Prende il via l'attesa seconda edizione di ‘Space One’: la mostra si svolgerà a Roma, il 19 marzo 2023, nella sua sede naturale, ovvero la Scuola d'Ingegneria aerospaziale della Sapienza in via Salaria 851, in Roma
Questa nostra anteprima testimonia il generoso sforzo organizzativo dello studio Ci.Co e dell’esperta Cinzia Cotellessa, nel mettere in piedi un evento, 'Space One', giunto alla sua II edizione e destinato sicuramente a perpetuarsi grazie al suo tema specifico, che nel corso del tempo ha conquistato sempre più vaste fasce di pubblico. Giova infatti considerare come, agli inizi del secolo scorso, i mezzi di locomozione fossero ancora molto limitati: ai cavalli si era aggiunta la ferrovia e stava muovendo i primi passi l'automobile. Già questo sembrava un enorme progresso, ma lo sguardo dell'umanità era rivolto verso il cielo, all'antico ‘sogno di Icaro’, mai sopito. Certo, erano state inventate le mongolfiere più di un secolo prima, ma non avevano avuto, per mille problemi connessi alla loro ingovernabilità, molto seguito e, in definitiva, un vero sviluppo: il grande desiderio, ovvero solcare il cielo come gli uccelli dirigendosi veloci e sicuri verso una meta prestabilita, senza sottostare ai capricci del vento, restava ancora lontano...
Solo inusuali scrittori, come per esempio Jules Verne, avevano avuto, nelle loro opere, l'ardire di immaginare macchine volanti, rifacendosi magari ai vecchi progetti di quel genio assoluto che fu Leonardo da Vinci. Finché... Finché due fratelli, gli americani Wright, rifacendosi proprio a quegli scritti, non riuscirono a realizzare una vera macchina volante, che chiamarono "aeromobile". Da allora, i perfezionamenti, l'evoluzione stessa di quel primo mezzo, non si arrestò più, fino a superare i confini dell'atmosfera terrestre e proiettarsi nello spazio. Ma ancora prima che questo avvenisse, la fantasia di una grande messe di artisti di ogni genere si era scatenata. E la fantascienza aveva conquistato mente e cuore di milioni di lettori, che già pregustavano come imminente lo sbarco su altri mondi: le copertine dei libri e dei fumetti - un genere divenuto rapidamente popolarissimo, poiché narravano meravigliose avventure - divennero l'arena di illustratori, pittori e disegnatori che, per decenni, si sono sbizzarriti a creare opere di indubbia bellezza. Ci si mise anche il cinema, una nuova, magnifica arte, a creare immagini di altissimo livello, fornendo alimento a questa ‘fantasia’. Una tendenza che non si è più arrestata e, anzi, ha raggiunto vette impensabili, allargando al contempo i propri orizzonti: da mero viaggio verso l'esterno, verso l'infinito, a percorso verso l'interno e le innumerevoli galassie che compongono l'essenza umana. Una trasformazione più che evidente nelle opere di tanti artisti contemporanei, che abbandonarono il figurativo fantastico per ‘immergersi’ in un concettuale sfumato, spesso astratto, tendente a rappresentare quel caotico coacervo di emozioni, impressioni e indefinibili aspirazioni che coesistono entro ciascuno di noi, all'interno di uno ‘spazio’ tutto da esplorare con le ‘astronavi’ dell'introspezione. Dobbiamo però ammettere, che al fascino delle stelle, al volo della fantasia, della pura e semplice immaginazione, è impossibile sottrarsi. E il desiderio di solcare fisicamente gli incommensurabili mari dello spazio, per scoprire le meraviglie custodite dall'universo e i suoi segreti, non ci abbandonerà mai.
In ‘Space One’, pertanto, sono raccolti tutti i parti della fantasia di tanti artisti che hanno voluto provare, o per passione o per sfida, a mostrare la loro visione su un tema così avvincente, ma così affascinante da stimolare e ‘titillare’ senza sosta quel punto di contatto tra il reale e il fantastico, indispensabile a ogni artista che si definisca tale, impossibile da ignorare nel momento stesso in cui ha preso l'abbrivio.
In ‘Space One’ vengono proposti artisti con tali e tante visioni sul tema da lasciare senza parole chiunque abbia una certa dimestichezza con il tema della mostra o, ancora meglio, chi ne sia ferventemente appassionato: Alvarado; Asatryan; Bacci; Balestrieri; Bolognesi; Brancia; Cappello; Capuano; Cavallotti; Ciampi Karner; Cotellessa; Dal Bo’; D'ascia; Del Monte; Fagioli; Fanfani; Florio Hacker; Frustaci; Furia; Garzillo; Ghidini: Gioiello: Gitto, Gudenko; Guiotto; Iannone; Improta; Iniart; Luciano; Mancinotti; Maresti; Mazzini; Ogliari; Perez; Perretta; Pietrosanti; Pisciottani; Predali; Prenna; Privitera; Rinaldoni; Romagnoli; Sacchetti; Sangelaji; Tag; Theodoli; Tinebra; Toscano/Sibiart; Uber; Veronese; Viglietti; Virgili; Volcanes; Zamic; Zoppi; Zumbolo.
Ciascuno di loro ha superato il concetto di ‘confine’ in tutte le sue accezioni e, soprattutto, quello di ‘limite’: senza alcun freno, la loro immaginazione ha solcato l'ignoto, aprendolo a possibilità che potrebbero un giorno divenire oggetto di verifica o mirabolante anticipazione. In un caso o nell'altro, il ‘confine’ è divenuto ‘frontiera’ nel significato che innumerevoli pellicole western ci hanno reso familiare come tappa intermedia, luogo di scambio e di prima organizzazione di un nuovo territorio, in attesa di poter spiccare il balzo successivo.
Un'ultima nota per ricordare le personalità che affiancheranno la direttrice artistica, Cinzia Cotellessa e la sua preziosa co-curatrice, Francesca Lo Bianco: il preside della Scuola d'ingegneria aerospaziale de ‘La Sapienza’, professor Giovanni Battista Palmerini; il critico d'arte Piero Zanetov; il giornalista scientifico Giorgio Pacifici; il matematico Carlo Pietrosanti. Ad ognuno di noi il gradevole compito di costruire la nostra ‘frontiera’, lasciando per un giorno da parte le incombenze della quotidianità per tornare bambini a guardare, lassù, il cielo. E fantasticare...