dare una speranza a queste popolazioni, non soltanto per ridurre l’immigrazione, ma per ritrovare quella ‘bussola’ tra nord e sud del mondo in grado di favorire uno sviluppo graduale e più sostenibile, garantendo anche condizioni politiche interne maggiormente stabili, senza rischi di continui ‘rovesci golpisti’, come accaduto di recente in Niger.

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QUI SOPRA: CLAUDIA CONTE CON PAOLO ROZERA DELL'UNICEF

AL CENTRO: CON IL SINDACO DI LAMPEDUSA, FILIPPO MANNINO

IN APERTURA: L'ACCOGLIENZA DELL'HOTSPOT RIORGANIZZATO DALLA CROCE ROSSA ITALIANA


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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