Il riallestimento della Collezione Arte e Architettura del Maxxi per la prima volta affidato alla curatela artistica di Alex Da Corte: dal 13 dicembre fino a ottobre 2026 presso la Galleria 4 via Guido Reni 4a
The Large Glass è il titolo della mostra curata dall’artista americano Alex Da Corte (Philadelphia, 1980) che - aperta al pubblico dal 13 dicembre 2024 - inaugura una nuova prospettiva nel programma espositivo del Maxxi, volta al coinvolgimento di artisti e intellettuali per reinterpretare le Collezioni del museo. Il progetto combina opere di artisti moderni e contemporanei e si distingue per la sua capacità di proporre un intreccio narrativo, in cui il tradizionale concetto di presentazione di una collezione museale si unisce alla visione nuova e dinamica della mostra. Il visitatore è invitato così a riflettere sulle dinamiche dell’alterazione e del mutamento, attraverso una selezione di opere del patrimonio museale del Maxxi, tra dipinti, installazioni, fotografie e opere di architettura. Qui i lavori di grandi maestri dialogano con quelli di giovani autori contemporanei, dando vita a un racconto corale inedito, arricchito dalla visione personale e concettuale dell’autore. Alex Da Corte, riconosciuto a livello internazionale per il suo linguaggio multidisciplinare, ha costruito un percorso che supera le barriere tra le arti: muovendosi tra il concreto e l’astratto, la narrazione del curatore invita il pubblico a immergersi in un viaggio tra i movimenti dell’universo, nel tempo e nello spazio. A partire dall’enigmatica fotografia di Luigi Ghirri del 1978, dal titolo 'Modena', il percorso espositivo mette in scena una lenta marea, che evoca una riflessione sull’organico e il fenomenologico, superando i confini tradizionali delle discipline artistiche per proporre una narrazione corale e immersiva. Con questo progetto, il Maxxi sottolinea l’importanza delle sue attività di acquisizione e conservazione, in un percorso che non solo celebra il patrimonio esistente, ma propone un racconto vivo, in costante evoluzione, capace di dialogare con il presente e il futuro. La mostra della Collezione Maxxi, 'The Large Glass', allestita nella Galleria 4 del museo, si presenta come un viaggio che celebra il perpetuo scambio e dialogo tra le opere d’arte e gli artisti che le hanno concepite. Tra i protagonisti dell’esposizione spiccano nomi di artisti di fama internazionale, con opere selezionate per la loro capacità di raccontare storie universali attraverso le loro personali prospettive. Tra queste, oltre a 'Modena' di Luigi Ghirri, troviamo 'The Globe' dell'Atelier Van Lieshout: una rappresentazione del nostro pianeta che invita a riflettere sui confini mutevoli e sulle visioni contrastanti della Terra. Si prosegue con 'Mixing Parfums' di Massimo Bartolini: un’installazione che stimola i sensi e l’immaginazione attraverso una porta girevole che diffonde nell’aria fragranze naturali, come il profumo delicato del gelsomino e l’essenza intensa della Terra. Si prosegue con opere come 'Mappa' di Alighiero Boetti, che rappresenta il mondo attraverso un linguaggio visivo unico e 'White Bed' di Domenico Gnoli: un artista capace di esaltare i dettagli quotidiani per trasformarli in simboli universali. Poi c'è 'For the Benefit of All the Races of Mankind' di Kara Walker: un’opera potente che svela, attraverso immagini forti e incisive, la Storia dolorosa del razzismo. Per non parlare di 'Fire Tires' di Gal Weinstein, per la prima volta in mostra al Maxxi, evoca un momento di violenza sospeso nel tempo, in cui i materiali utilizzati suggeriscono una trasformazione molecolare, simbolo di mutamento. Il percorso prosegue con altre opere emblematiche, tra cui 'Untitled' (Redemption) di Francis Alÿs, 'Senza titolo' di Marisa Merz e 'Sculture di linfa' di Giuseppe Penone, tra i protagonisti più significativi del movimento dell’arte povera. Arricchiscono ulteriormente il racconto della mostra le opere di Wolf Kahlen, con i lavori 'Trespassing', 'Light Loss' e 'Preparing the Flute' di William Kentridge. Il percorso espositivo si estende poi ai progetti architettonici, tra cui il 'Bivacco Fanton' dello studio Demogo e 'The Lantern' dello studio AWP, che non solo riflettono sull’evoluzione dello spazio urbano, ma si intrecciano con una riflessione più ampia sull’identità e sul rapporto tra costruzione e natura. Infine, la fotografia contemporanea completa il percorso con opere che esplorano forme instabili, come quelle catturate da Stefano Cerio e le immagini delicate e sperimentali di Rachele Maistrello. I lavori dialogano con la struttura stessa del Maxxi, il cui linguaggio fluido e dinamico rappresenta una cornice perfetta per accogliere una mostra che celebra la continua trasformazione dell’arte contemporanea.
LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO DI VINCENZO LABELLARTE
PER GENTILE CONCESSIONE DELLA FONDAZIONE MAXXI