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21 Novembre 2024

Siamo tutti sensitivi?

di Gaetano Massimo Macrì
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Predire il futuro è una funzione essenziale del sistema nervoso. A sostenerlo è un’analisi condotta da un team di ricercatori italoamericano su 26 studi pubblicati tra il 1978 e il 2010. Una capacità della mente che è stata definita ‘attività anticipatoria anomala’  

La mente umana può prevedere il futuro. Ora lo sostiene anche la scienza. Forse che la Sibilla Cumana aveva ragione? E Cassandra era davvero dotata di poteri di preveggenza? Studi recenti sulla mente umana ammettono che questo sarebbe possibile. La comunità scientifica, a dire il vero, da anni mostra interesse per i fenomeni premonitori. Prevedere gli eventi, in fondo, è una funzione essenziale del nostro sistema nervoso. Molto banalmente, se notiamo dei grossi nuvoloni scuri o quando ‘sentiamo’ aria di pioggia, siamo in grado di dire che pioverà a breve. In questo caso le nostre capacità previsionali si basano sulla memoria e l’esperienza che funzionano da stimolo sul sistema nervoso. Recentemente, alcuni ricercatori hanno osservato che è possibile prevedere un evento, a prescindere da esperienza o memoria. Si tratta di un team italo-americano composto da Julia Mossbridge della Northwestern University, Department of Psychology, Patrizio Tressoldi dell’Università di Padova, Dipartimento di Psicologia, e Jessica Utts della University of California, Irvine. La conclusione del loro studio, se confermata, potrebbe aprire uno scenario del tutto nuovo e inatteso sul funzionamento di certi sistemi di cui siamo ‘naturalmente’ dotati. Alcuni ‘presentimenti’ che abbiamo, infatti, non sarebbero dovuti né a poteri extrasensoriali (gli ESP) né, tantomeno, a illuminanti abilità logiche, alla Sherlock Holmes, per intenderci. Il gruppo di ricerca, prendendo in esame 26 studi pubblicati tra il 1978 e il 2010, ha avanzato l’ipotesi che l’essere umano sia dotato di una capacità che è stata definita “Attività Anticipatoria Anomala”. Non si tratta, dunque, di uno studio fatto con esperimenti diretti, ma di un’analisi su ricerche e studi già pubblicati. Analizzando a fondo le ricerche anteriori (sono state prese in considerazione sia quelle che avvaloravano l’ipotesi ‘predittiva’ sia quelle negative), i tre ricercatori hanno confermato l’eventualità che la mente possa riuscire a prevedere fenomeni in procinto di verificarsi. La difficoltà maggiore, a detta dei ricercatori, è stata la selezione degli studi da analizzare. Gli esperimenti precedenti, infatti, potevano essere stati influenzati dal “cueing sensoriale”. In altre parole, lo stesso ricercatore inavvertitamente poteva essersi lasciato sfuggire alcune informazioni utili che il paziente è stato in grado di cogliere e usare. Oppure, in altri casi, ci possono essere state delle letture imprecise dei sensori utilizzati negli esperimenti. Alcune delle ricerche escluse, ad esempio, erano state condotte seguendo paradigmi poco rigidi e non sono state immuni da quella tendenza del ricercatore a confermare le sue ipotesi pregresse, ‘orientando’ in qualche modo le risposte e falsando i risultati. Sono stati oggetto di studio, invece, gli esperimenti in cui i soggetti erano stati sottoposti a due o più stimoli organizzati in modo tale da non poter essere prevedibili. È stato fondamentale considerare solo i casi in cui si erano manifestate, negli individui presi in esame, attività biologiche (cutanee, pupillari, cardiache) precedenti allo stimolo e attività verificatesi in seguito. Sono stati scartati, per esempio, i casi in cui le risposte potevano essere state fornite in maniera emotiva, quelli in cui le misurazioni dei tempi di risposta non hanno adottato software automatici, dunque precisi. Dopo questo accurato lavoro di studio e analisi dei dati, la ricerca guidata dalla Dr.ssa Jiulia Mossbridge, è giunta alla conclusione che esiste una reale capacità dell’uomo di anticipare gli eventi. è stata definita, per il momento, anomala, non ancora spiegabile e questo lascia intendere che saranno necessari ulteriori ricerche nei prossimi anni. Patrizio Tressoldi, dell’Università di Padova, ha dichiarato che “Le reazioni anticipatorie alle