Il consueto, ma sempre apprezzatissimo, appuntamento estivo dell'Accademia tedesca, con mostre, performances e spunti di originalità non comune, si è dimostrato un evento ricco di spunti e di elevato tenore qualitativo
Si è tenuta il 20 giugno scorso l'annuale Festa dell'estate, ovvero la presentazione dei lavori dei borsisti dell'Accademia tedesca di Villa Massimo durante la loro permanenza in Roma, integrati dalla presenza dei loro colleghi delle due case di Olevano Romano. Mostre, performances, concerti di elevato tenore qualitativo e, soprattutto, spunti di originalità non comune. L'arte visiva è stata rappresentata da Cristoph Keller, con ‘Ceppo sradicato’: un vero ceppo di pino marittimo (caduto davanti al cimitero del Verano) metafora dello sradicamento che interviene nella vita delle persone costrette a lasciare il luogo d'origine. Tutt'intorno al ceppo, le foto di una misteriosa 'morìa di storni' avvenuta il 30 gennaio 2018. Thomas Baldischwyler ha invece puntato su due nuove installazioni: ‘La luce del futuro: intervista al musicista milanese Alberto Guerrini e Marx Ernst’ e un’intervista all'artista romano Pablo Echaurren. ‘Particolarissime’ di Bettina Allamoda: grandi stoffe iridescenti, sostenute da impalcature e puntelli rintracciabili in varie zone della ‘città eterna’. Jorg Heroldsi si è affidato alla grande installazione ‘Einkehren – Rom’: un titolo che allude al fenomeno piuttosto recente dei 'mendicanti/spazzini' che si dividono i marciapiedi della città, fenomeno che ha vissuto personalmente. L'architettura ha contato sui contributi di Benedict Ensche, che ha fatto una ricerca insieme al fotografo Diego Rotella sulle storie di vita che si celano dietro il complesso del Corviale, una particolare struttura residenziale che, indirettamente, influenza la vita degli inquilini. Giungiamo così alle composizioni musicali: Gordon Kampe ha trasformato il suo spazio in un box bianco, all'interno del quale la pianista Hui Ping Lan ha suonato, con grande maestria il suo brano ‘The Incredible Nightcrawler’: note che potrebbero sottolineare qualsiasi scena drammatica di un grande film, aggiungendo una coloritura di pathos difficilmente eguagliabile. Molto differente ‘Music for autosonic gong and double bass’: si tratta di un'installazione per ‘gong autosonanti’ che rimandano ad atmosfere orientali, o comunque esotiche, esaltate dalle concomitanti profonde vibrazioni del contrabbasso, affidato al bravo Daniele Roccato. Utilizziamo aggettivi gratificanti anche per Carola Obermuller, borsista di casa Baldi che ci ha deliziato con il suo ‘Pulstastung’ (Tastatura del polso, ndr), reso al meglio da Emanuele Arciuli: un brano di forte presenza, quasi fisica, che ha creato notevoli impressioni nel folto pubblico, quasi restio ad abbandonare lo spazio anche a esecuzione finita. Molto curiose le proposte dei borsisti delle arti pratiche: dall'installazione ‘Incubator Island’ di Werner Aisslinger, una grande struttura sotto forma di uno scheletro d’isola che, in tre livelli, mostra gli aspetti insostituibili della civilizzazione umana, incluso il 'leiv motiv' dell'intelligenza artificiale come valido sostituto di tutte le possibili attività umane, all’altrettanto interessante Philip Gaiber, artista visivo e borsista di casa Baldi. Al centro del suo lavoro: la sabbia. Una risorsa praticamente illimitata, che l'artista associa al ciclo di vita dell'ape muraiola e del suo nido, fatto di sabbia cementata con la saliva. Ancora un'artista di Villa Serpentara, l’originale Simone Haug, ha esposto lavori appartenenti alla serie ‘Sale e pepe’, che nasce in relazione a una collezione di tovaglie usate per un pasto delle famiglie di Olevano Romano. Infine, gli artisti della sezione letteratura: Iris Hanica, autrice di ‘Souvenir da Mosca’, un testo accattivante, in cui la Mosca di oggi si sovrappone alla città di estrazione sovietica; e Uljana Wolf con ‘Rom, einroaming’ (Roma, un roaming, ndr): un lucido e incisivo quadro della visione della nostra capitale fatta da una straniera, in cui non mancano sia spunti di un estatico stupore, sia di commenti inusuali. I due testi sono stati letti nella versione italiana dall'ottimo Lorenzo Profita. Dalle 22,30, l'esibizione del Dj Cilloman, elemento di ‘Flora protection unit’ - un collettivo di artisti vari - ha allietato il classico momento di grande ospitalità, sempre apprezzatissimo dal numerosissimo pubblico e per il quale Villa Massimo è diventata, giustamente, famosa.
LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO DI ALBERTO NOVELLI
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