La capitale omaggia Audrey Hepburn con la mostra ‘Audrey a Roma - Esterno giorno’, ospite dell’Ara Pacis fino al 4 dicembre. 150 scatti inediti, quasi ‘rubati’ che colgono l’attrice in momenti di vita quotidiana nella città.
L’aria divertita e sbarazzina in ‘vespa’, sullo sfondo dei vicoli romani degli anni ’50 del secolo scorso: la Hollywood sul Tevere. Questa la prima immagine che viene in mente della Hepburn a Roma, una delle rappresentazioni più divertenti e significative di un’epoca: quella del film ‘Vacanze romane’. Audrey Hepburn era una donna versatile e completa, elegante e intellettuale, ironica e frizzante, timida ed estroversa, una buona madre e moglie, una delle più attive amabasciatrici dell’Unicef. In occasione del 50° anniversario di ‘Colazione da Tiffany’, la capitale celebra una delle sue cittadine più amate. Difatti, Roma non è solo il set di numerosi film girati nella città in momenti cruciali della sua carriera artistica, da ‘Vacanze romane’ e ‘Guerra e pace’ a ‘La storia di una monaca’. Roma è di più: è la città che la protegge che le permette di vivere senza essere sotto i riflettori e di essere semplicemente se stessa. Vive a Roma gli anni di vita familiare: “A pochi anni dalla fine della guerra, la mamma con quel film diventa l’icona di una ‘romanità’ diversa e sbarazzina e, quando nel 1955 rispunta in cima alla scaletta di un aereo a Ciampino, tornata per girare a Cinecittà il kolossal ‘Guerra e pace’, viene accolta come una star straniera, ma ormai romana d’adozione”. È quanto spiega il figlio Luca Dotti, uno dei curatori della mostra.
La Hollywood sul Tevere. Roma, negli anni ’50, era considerata il tempio del cinema, diviene la seconda casa di Audrey, che lascerà solo negli anni ’80. Ovviamente, i paparazzi non la lasceranno mai: 150 scatti inediti, quasi ‘rubati’ - provenienti dagli archivi di Reporters Associati, Photomasi, Istituto Luce e Kobal Collection - colgono Audrey Hepburn in momenti di vita quotidiana nella città, mentre didascalie, testi e grafica ripercorrono, nella mostra, il personale ricordo del rapporto tra Audrey e Roma. La mostra ‘Audrey a Roma - Esterno giorno’, ospite dell’Ara Pacis fino al 4 dicembre e promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale,da Audrey Hepburn Children’s Fund, da Unicef con il club ‘Amici di Audrey’ e, infine, dall’organizzazione e servizi museali Zètema Progetto Cultura, può infatti essere divisa in tre parti: la grande attrice, la donna, l’ambasciatrice dell’Unicef. Come attrice, la Hepburn iniziò la sua carriera nel 1951, ma poi decise di fermarsi con la nascita del suo secondogenito negli anni ’70, al fine di dedicarsi alla famiglia. Ricevette un Oscar e 4 nomination come migliore attrice, insieme ad altri innumerevoli premi. Nella rassegna ci sono anche alcuni abiti di scena, come il vestito indossato in ‘Colazione da Tiffany’, il film in cui espresse totalmente il suo talento: come dimenticare il lungo bacio sotto le pioggia con le note di ‘Moon river’ che paiono trasmettere allo spettatore quel senso indelebile di eternità dopo uno dei dialoghi migliori della storia del cinema con il suo partner George Peppard (Paul Varjak)?
In un video esclusivo, montato da Pier Paolo Verga e prodotto da Luchino Visconti, viene invece evidenziata la donna, con il racconto di momenti della sua vita privata, quella lontana dalle scene: l’incontro e il matrimonio con Andrea Dotti, la nascita del figlio Luca, le passeggiate in montagna, le vacanze al mare, arricchite proprio dalle foto esposte. Considerando il legame tra la vita di Audrey e la storia della moda, le immagini sono in perfetto equilibrio con gli abiti e gli accessori presenti in sala. Creazioni di Givenchy, Valentino e tanti altri, che rappresentano anche il modo di vestire di quel periodo, con abiti indossati da Audrey nella vita di tutti i giorni. Un susseguirsi di immagini che la ritraggono anche come ambasciatrice dell’Unicef nel mondo: con i bambini del Bangladesh, del Vietnam, del Sudan, dell’Etiopia, dell’America Latina e, infine, l’ultimo, in Somalia, un viaggio definito dalla stessa Audrey: “Apocalittico! Ci sono tombe ovunque: lungo la strada, sulle rive dei fiumi, vicino a ogni campo... Tombe ovunque”, riferì.
La mostra è a sostegno dell’Unicef e servirà a raccogliere fondi per il progetto di lotta alla malnutrizione infantile sostenuto dal Club Amici di Audrey per Unicef, a cui la stessa Audrey ha dedicato una parte importantissima della sua vita in qualità di Ambasciatrice di buona volontà. L'integrazione nel prezzo del biglietto, infatti, sarà interamente devoluta in beneficenza all'Unicef.