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24 Novembre 2024

La sconvolgente storia di Giovanna la papessa

di Giuseppe Lorin
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La sconvolgente storia di Giovanna la papessa

L’ambiguo giovane monaco – o ritenuto tale - divenuto papa tra l’853 e l’855 dopo Cristo non fu il risultato di una fugace apertura della Chiesa verso l’universo femminile, bensì una congiura di alcuni ‘vescovi-principi’, che indussero una colta ragazza anglo-tedesca a travestirsi da uomo

Prima dell’attuale basilica di San Pietro in Vaticano, tutte le attività della curia di Roma, nel rispetto delle varie sacralità da onorare - comprese le investiture e l’inaugurazione dell’evento dell’Anno Santo - avvenivano in una immensa basilica denominata ‘patriarchio’: la grande casa dei padri costruita sulla domus dell’imperatore Marco Aurelio, dove si accedeva tramite la Porta Asinaria. Attraverso di essa entrarono in Roma: Belisario nel 536 e Totila nel 546, durante la guerra greco-gotica ed Enrico IV nel 1084, nel corso della ‘sfida’ che lo contrappose a papa Gregorio VII. Nel Medioevo, la volta d'entrata in città era nota anche come ‘Porta Lateranensis’, ‘Porta de’ San Johannis Laterani’ o ‘Porta de Lateranus’.

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PORTA ASINARA 

Solo Carlo Magno, il 25 dicembre dell'anno 800 d. C. in una fredda notte invernale, venne incoronato da papa Leone III, sopra la tomba di san Pietro apostolo. Si suppone nella basilica di Costantino, sulle cui strutture venne successivmente costruita la basilica di San Pietro. Parallela alla Porta Asinara o Asinaria, così chiamata poiché da essa entravano gli asini per le vettovaglie papali, dalla parte dell’obelisco egizio più antico corrispondeva un’altra porta, che permetteva ai papi dell’epoca di arrivare a cavallo fino al barcone attraccato al portus Tiberinus, di fronte a Santa Maria in Cosmedin, la ‘decorosa’, per poi raggiungere il casino di caccia, del riposo e delle delizie del castello della Magliana. Proprio dal porticciolo sul Tevere di questo castello un giovane prete, scampato alle ingiurie dell’epoca, si imbarcò per raggiungere un’abbazia fortificata dei Conti di Segni, quella dei Santissimi Quattro Incoronati, dove si presentò con il condotto firmato e a sigillo del 'vescovo-principe' di Coblenza. La sequenza dei papi che ci riguarda in quel periodo vanno da Leone IV (846-853), Benedetto III (853-855), Johannes VIII Anglicus (856-858) e Niccolò I (858-867). Parlare oggi di Ioanne l’Anglica, giunta a Roma intorno all'850 dopo Cristo, significa voler rimuovere l’immagine di lei. Invece, si tratta della vicenda di una ragazza molto colta, strumentalizzata per fini leciti e illeciti, in quel buio periodo dell’Alto Medioevo.

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L'ABBAZIA FORTIFICATA DEI SANTISSIMI QUATTRO INCORONATI DELLA FAMIGLIA CONTI SEGNI

