Una splendida rassegna che ha saputo valorizzare, per quasi tutto lo scorso mese di aprlle, l’amore e la passione di moltissimi giovani artisti per l’arte della danza, presentando al contempo lavori ed elaborazioni di autori, coreografi e ballerini più affermati sulle scene nazionali e internazionali
Giunto alla sua seconda edizione, il Festival Teatrocittà Danza, sotto la direzione di Patrizia Schiavo (direttrice artistica di Teatrocittà e della compagnia teatrale C.N.T.) e di Silvia Grassi (attrice e collaboratrice di Teatrocittà), in collaborazione con Margherita Dotta (compagnia Collettivo B_Sides Us) e Davide Romeo (Compagnia Uscite di Emergenza) si è proposto per tutto lo scorso mese di aprile di sostenere, da un lato, le giovani compagnie selezionate e la danza nella sua totalità, dall’altro, il centro stesso, che sta lottando per ridare nuova linfa vitale al quartiere romano di Torrespaccata. Teatrocittà, infatti, è un polo artistico e culturale polivalente: uno spazio ristrutturato, che fino a qualche anno fa si ritrovava in condizioni di abbandono. Il progetto, inserito nel Comitato di sviluppo locale (piscine di Torrespaccata), si colloca all’interno di un più ampio e ambizioso programma di rivalutazione socio-culturale attraverso il recupero di immobili abbandonati al deperimento e chiusi da anni. La rassegna di quest’anno, intitolata ‘Corpo mobile’, ha visto in scena per tre week-end consecutivi gruppi di danza giovanile molto interessanti e altri già affermati nel panorama artistico romano, nazionale e internazionale. Una rassegna decisamente ricca, che si è sviluppata in modo snello, proponendo gruppi e laboratori di ogni genere e tipo, i quali hanno potuto sperimentare la propria coscienza di movimento attraverso le tecniche corporee e sceniche contemporanee. I laboratori hanno ognuno seguito un tema che ciascun coreografo ha scelto, per la creazione di una breve performance da presentare al festival. ‘Corpo mobile’ ha offerto una varia possibilità di lavoro, proponendo sei giovani coreografi differenti, due per ogni weekend.
Le performances
Nelle due prime serate del 7 e 8 aprile 2018, la rassegna ha presentato gli artisti: Margherita Dotta, che ha presentato il balletto dal titolo ‘Saudade’ e Lorenzo Vanini, con il lavoro ‘Impressioni di settembre’. Nel secondo fine settimana, quello del 14 e 15 aprile, sono stati proposti al pubblico ‘Feedback’ di Davide Romeo e Aurora Pica, con il suo ‘Memorie del corpo’. Nelle due serate conclusive, infine, Leonardo Maietto ha presentato ‘Body in space frame’ e Caterina Danzico il lavoro: ‘The lost art of being’.
I balletti andati in scena
Saudade, di Margherita Dotta. Guardare un’alba e non riuscire a goderne appieno, nella consapevolezza che la si perderà. Saudade è una nostalgia in potenza: una ‘parola-sentimento’ o un ‘sentimento-parola’, a cui consegue - nella sua intraducibilità dal portoghese - una reazione cinetica spaziale e temporale, capace di creare altri ‘luoghi-esperienze’ del soggetto, perché ciò che realmente si possiede di un luogo e di un momento sono i ricordi e le conoscenze sensoriali.
Impressioni di settembre, di Lorenzo Vanini: una performance che deriva dall'omonimo corto coreografico presentato con successo a Istres nel 2016, riguardante il tema del lutto. Ricordo, sostegno e, soprattutto, gioco sono le 'parole-chiave' dalle quali prendono spunto le ricerche personali dei singoli partecipanti al workshop.
Feedback, di Davide Romeo: il significato del termine è ‘retroazione’, ovvero l’effetto di un atto, o di un comportamento, su colui che l’ha provocato. Nel marketing significa verificare i risultati ottenuti in seguito a scelte e strategie specifiche. In linguistica e anche in psicologia è l’effetto retroattivo di un messaggio o di un'azione su chi li ha promossi. Un musicista di Hang, uno stile coreografico forte e dinamico, un lavoro sull'improvvisazione con gli oggetti, il contatto col pubblico: quattro strumenti di lavoro per il workshop e per la costruzione di questa singolare e surreale performance, basato su un ‘concept’ che appartiene sempre di più al quotidiano.
Memorie del corpo, di Aurora Pica: partendo da un testo e dalle sue suggestioni immaginative, il laboratorio si è proposto di indagare le reazioni autentiche di un corpo. Un corpo in trasformazione, libero da codici predefiniti, percettivo e capace di muoversi in una spazialità umana e non geometrica. Un corpo che, a confronto con le 'leggi' antigravitazionali, apre la sua dialettica ai sensi. Un corpo sonoro, che muta continuamente sulle note del materiale testuale proposto. Gli stimoli esterni, l'immaginario del testo e le sue intime sensazioni, imprimono e scolpiscono tempo e spazio, dove l’esperienza sinestetica pone l’essere in continua esplorazione.
