Spettacolo vincitore della terza edizione del Festival 'inDivenire', è un’opera di ricerca che esplora le tante facce della finzione scenica
‘Luna Rossa’, celebre brano del 1950 nella sua versione cantata da Claudio Villa, risuona nelle casse di Spazio Diamante. Un tappeto musicale che si fa sempre più invadente, fino a sovrastare il chiacchiericcio. Poi, l’entrata della miglior attrice della III edizione del festival teatrale: ‘inDivenire’. A metà tra debutto e prove generali, ‘Il Vampa’ si è accaparrato ogni possibile riconoscimento della rassegna. E a ragione, visto l’alone di mistero che ancora aleggia sui delitti del famigerato ‘Mostro di Firenze’, che tanto ha condizionato l’immaginario collettivo. Un tema che non poteva essere affrontato con un copione standard. Una drammaturgia complessa, da cui è derivata una performance audace e stimolante dal punto di vista estetico. La squadra al lavoro è composta da Enrico Maria Carraro Moda in veste di attore e regista, Larissa Cicetti e, all’occorrenza, anche il tecnico. Eppure, la compagnia ‘Associazione culturale i nani nani’ sarebbe capace di coinvolgere anche gli spettatori. L’importante è convogliare le energie nella ricostruzione del fatto. La molteplicità di testimonianze e di ‘giravolte’ che hanno riempito le pagine di cronaca nera per circa trent’anni, costituiscono, per l’affiatatissima coppia di artisti, l’espediente per attuare il difficile gioco di ruolo. Il centro focale della messa in scena si sposta in continuazione insieme alla prospettiva narrante, includendo molteplici personaggi: Pacciani, le sue figlie, Natalino Mele e persino se stessi. In questo modo, si ottiene un duplice effetto: da un lato, riescono a catturare la più viva attenzione della platea, ghiotta e avida di particolari; dall’altro, riescono nell’intento paradossale di alleggerire l’atmosfera da thriller ogni volta che sembra ci sia il rischio di restare immobilizzati in uno spazio troppo ingombro di emozioni. Insomma, tenere fermi e saldi i limiti della finzione scenica è sicuramente uno dei punti di forza de ‘Il Vampa’, che per questo può essere connotato come un progetto ‘multipiano’ e ‘multisensoriale’. Interpretazione, critica dell’interpretazione e inserti di testimonianze registrate costituiscono l’intreccio e confluiscono in un copione originale e pensato. Parole, suoni, oggetti e luci s’intrecciano, per costruire un campo magnetico in cui si tendono le energie tra attori e pubblico. Insomma, uno spettacolo che si svolge su un equilibrio costruito dal contatto esplosivo tra la drammatica tragicità dei fatti, il pacato disincanto con cui tracciano la psiche del presunto pluriomicida e l’indagine sull’espressività che meglio riesce a veicolare l’identità del ‘Mostro di Firenze’. Le testimonianze depositate a processo, l’unico materiale disponibile per una narrazione verosimile della storia di Pietro Pacciani, vengono rigirate in un impasto musicale che si fa tutt’uno con la drammaturgia. Quando lo spettacolo si è concluso, l’Associazione culturale i nani nani’ regala un’ultima emozione: lo ‘spaesamento’. Una vicenda che è rimasta avvolta nel mistero, nonostante qualcuno sia morto in carcere per l’omicidio di otto persone, non poteva terminare con un punto fermo. Piuttosto, con dei puntini di sospensione...
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