Alcuni storiografi dell’epoca, mancando di informazioni concrete, operarono una disinformazione e una distorsione della verità, affinché questa creatura che venne eletta papa fosse colpita dalla ‘damnatio memoriae’. È anche vero che la storia di Giovanna l’Anglica giunta fino a noi, fu scritta da coloro che la ripudiarono e venne poi narrata dagli storiografi medioevali, che sospinti dalle alte sfere del clero romano, furono costretti a cancellare la memoria di colei che, conquistando il potere spirituale e ottenendo la protezione dei grandi principi, imperatori e re che risiedevano sul territorio italiano e di Roma in particolare, aveva minato le fondamenta stesse dell’impero della Chiesa romana. E così fu. Su di lei è fiorita ogni sorta di leggenda, addirittura su come riuscisse a nascondere le sue protuberanze femminili, sulle circostanze della sua morte o sull’ubicazione della sua tomba: forse nel Tevere, forse nell’abbazia dei Conti di Segni. Quando si leggono le descrizioni che di lei ci hanno lasciato gli autori dell’impero dell’Augusto regnante, bisogna fare molta attenzione e vagliare accuratamente le numerose presunte ‘notizie’, oltre a indagare anche tra autori più neutrali o contrari al pensiero e alla critica imperiale. Di certo, la sua storia fu segnata dall’incontro con gli uomini più colti, sensibili e potenti di quel tempo, i quali, pur sedotti dal suo fascino fatto di intelligenza e cultura, riuscirono a farla eleggere papa per piegarla poi ai loro progetti politici. Ioanne Anglicus ebbe la capacità di proteggere la Chiesa, nonostante i suoi tempi. Di lei resta, ancora oggi, una memoria viva e tangibile, un’impronta indistruttibile nella storia di Roma che nessuno, nemmeno la ‘damnatio memoriae’ e lo scorrere del tempo, potrà vanificare nell’oblio. Giovanna, la papessa di Santa romana ecclesia, è figlia e vittima di quella storicità vissuta quotidianamente tra le nebbie e gli albori di quei secoli. Ella, invece, merita considerazione e richerche, per comprenderne l’unicità della cultura della quale Ioanne Anglica, l’inglese, è sì figlia, ma anche ultima rappresentante dell’Alto Medioevo. Per Medioevo in genere si intende quel periodo della Storia  compreso tra la caduta dell'impero romano d'Occidente, avvenuta nel V secolo dopo Cristo, fino ad arrivare alla fine del XV secolo. Un'epoca che risulta ulteriormente suddivisa in Alto Medioevo (V-X secolo) e Basso Medioevo (XI-XV secolo). Le date 476 d. C., anno della deposizione di Romolo Augustolo, ultimo imperatore d'Occidente, e il 1492, anno della ‘scoperta’ dell'America da parte di Cristoforo Colombo, indicano l'inizio e la fine del periodo medioevale. Si tratta di date ‘convenzionali’, poiché i passaggi da una situazione all’altra non sono mai schematici o lineari. Sia come sia, la storia di Giovanna, collocata tra l’800 e l’875 d. C. riguarda, dunque, l’Alto Medioevo. Nell’800, Carlo Magno venne incoronato imperatore dei Romani dal papa, dando inizio al Sacro Romano Impero. Nell’814, morto Carlo Magno, gli successe sul trono imperiale Ludovico il Pio (814-840). Tra l’840 e l’855 abbiamo il Regno di Lotario. Nell’849, la vittoria navale sui Saraceni per opera della Lega Campana a Ostia arginò l'avanzata musulmana e, nell’855, Ludovico divenne imperatore e re d'Italia. Gli successe, dopo un'aspra lotta, Carlo II il Calvo (875-877), già re di Francia. Secondo le leggende di allora, tra i vari papi che si sono succeduti negli anni intorno all’800, ce ne sarebbe stato uno di sesso femminile. Ciò non dipese da una temporanea apertura della Chiesa e neanche che avesse raggiunto un diverso parere sull’universo femminile: la vicenda racconta di una donna di origini germaniche, ma di educazione inglese, che possedendo una cultura molto al di sopra della media dell’epoca, venne indotta dai ‘vescovi-principi’ a scalare le gerarchie del potere ecclesiastico. Fu costretta a usare un vecchio trucco: travestirsi da uomo. Una fantasia inventata da chi voleva prendersi gioco dell’iniquo sistema papale, a discapito di questa fanciulla di Magonza, vissuta in Inghilterra. Non sono, tuttavia, solo supposizioni: Michael Habicht, un archeologo della Flinders University di Adelaide, in Australia, ha ritrovato numerose prove della sua esistenza: si tratta di antiche monete d’argento che portano il suo conio e che, quindi, testimoniano il suo passaggio reale sul soglio pontificio.

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LE ANTICHE MONETE D'ARGENTO CHE PORTANO IL CONIO DI IOHANNES VIII ANGLICUS

La papessa si era formata in Inghilterra, ma era nata a Magonza, in Germania, da una famiglia molto religiosa, in un periodo in cui molti monaci inglesi si erano riuniti in quell’area. In seguito, si era trasferita ad Atene per approfondire le sacre scritture. Grazie alla sua tenacia riuscì ad arrivare alla soglia del pontificato con il nome di Giovanni VIII detto l'Inglese, chiamato anche Johannes Anglicus. Secondo la narrazione popolare, che poi la chiamò Giovanna la papessa, ella venne uccisa crudelmente, poiché non solo si era vestita da uomo, ma non aveva neppure rispettato le consegne della castità: era rimasta, infatti, incinta. Sempre secondo la leggenda, durante il suo pontificato la papessa avrebbe stretto un legame con un giovane che le era stato affidato come segretario, il quale ben presto scoprì che si trattava di una donna. Mantenne tuttavia il segreto, poiché i due divennero amanti. Tuttavia, l’inganno fu scoperto nel peggiore dei modi: durante una processione pasquale partita dal patriarchio e conclusasi con la solenne messa della Santa Pasqua nella basilica costantiniana - l’attuale basilica di San Pietro - il cavallo che la riportava verso il patriarchio s’imbizzarrì. La caduta provocò le doglie e la papessa partorì davanti a tutti all’altezza di via dei Querceti, alle falde dell’abbazia fortificata dei Santissimi Quattro incoronati. Secondo alcuni, la ragazza morì di parto, mentre secondo altri venne assalita dalla folla e trascinata appesa a un cavallo fino a Ripa Grande, per essere poi gettata nel Tevere.

 

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