Spettacoli teatrali e visite guidate a impatto zero, dal 3 al 5 dicembre 2021, alternate tra il cuore multietnico dell’Esquilino e il Polo dell'ex Fienile di Tor Bella Monaca: l’itinerante teatro in cuffia di Illoco Teatro, sulle orme di Eschilo e Petrolini, Shakespeare e Ballard, passando per le immortali favole di Fedro, in un viaggio a piedi tra grandi classici e letteratura contemporanea
Il parco di via Statilia e il Polo ex-Fienile di Tor Bella Monaca in Roma, con le comunità plurali di Teatri in cammino diventano teatri all’aperto per sei spettacoli pensati, ridotti e adattati al fine di rendere possibile la fruizione a un pubblico senza distinzione di età e cultura, riprendendo opere contemporanee e testi classici della letteratura teatrale: 'Le Supplici' e 'I Persiani' di Eschilo, il 'Coriolano' di Shakespeare, due riadattamenti contemporanei ispirati al romanzo distopico 'Condominium' di Ballard, il 'Nerone' di Petrolini e le favole di Fedro in cuffia - spettacolo basato sulla narrazione di favole per bambini. Opere che, a distanza di secoli dalla loro composizione, parlano della società in cui ancora oggi viviamo, con le sue idiosincrasie e ingiustizie, trattando temi come la diversità, l’accoglienza dell’altro, l’antimilitarismo. Ne abbiamo parlato con Cecilia Carponi, direttrice artistica della rassegna.
Cecilia Carponi, chi sono i ragazzi della compagnia di ‘Illoco Teatro’? Ci racconti un po’ di più sulla vostra storia?
“Illoco Teatro, oltre a essere una compagnia, è una famiglia. L’associazione è stata fondata a Roma, nel 2011, da Roberto Andolfi, Annarita Colucci (entrambi registi, attori e docenti di teatro) e Adriano Dossi (attore ed esperto di media management): tutti ‘teatranti’ formati secondo la pedagogia di Jacques Lecoq. Al trio si è poi aggiunto Dario Carbone, attore di spettacoli teatrali e operistici, di formazione ‘strasberghiana’, ma anche speaker e cantante. L’ultima ‘new entry’ della compagnia sono proprio io, dottore di ricerca e docente in Storia del teatro. Il mio compito è quello di occuparmi delle prospettive progettuali, oltreché degli aspetti organizzativi della compagnia. Abbiamo poi la fortuna di essere circondati da collaboratori e artisti preziosi, che sono amici prim’ancora che colleghi”.
L'evento da voi ideato, ‘Teatri in cammino’, si è tenuto fra l'Esquilino e Tor Bella Monaca: come mai avete scelto proprio questi due luoghi?
“Perché l’Esquilino e Tor Bella Monaca sono quartieri problematici, ma ricchi di pluralità. Il Parco di Via Statilia è dall’altro lato della strada rispetto all’occupazione di Action a Santa Croce. Se è una realtà che non conoscete, vi consigliamo di vedere il docufilm ‘Spin Time’, che fatica la democrazia! di Sabina Guzzanti, uscito qualche mese fa. A Tor Bella Monaca, invece, siamo ospiti del Polo Ex Fienile, in cui l’associazione ‘21 luglio’ porta avanti una serie di attività di sostegno a gruppi e individui in condizione di segregazione estrema e di discriminazione, tutelandone i diritti e promuovendo il benessere dei più piccoli. Per fare bene teatro, occorre ripartire dai bisogni della comunità a cui ci si rivolge. Se questa comunità è ristretta, composta quasi esclusivamente da addetti ai lavori, intellettuali e giornalisti, non si può che produrre un teatro asfittico e autoreferenziale. Per fare il teatro che sogniamo, invece, è necessario allargare questa comunità, confrontarsi con il diverso da sé”.
Cosa vi ha guidati nella scelta dei testi? C'è un 'fil rouge'?
“Non abbiamo voluto imporre una tematica, ma a posteriori ci rendiamo conto di aver scelto opere che indagano la complessa relazione che esiste tra l’individuo e la comunità e tra la comunità e il potere. Per gli spettacoli curati da Illoco Teatro, ci siamo rivolti ai classici: lo scorso weekend, abbiamo portato in scena ‘Le supplici’ e ‘I Persiani’ di Eschilo, mentre sabato 4 dicembre abbiamo presentato un adattamento di Coriolano di Shakespeare, passando per la riscrittura di Brecht. Anche Le favole di Fedro, evento adatto ai bambini, che ha concluso la rassegna domenica scorsa, 5 dicembre, partiva da un riferimento classico. Gli spettacoli curati da nostri collaboratori, come Marcello Cava, Pina Catanzariti e altri, hanno scelto testi più recenti: sabato scorso un percorso su ‘Il condominio di Ballard’, un’opera del 1975, mentre venerdì 3 dicembre è stata la volta di una performance ispirata al ‘Nerone’ di Ettore Petrolini del 1930”.
Cosa significa e come si realizza, in questo progetto, il teatro a ‘impatto zero’?
Si tratta di una tecnologia straordinaria, che abbiamo scoperto grazie a una collaborazione con la compagnia Teatro Mobile. L’audio in cuffia consente di portare il teatro potenzialmente dappertutto, senza l’impatto invasivo di allestimenti fissi, dell’impianto di amplificazione ecc. Si tratta di una tecnologia agile e leggera, perfetta per spettacoli itineranti in luoghi non convenzionalmente deputati al teatro, dai reticolati urbani ai siti archeologici. Gli attori utilizzano dei radiomicrofoni, collegati a piccoli ricevitori; la regia, anch’essa mobile e leggera, consente di utilizzare anche musiche, tracce audio preregistrate, effetti sonori ecc. Entrambi i segnali vengono inviati in tempo reale, durante lo spettacolo, alle cuffie wireless fornite agli spettatori prima dell’inizio della performance. Ovviamente, le cuffie vengono igienizzate prima e dopo ogni utilizzo; inoltre, quando le consegniamo al pubblico le proteggiamo con copri-cuffia ecologici.