Una perfomance particolare, imperniata sulla degustazione del cibo e dell’eros, della sensualità che irrompe nei confini artistici, aiutando il pubblico a spogliarsi di pregiudizi, moralismi e superficialità per auto-educarsi alla libertà
‘Erotic Lunch’ non lo si può definire un semplice spettacolo teatrale: è una performance del tutto particolare e trasgressiva, che intreccia la degustazione del cibo con il buongusto dell'eros. In alcune sedi, si tratta proprio di una cena completa, composta da cinque portate: una performance d’arte e di teatro, ma è anche reading, clownerie, danza e burlesque. Sin dalle prime parole pronunciate all’inizio della rappresentazione, si evince il messaggio principale che le artiste vogliono fornire agli spettatori come cura al ‘bigottismo borghese’: bisogna spogliarsi dei propri pregiudizi pudici e insignificanti se si vuole iniziare questo vero e proprio viaggio nei sensi e nel piacere. Le artiste che collaborano alla realizzazione della performance sono: Senith Genderotica, per la direzione artistica e la regia, mentre Alice Moon, Candy Paradise, Chapò Electra, Francesca, Marlene T. e la stessa Senith per la drammaturgia e la performance collettiva. La cucina, invece, è a cura di Nero, Elena dal Forno e altri ‘artisti-chef’ come Daniele Casolino. Assistere a ‘Erotic Lunch’ è un’esperienza multisensoriale, che serpeggia tra le tentazioni dell’eros e quelle del cibo. Le artiste, tutte vestite in abiti succinti o addirittura seminude, ballano una danza lenta e sensuale, mentre si esibiscono coinvolgendo, a volte, anche il pubblico stesso in piccoli giochi di seduzione. Quindi, gli spettatori non sono solo degli ‘ospiti’, ma veri e propri protagonisti, che viaggiano accompagnati dalle artiste in un ‘pellegrinaggio’, alla scoperta dei sensi a 360 gradi. Lo spettacolo, di solito, sceglie delle ‘location’ piccole, proprio per rendere gli spettatori degli ‘eletti’, che possono essere seguiti e ‘coccolati’ dalle artiste. Le prossime tappe del loro tour saranno due: la prima si è tenuta domenica 18 novembre 2018 al ‘Polmone Pulsante’, lo spazio d’arte gestito da Andrea Ungheri, figlio del maestro scultore Saverio Ungari, nel suggestivo rione Monti, alla salita del Grillo n. 21, tra mura sotterranee, pozzi misteriosi e bellissime opere d’arte in cui le artiste si sono esibite in tre spettacoli quasi consecutivi, per 16 persone a turno, alle 17.30, alle 19.00 e alle 21.00; una seconda replica è prevista per sabato 24 novembre, con la cena spettacolo nella sua versione ‘tradizionale’ presso la location della ‘Conventicola degli ultramoderni’, in via di Porta Labicana n. 32, a partire dalle 20.30. Abbiamo dunque deciso di incontrare la ‘vulcanica’ Senith per comprendere meglio come è nata questa rappresentazione così originale e – lo affermiamo con sincera simpatia - decisamente ‘brillante’.
Senith Genderotica, lei è Queer Artist, Art Director e Performer, nonché direttrice artistica e regista dello spettacolo ‘Erotic Lunch’, che sicuramente è una performance fuori dal comune: cosa ti ha ispirato per la regia di questo mix esplosivo tra arte e cucina?
“Mi piace lavorare sulla possibilità di creare altri immaginari, non stereotipati, non allineati a un senso comune - e in realtà mediatico - dei ruoli all’interno di desiderio, sessualità e, soprattutto, nel quotidiano. A questo, ho aggiunto un innato bisogno di arte, di ricerca creativa e il gusto per l’estasi culinaria. Parlare di erotismo si può e si deve: vuol dire anche essere disposti a un approccio con l’altro che non sia ‘usa e getta’, ma consapevole e rispettoso, essere disposti a educarsi al desiderio, che non significa consumo. ‘Fast food’ e superficialità bisogna lasciarli fuori, quando si viene ad uno dei nostri eventi”.
‘Erotic Lunch’, in realtà, è ormai arrivato alla sua quarta stagione: significa che ha un notevole successo? Siete soddisfatte di come sono andate le cose? E cosa avete in mente per il futuro dello spettacolo?
“Molto soddisfatte. Negli anni, il progetto è cresciuto e sta crescendo sempre più. In realtà, gli spettacoli di ‘Erotic Lunch’ sono tre, seguono cioè tre diversi ‘fili conduttori’ e relative esperienze culinarie: ci sono i 5 sensi, i frutti del peccato e afrodisia. Da gennaio, vorremmo presentare l’intera trilogia, dove in ogni appuntamento s’incontreranno diverse narrazioni legate al cibo e al desiderio e si gusteranno tre drammaturgie del gusto completamente differenti. E’ nostra intenzione anche approfondire due ulteriori declinazioni dell’evento. Declinazioni che abbiamo già iniziato a percorrere, ma che vogliamo far crescere. Ovvero: l’Erotic Lunch come appuntamento in formula ‘Home Restaurant’ e la disponibilità di creare soluzioni specifiche per eventi privati”.
Nel coinvolgimento diretto del pubblico in veri e propri giochi di seduzione, anche grazie alla degustazione del cibo, avete creato un ‘gioco inusuale’ e del tutto trasgressivo: come reagiscono, di solito, le persone? Si lasciano andare? Apprezzano questo essere coinvolti? Quali sono state le reazioni più curiose, nel corso delle vostre varie rappresentazioni?
“Prima di tutto, voglio precisare che ‘Erotic Lunch’ è uno spettacolo, un intrattenimento artistico. Diverse sono le arti coinvolte, le quali creano un’esperienza immersiva, che coinvolge la sensorialità in forma ampia, ma sempre uno spettacolo è. Detto questo, ciò di cui ci siamo rese conto è che c’è molto bisogno di giocare e di liberarsi di ruoli che non ci corrispondono. Il pubblico che viene alle nostre cene si sente al sicuro. E questo è uno dei risultati più interessanti che potessimo ottenere. Ci sono diverse persone che, negli anni, ritornano, alcune anche più volte nella stessa stagione. Nelle due ore e mezza di cena e spettacolo riusciamo a creare una complicità che parte, prima di tutto, dal semplice consenso, ovvero attenzione nei confronti dell’altro. Altra cosa che il pubblico apprezza molto è che chiediamo di non fare foto durante la cena. Non perché debba succedere chissà cosa, ma perché ci sembra importante salvaguardare un ‘qui e ora’, legato all’esperienza, che ci permetta di rilassarci e proteggere l’elemento privato di un’esperienza”.
Il ‘motto’ iniziale dello spettacolo, con cui aprite le danze, è quello di lasciar fuori dalla porta d’ingresso il velo di bigottismo che ottenebra le menti e riduce le possibilità di godimento delle persone. E’ sicuramente una provocazione, soprattutto se si pensa che potrebbero partecipare persone di generazioni differenti: avete mai assistito allo scandalizzarsi di qualcuno di fronte ad alcune performances?
“Quando l’arte scandalizza, scandalizzare diventa un piacere...”.
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