La ‘disinformazione inconsapevole’ di Red Ronnie rischia di costringere la magistratura a esprimersi in merito ad ambiti scientifici di cui non può essere, né ritenersi, competente: la querelle col professor Burioni potrebbe anche chiudersi qui, senza ulteriori strascichi da ‘telenovela a puntate’
Proprio in questi giorni si è riaccesa la polemica esplosa in diretta su Raidue un paio di anni fa, durante la messa in onda del programma televisivo ‘Virus’. In quell’occasione, Roberto Burioni, professore ordinario di Microbiologia e di Virologia presso il San Raffaele di Milano, è infatti entrato in aspro contraddittorio con Red Ronnie, popolare critico musicale e conduttore televisivo notoriamente a favore dei ‘NoVax’. Le posizioni nettamente contrapposte dei due personaggi fecero alzare i toni del dibattito, sia durante la trasmissione televisiva, sia nelle discussioni sui social network. La diatriba, infatti, è proseguita nei giorni successivi, quando il critico musicale ha postato sulla propria bacheca di Facebook una e-mail di un padre preoccupato per i possibili danni derivanti dalla somministrazione obbligatoria dei vaccini, arricchendo la nota con generiche accuse di conflitto di interessi nei confronti del medico e docente pesarese. Accuse sfociate, ovviamente, in una querela per diffamazione da parte del luminare, che ha indotto in questi giorni la Procura di Bologna a emettere un decreto di citazione in giudizio nei confronti dell’artista televisivo, chiamato a difendersi dalle accuse di aver inscenato un attacco puramente provocatorio. Ovviamente, il legale difensore di Red Ronnie parla di “lesa libertà di espressione e del diritto di critica di un giornalista professionista”, quale risulta essere il proprio assistito. A ciò ha fatto seguito, lo scorso 19 marzo, un nuovo post sulla propria bacheca di Facebook pubblicato dal professor Burioni (cliccare QUI), il quale ha negato di avere interessi personali in materia di vaccini, ribadendo la genericità delle accuse mosse dal critico musicale. A nostro parere, si tratta di una lite che non necessita un giudizio dentro un aula di tribunale. Le accuse di Red Ronnie palesano un’evidente mancanza di prove in merito alle attività di ricerca scientifica del professor Burioni. E lo ‘squilibrio’ tra i due pareri avrebbe meritato una ‘decantazione’ della discussione avvenuta, senza inutili strascichi che rischiano unicamente di trasformare un dibattito sorto con finalità d’informazione in una ‘telenovela a puntate’. Il professor Burioni, nei confronti del quale nutriamo stima e rispetto, non dovrebbe sentirsi in obbligo di specificare gli ambiti e gli esiti delle proprie attività di ricerca: gli crediamo sulla parola, pregandolo tuttavia di dimostrare pazienza e comprensione nei confronti di chi ha avuto il coraggio di battersi in favore di una popolazione che, in molti casi, si è sentita abbandonata a se stessa. Al contempo, opponiamo nei confronti di Red Ronnie, al quale ribadiamo tutta la nostra simpatia, una semplice critica di metodo, per aver espresso alcune posizioni basate su presupposti infondati, che rischiano unicamente di trascinarlo su un versante di ‘disinformazione inconsapevole’. Per chiudere una polemica che, in ogni caso, ha avuto il merito di condurre il deputato Michele Anzaldi, segretario della commissione di Viglianza Rai, a chiedere “una più corretta informazione sui vaccini e una maggior diffusione di quelle che sono le scelte destinate ai minori”, potrebbe anche bastare così, senza alcun bisogno di ricorrere a un processo. Tutto il resto, ci sembra solamente uno spreco di tempo, energie e, financo, di risorse.