quali si riferisce la ricerca, situata chiaramente in laboratorio, sono molto deboli, ma uno degli aspetti più interessanti è dato dal fatto che questi segnali sono amplificabili attraverso semplici algoritmi, il che darebbe al soggetto la consapevolezza dell’evento imminente e la possibilità di agire come crede”. In sostanza, i soggetti che hanno fatto da cavie in laboratorio, sono stati sottoposti a determinati stimoli. Come è noto, a uno stimolo corrisponde poi una risposta sensoriale. La Dr.ssa Mossbridge ha notato che ci sono dei segnali di cambiamento dell’attività biologica nei soggetti che ‘prevedono’ un’azione, a pochi secondi dal fatto compiuto. Gli scienziati credono che la risposta possa venire dalla biologia, magari da quella molecolare. In prossimità di un evento il nostro corpo cambia alcuni parametri: dilatazione della pupilla, frequenza cardiaca, volume del sangue, attività elettroencefalografica, la conduttività della pelle (ossia quanta corrente riesce a passare attraverso le ghiandole sudoripare). Tutti questi cambiamenti biologici, intervengono a pochi secondi dal verificarsi di un evento, in qualche maniera deviano anticipatamente nella direzione in cui si dirigerebbero bero dopo, ad evento verificato. I soggetti ‘sensitivi’, pertanto, darebbero una risposta preventiva di natura puramente ‘fisiologica’, non paranormale né tantomeno sarebbero indotti da fattori psicologici. Il nostro sistema nervoso, dunque, potrebbe essere in grado di prevedere gli eventi, a livello di stimolo. Prevediamo il futuro grazie a certe funzioni del nostro corpo. È noto da tempo che in una persona stimolata si verifichino delle attività biologiche. Quello che ha suscitato l’interesse dei tre studiosi, adesso, è che la stessa attività si verifica anche in assenza di stimolo. L’attività biologica pre-stimolo rimane uguale ed è predittiva dell’attività post-stimolo. Perché? Questo significa che le persone in grado di percepire il futuro, riuscirebbero a farlo in quanto, a differenza di tante altre, riescono a ‘percepire’ o ad usare meglio quelle attività biologiche? Forse. Ecco perché, più correttamente, i ricercatori non vorrebbero parlare di ‘previsione’, quanto piuttosto di attività anticipatoria anomala. Altro non sarebbe che il frutto di quelle attività biologiche sulle quali ancora occorre compiere nuovi e approfonditi studi. Le conoscenze attuali della biologia non ci consentono di spiegare bene perché avvengono quei cambiamenti ‘anomali’. Per il momento, rimane l’osservazione di un dato importante, il fatto che quei fenomeni sono osservabili e possono essere studiati. Le modificazioni fisiologiche del corpo sono una risposta, forse, a un evento che sta per accadere. Resta da capire la causa di quest’attività preventiva, che, ne è sicura la Dr.ssa Mossbridge, “si trova senza dubbio nel regno dei naturali processi fisici”, ben lontana, dunque, da spiegazioni paranormali. Possiamo dire che, intanto, ‘qualcosa si muove’. Questa ricerca ha intuito che fenomeni finora considerati propri dell’ambito del paranormale, possono avere spiegazioni scientifiche. La strada è ormai tracciata. Il rapporto finale di questo studio, conclude affermando che “se questa attività anticipatoria apparentemente anomala è reale, dovrebbe essere possibile replicarla in più laboratori indipendenti utilizzando protocolli concordati”. Lentamente la scienza sta muovendo piccoli passi in un campo che fino ad ora era considerato molto anti-scientifico e per questo motivo osteggiato. Giordano Bruno, ‘l’eretico’, il ‘mago’, fu arso vivo in Campo de’ Fiori. Oggi, dopo quattro secoli, le sue parole, pronunciate prima di morire, risuonano più vere che mai: “Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente (…) non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo”. Il sapere scientifico, col suo solito e necessario rigore, si sta avvicinando all’uomo, al suo corpo e alle funzionalità della mente. Proprio da qui, forse, potrebbero arrivare nuove scoperte in grado di cambiare radicalmente l’esistenza dell’essere umano. 


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Questo articolo è tratto dal numero 1 di Periodico italiano magazine versione sfogliabile

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