Il teatro capitolino della Cometa ha aperto la propria stagione 2017/2018 con questo testo di Pierre Barillet e Jean-Pierre Grédy, a sua volta ispirato a una pièce di Abe Burrows, per la regia di Piergiorgio Piccoli e Aristide Genovese
All’interno di una scenografia mobile e funzionale, si muove un cast formato da Anna Zago, Piergiorgio Piccoli, Daniele Berardi, Thierry Di Vietri, Matteo Zandonà, Anna Farinello, Ilaria Pravato e Federico Farsura, affiancati dai protagonisti Benedicta Boccoli e Maximilian Nisi. Quest’ultimo interpreta Giuliano Foch, un dentista di origini francesi. Felicemente scapolo, ama vivere continue scappatelle, ma solo Antonia gli rapisce il cuore e, di fatto, non desidera altre compagnie. A causa di un appuntamento mancato, Antonia tenta il suicidio con delle pasticche alle erbe, ma interviene il vicino di casa Igor, uno scrittore di commedie, a salvarla. Da qui si dipanano momenti ironici e surreali: infatti, lo stesso dentista, per paura di perdere la sua amante, decide di sposarla. Impegnarsi seriamente, però, non è da lui. Quindi, fingendo, si dichiara coniugato con figli. Prima del presunto matrimonio deve, insomma, divorziare. Il susseguirsi delle vicende lo porta a chiedere alla sua fredda segretaria, Stefania, interpretata da una versatile Benedicta Boccoli, di far finta di essere sua moglie. Lei accetta ed entra così nelle vesti della consorte di Giuliano, di cui è segretamente innamorata da tempo. Antonia, a sua volta, desidera conoscerla, per essere sicura che non soffrirà dopo la separazione. Tra menzogne, equivoci e relazioni sbagliate, le dinamiche si articolano grazie a una regia dai movimenti essenziali, in cui i personaggi descritti provengono da diverse classi sociali, mentre le relazioni, un poco ‘sui generis’, s’intrecciano via via, inducendo i personaggi a trovare la verità: quella del cuore. Questo lo scenario in cui la protagonista, con indosso soltanto un camice bianco, ogni giorno annaffia il suo amato ‘cactus’, subendo via via una totale trasformazione: da rigida ‘donnetta’ timida, spinosa e impacciata, diviene sempre più femminile e seducente, metafora di un cactus in fiore ed espressione di una rigida maschera, dietro la quale si nascondeva un mondo che attendeva solamente di ‘sbocciare’. Il colpo di scena finale lo rivela. Il sipario si apre su un miniappartamento. Grazie ai cambi scena assai movimentati, accompagnati da stacchi musicali anni ’80, successivamente ci si ritrova nella segreteria dello studio dentistico e poi in un ‘disco-bar’. La commedia, in due atti, è suddivisa in più ‘ambientazioni’: tale escamotage ne rende più semplice la fruizione, poiché spettacoli di questo genere, per i molti equivoci, non sempre sono logici da seguire. Sebbene le azioni e i dialoghi si alternino con un ritmo abbastanza serrato, alcuni momenti di lentezza subentrano durante il corso della narrazione. La Boccoli risulta pienamente nella parte: le si addice il ruolo della ‘perfetta zitella’, poiché caustica e glaciale, alla tedesca. Sorprende, nel complesso, per la recitazione alquanto versatile, ben calibrata nei distinti ‘timbri’ vocali. Anche i suoi colleghi non sono da meno: tutti interpretano i rispettivi personaggi sfoggiando un’ottima espressività. Al contrario, il livello interpretativo di Ilaria Pravato non sempre è ‘al passo’ con quello degli altri, mentre Thierry Di Vietri, nel ruolo del barman, balla la ‘breakdance’ in modo impeccabile. ‘Fiore di cactus’ possiamo definirlo uno spettacolo dallo stile ‘pop’, che in qualche modo rispecchia le debolezze umane basate sull’insicurezza, rimarcando il valore della moralità: una lezione dalla quale dovremmo tutti imparare qualcosa, per essere più sinceri e diretti nell’esprimere i nostri sentimenti.
Teatro della Cometa
dal 4 al 22 ottobre
Fiore di cactus
di Pierre Barillet e Jean-Pierre Grédy
regia: Piergiorgio Piccoli e Aristide Genovese
con: Benedicta Boccoli e Maximilian Nisi
e con: Anna Zago, Piergiorgio Piccoli/Daniele Berardi, Thierry Di Vietri, Matteo Zandonà, Anna Farinello, Ilaria Pravato e Federico Farsura
NELLA FOTO: BENEDICTA BOCOCLI E MAXIMILIAN NISI
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