Body in space frame, di Leonardo Maietto: restando fermi in un posto abbastanza a lungo, la gente smette di guardarci e possiamo camminare in mezzo a loro. La gente smette di guardarci e allora possiamo farlo noi [cit. W. Burroughs]. La percezione del tempo e dello spazio muta attraverso la ripetizione di brevi danze. Gesti e pensieri che, in modo perpetuo e permanente, vengono restituiti al luogo in cui sono stati concepiti.
The lost art of being, di Caterina Danzico: un lavoro nato dalla collaborazione tra Caterina Danzico e Jeph Vanger, entrambi selezionati per il progetto ‘BreakingArt’, al fine di creare una performance inedita per Megaron – The Athens Concert Hall di Atene.
Le creazioni coreografiche
Durante le singole serate, molte giovani compagnie hanno presentato anch’esse alcune creazioni e rielaborazioni. Ecco qui di seguito un sintetico elenco degli artisti e delle loro meritevoli e appassionate opere.
Estratto di ‘AltaMarea’, presentato dalla ‘Atlantide Dance Company’. Regia e coreografia di Diletta Brancatelli. Interpreti: Emanuela Bitondo; Diletta Brancatelli; Federica Giustozzi; Emanuela La Salvia; Virginia Veltri; Andrea Pizzari. Uno spettacolo di ‘Teatro Danza’ che ha messo in scena le molteplici reazioni che scaturiscono dall'incontro tra il sensibile e l'artificiale. I protagonisti sono degli esseri cellulari, prodotti dall’energia cosmica all’alba dei tempi, quando la Terra era ancora magma in trasformazione, curiosi di scoprire la vita e se stessi. Lungo il loro viaggio di scoperta, incappano nell’evoluzione del mondo e nell’avanzamento incalzante della tecnologia. Situazioni ironiche e paradossali: reazioni a catena che scivolano l’una dentro l’altra, nella speranza di raggiungere un equilibrio perfetto. Ma la natura risulta compromessa: fino a quale punto di trasformazione arriveremo? La volontà è dunque quella di porsi come osservatori delle reazioni chimiche e naturali che derivano da questa grandiosa e affascinante divergenza.
Comment-tu t'appelles? della Compagnia Sakuntala. Regia e coreografia di: Aurora Pica. Interpreti: Marianna Cifarelli e Aurora Pica. Comment tu t’appelles?: azione del potere o potere dell’azione? E’ un interrogativo rivolto all’uomo nella sua essenza: è possibile vedersi innanzitutto come essere umani? Spogliarsi di etichette, di irremovibili e unidirezionali sguardi, idee e parole? É davvero impensabile abbandonarsi senza perdersi nell’altro? E' possibile collocarsi all’interno di un dialogo in cui è aborrita la prevaricazione e quel desiderio di affermazione del sé che passa attraverso un esercizio di potere su chi si ha di fronte? La risposta risiede nella necessità di ascolto, nel tentativo di aprirsi alla percezione sincera e autentica dell’altro, per trovare un’armonica ‘accordatura’ fra le diversità. Una risposta corporale e coreografica che attraversa lo spazio all’interno del quale cercano di accordarsi i due corpi in scena. Un ridursi e ridurre all’essenziale per far respirare lo ‘spazio-tempo’ dell’ascolto.
Sex-ting chapter two (primo studio), di Gennaro Maione. Progetto, coreografia e interprete: Gennaro Maione. Produzione: GMW - Gennaro Maione works, in collaborazione con CDTM e Compagnia Körper. Si tratta del primo studio del secondo capitolo di un dittico dedicato al sesso virtuale e alla pornografia 2.0, mostrando la performance attraverso una serie di gestualità ed emozioni altalenanti, che segnano un passato labile e oscuro, un ricordo del piacere che va oltre quello della carne e della libido, che ha marcato l’autore, il suo credo e la sua libertà. Probabilmente, si parla di una ‘pseudo-libertà’ del corpo: una fittizia volontà di rivivere la sessualità attraverso uno schermo multimediale, che porta a rivivere il gioco della solitudine e il continuo ‘riciclo’ di sentimenti ed emozioni. Il digitale può essere simbolo di cambiamenti emotivi sporadici, istantanei, netti. E il corpo vuole seguire queste intenzioni, perché sesso, mente e corpo vivono nella stessa realtà e finzione.
