Grazie alla tecnologia 4D le ecografie di 'nuova' generazione consentono di visualizzare tutte le espressioni del futuro nascituro. Ed è proprio dall'analisi dei movimenti del volto del neonato che alla Durham University hanno scoperto che i feti nel grembo materno fanno pratica di espressioni facciali e piano piano imparano a modificare il proprio volto per mostrare le emozioni.
Fino a dieci anni fa il 'ricordo' dell'ecografia di controllo della gravidanza era una piccola foto in bianco e nero e in due dimensioni, poi sono arrivati i filmati in vhs che i futuri genitori potevano mostrare con orgoglio a tutta la famiglia, tentando di visualizzare in quello strano groviglio di puntini una mano, un piede o la forma della testa del loro bambino. Da un paio di anni grazie alla scienza in continua evoluzione esiste il 3D e il colore, che hanno aggiunto nuove emozioni al tutto. Ma con il recente avvento dello scanning 4D la nitidezza delle immagini è tale che si possono vedere con buona definizione i tratti somatici del bebè e persino cogliere il momento in cui accenna un leggero sorriso. In cosa si differenziano l'ecografia 3D e 4D lo spiega su gravidanzaonline.it il dott. Nico Comparato, specialista in Medicina Interna, ricercatore nel campo degli ultrasuoni e docente presso la SIUMB, Società Italiana Ultrasuoni in Medicina e Biologia: "l'ecografia 3D consente di ottenere delle immagini statiche, non in movimento, ma in pratica delle foto delle fattezze del feto. La procedura di acquisizione a volte è relativamente indaginosa, in quanto l'acquisizione dei fotogrammi va effettuata muovendo manualmente la sonda". L'ecografia 4D, invece, "consente di visualizzare l'immagine tridimensionale in movimento ed in tempo reale. Si vedrà quindi in diretta, il feto muovere le manine, succhiarsi il dito, giocherellare con il cordone ombelicale etc. Nel caso della ecografia quadrimensionale vengono utilizzate speciali sonde chiamate "volumetriche" in grado di acquisire 25–30 fotogrammi al secondo senza movimento della sonda; ne consegue una immediatezza nella visualizzazione dei particolari tridimensionali fetali. L'eco tridimensionale (e ancor di più la quadrimensionale) - aggiunge Comparato - può essere indispensabile per meglio intuire sindromi caratterizzate da una "facies" quindi da un aspetto del viso caratteristico, e per evidenziare anomalie degli arti, di tutte le strutture di superficie del feto e del cordone ombelicale. La possibilità di utilizzare l'eco 3D - 4D non solo per ottenere immagini di superficie (es. viso, mani etc), ma anche profonde, apre nuovi orizzonti per la diagnostica delle anomalie del torace ed anche degli organi fetali interni". E proprio sulle espressioni facciali si è concentrato lo studio condotto da due delle più illustri università inglesi, la Duhram e la Lancaster University con la supervisione e la guida della dottoressa Nadja Reissland, professoressa del Dipartimento di Psicologia della Duhram. I dettagli della ricerca (effettuata su otto feti di femmina e sette di maschi) sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Plos One nella quale vengono riportati i particolari dello studio: il feto quando ha raggiunto le 32-34 settimane di vita – ovvero intorno all’ottavo mese- si ‘esercita’ nei suoi primi movimenti facciali. Come ha spiegato Nadja Reissland alla Bbc “L’obiettivo dell’indagine è comprendere quali espressioni possano essere collegate allo sviluppo normale, in modo da riuscire in futuro a identificare sin dal grembo materno eventuali patologie e problemi del nascituro. Al momento non è ancora chiaro se i feti riescano ad avvertire il dolore né sappiamo se le espressioni facciali si riferiscano alle loro sensazioni. Dai dati è emerso che i bebè in crescita nella pancia della mamma sembrano allenarsi principalmente alle smorfie di dolore e questo potrebbe essere dettato dal fatto che è di vitale importanza per i bambini essere in grado di mostrare la propria sofferenza appena nati per comunicare qualsiasi disagio o disturbo in tempo”.