Come prevenire, riconoscere e curare i malanni causati dall’abbassamento delle temperature o dal contagio di figli e nipoti durante le feste natalizie? Lo abbiamo chiesto agli esperti dell'ospedale pediatrico della capitale 'Bambino Gesù'
Lo scorso anno, in Italia, sono stati riscontrati più di 14 milioni di casi di influenza e sindromi parainfluenzali derivanti da virus quali coronavirus, rhinovirus, adenovirus. La trasmissione, normalmente, avviene per via respiratoria o per contatto. E i sintomi si manifestano con diverse intensità, a seconda dei diversi 'picchi’ stagionali'. È tra dicembre e febbraio, il periodo in cui aumentano i casi di influenza, mentre tra novembre e marzo quelli di bronchiolite. I virus parainfluenzali di tipo 3, invece, si verificano con maggior frequenza in primavera ed estate.
Prima ancora di vedere i rimedi, è importante focalizzarci sulla prevenzione. Nei mesi invernali, in cui si trascorre più tempo in ambienti chiusi e c’è un minor ricambio d’aria, è fondamentale evitare di stare troppo vicini a persone che presentano i sintomi influenzali, ridurre il contatto delle mani con gli occhi, mani e naso, lavare spesso le mani. Anche uno stile di vita sano permette di ridurre il rischio di ammalarsi. Ciononostante, queste accortezze potrebbero non bastare e la prevenzione più efficace rimane, sempre e comunque, il vaccino. Si consiglia la vaccinazione soprattutto alle persone più fragili: bambini che hanno tra i 6 mesi e i 7 anni; ragazzi e adulti con patologie croniche e loro conviventi; donne in gravidanza o nel periodo 'postpartum'; infine, tutte le persone che hanno più di 60 anni. Inoltre, quest’anno è stato reso disponibile un nuovo farmaco: un anticorpo monoclonale che protegge dal virus respiratorio 'sinciziale'. Questo virus è la causa principiale di bronchiolite (infezione virale che colpisce l’apparatore respiratorio, ndr) e di polmonite nei bambini di età inferiore ai 2 anni. Da poco è iniziata la campagna di immunizzazione contro il virus 'sinciziale', allo scopo di tutelare primariamente i nati da fine-luglio 2024 e i bambini fragili con meno di 24 mesi di vita da possibili conseguenze a lungo termine e da possibili ricoveri in ospedale. “Prevenire l’infezione da virus respiratorio sinciziale”, spiega il professor Alberto Villani, responsabile dell’unità operativa complessa di pediatrìa generale e Dea II livello dell’ospedale 'Bambin Gesù' di Roma, “è pratiamente un salvavita nei bambini con meno di 6 mesi di età, poiché riduce di oltre l’80% la necessità di ricovero ospedaliero e azzera il rischio morte. Evitare una forma grave di bronchiolite, nelle primissime fasi della vita”, sottolinea il professor Villani, “abbatte il rischio di soffrire di asma, già in età evolutiva e della broncopneumopatia cronica ostruttiva, in età adulta avanzata”.
Sia come sia, la prevenzione potrebbe non essere sufficiente. Vediamo, dunque, quali sono i comportamenti più indicati da assumere quando ci si ammala. In queste situazioni è importante il riposo e una corretta idratazione. Quando l’influenza è accompagnata da febbre, si consiglia l’assunzione di paracetamolo, per le sue proprietà antifebbrili e antidolorifiche. È inoltre preferibile evitare l’assunzione di antibiotici, quando non prescritti dal medico. In caso di raffreddore, si suggerisce l’uso di lavaggi nasali soprattutto nei neonati o bambini molto piccoli, che non sono ancora in grado di soffiarsi il naso. Sarebbe meglio effettuarli prima della poppata, alla sera, prima di andare a letto e prima dell’aerosol. Sotto i due anni di età, si consiglia l’utilizzo di una siringa (senza ago) da 2,5 ml o 5 ml, in modo da introdurre la soluzione fisiologica nelle narici per liberare le vie aeree superiori. Per i bambini più grandi e gli adulti esistono gli spray predosati o l’apposito apparecchio per i lavaggi. Ai genitori si raccomanda di porre maggior attenzione allo stato di salute generale del bambino, portandolo dal pediatra quando si notano evidenti cambiamenti rispetto alla normalità. In caso di persone fragili è opportuno consultare il medico curante o il Pronto soccorso, se il medico curante è impossibilitato.
“Prevenire”, specifica il dottor Sebastian Cristaldi, responsabile dell’unità operativa semplice Dea II livello del noto ospedale capitolino, “è sicuramente il primo consiglio. Vaccinare anche i bambini contro l’influenza è fondamentale. In caso di malattia, i genitori non devono avere paura del valore della temperatura o dei gradi segnalati dal termometro, ma rivolgere l’attenzione alle condizioni complessive del bambino, senza somministrare farmaci per decisione autonoma. Certamente, è di aiuto mantenere l’idratazione con acqua o soluzioni reidratanti, facilmente reperibili nelle farmacie. Si consiglia, inoltre”, conclude il luminare, “di sottoporre la situazione al proprio pediatra di famiglia, che prescriverà controlli clinici, terapie in base alle condizioni o invierà la famiglia in Pronto soccorso, se necessario”.