Aria sul quarto corpo, della Compagnia ‘Uscite di emergenza’. Regia, coreografia e disegno luci di: Davide Romeo. Danze di: Arianna Rinaldi; Giorgia Montani; Lara Cerrato; Marco Cappa Spina. Quattro corpi, quattro concetti astratti, intrappolati in un gioco di vuoti d'aria. Gonfiarsi diventa l'obiettivo per cambiare aria, ma sopravvivere é necessario. Le più famose ‘Arie’ delle più grandi opere liriche sono la colonna sonora di un viaggio attraverso i nostri castelli in aria, ma l'ironia e il ‘nonsense’ sono immancabili per alleggerire l'aria medesima. Il quarto corpo diventa una coscienza: un ‘logos’ sopra le parti, al quale toccherà diventare lui stesso il salvagente di un delirio narcisistico. L'aria è non solo ambiente, ma metafora di possibilità di salvataggio, in un collettivo dove si respira solo aria viziata.
La nascita di Afrodite (II studio) – Omaggio a Loïe Fuller, di Rossana Abritta. Coreografia e danza: Rossana Abritta. Musiche: Ólafur Arnalds e Keaton Henson. Il tema mitologico e la simbologia in esso contenuto diventano la linea di investigazione per la ricerca corporea. Il moto spinge la sessualità a farsi complice del sentimento, verso un’estasi mistica che unisce ciò che prima era separato. S entra in un processo di rinnovamento, in cui il corpo incarna la pura sacralità e la sensibile carnalità. Questo II studio è un omaggio alla performer Loïe Fuller.
Motore umano del Collettivo Noelca. Coreografie di; Elisa Carta Carosi, Carlotta Ferrera, Noemi Ruffolo. Danzatrici: Elisa Carta Carosi; Carlotta Ferrera; Noemi Ruffolo. Testi di: Carlotta Ferrera ed Elisa Carta Carosi. Tre modi di amare. Tre prospettive differenti. È questo lo ‘spunto’ di partenza, la causa, la conseguenza, il fine e il motore. Cosa siamo se non esseri umani che amano e hanno bisogno di essere amati? Ci sono modi sbagliati di amare? Ne esiste uno giusto? Solo uno per tutti noi? Quanto siamo liberi di poter amare come sentiamo? Un racconto dal finale aperto, per scelta di una donna innamorata dell'amore e di altre due estremamente differenti ai suoi occhi.
Vintage, presentato dal Piccolo Balletto Sorano. Coreografie: Elisabetta Minutoli e Jonathan Colafrancesco. Interpreti: Jonathan Colafrancesco e Miriam Fantozzi. Una semplice storia d'amore, che viene da un tempo lontano. Una complicata storia d'amore che avviene in un posto vicino. La storia d'amore che hanno vissuto i nostri genitori, ma è anche quella storia d'amore che sognamo a occhi aperti prima di andare a dormire. Un lavoro senza pretese, che è cosi come lo si sente e lo si vede, come le parole di una canzone di tanto tempo fa, che continua a risuonare senza limiti di tempo e di spazio.
Plurissenza, del Collettivo ‘Identità contemporanee’, diretto da Simona Fichera. Interpreti: Martina Certo; Simona Fichera; Anna Grasso; Francesca Musumeci; Francesca Sacco. Un viaggio introspettivo, la scoperta di sé: vista, udito, gusto, tatto e olfatto. La bellezza di riscoprire i cinque sensi, identificandosi in un pensiero intimo, talvolta influenzato da giudizi sociali. L'altra parte di noi, lo sdoppiamento di personalità, gli incontri e le unioni che sono spesso causa di un cambiamento dell'essenza umana. Un percorso sensoriale, che ci porta a riscoprire il piacere di essere se stessi attraverso interrogazioni personali, incontri, contatti, odori, sensazioni, emozioni, gusti. Spesso, il nostro Io si ‘sdoppia' e segue direzioni opposte: si scontra, s’incontra, percorre una strada alla fine della quale deciderà se essere o apparire. Liberandosi dei costumi sociali e delle formalità imposteci dal sistema convenzionale, si ritorna a essere ‘essenze cosmiche’. E si riscopre il gusto di vivere un'emozione, di condividerla e di abitarla.
Artemisia, della compagnia ‘SinespaZio 3.0’. Coreografie di Carmen De Sandi e danze di Francesca Formisano. Imponente artista ed esponente del ‘caravaggismo’ seicentesco, vissuta all'insegna della lotta di donna per emergere in un ambito tutto maschile - quello della pittura e dell’arte del ‘600 - con la sua splendida pittura conquista le corti più importanti del suo tempo. Si ripercorre e si rielabora l'animo femminile, la violenza perpetrata sulla giovane dal pittore (lo smargiasso), virtuoso della prospettiva a cui era stata da suo padre affidata per apprenderne le tecniche. Il dramma della sofferenza che le segnerà la vita, in un serrato confronto tra testo e danza, in cui Artemisia Gentileschi decide di tacere e di esprimere le sue emozioni con una sola parola quotidiana, in un lungo affanno in cui rivive il ‘supplizio’ dei Sibilli, attraversando il suo completo spirito dell'epoca. Un lavoro estremamente attuale.
NELLA FOTO: FRANCESCA FORMISANO
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