Sull’onda dello sviluppo di strumenti di comunicazione Web 2.0, dagli USA rimbalza la “Twittermania”. Considerato il modo più diretto per comunicare con il proprio gruppo di contatti, negli USA sta letteralmente spopolando non solo tra i ragazzi, ma anche tra gli adulti. Ma nel nostro Paese, per i web user più esperti, è un “cavallo di ritorno”.
La notizia è di questi giorni: Twitter vola verso quota 500 milioni con dodici registrazioni al secondo. Un traguardo che rappresenta una nuova pietra miliare nella storia del sito di microblogging, nato nel 2006, che consente a utenti registrati da tutto il mondo di pubblicare messaggi di 140 caratteri. Un successo che è stato accompagnato anche da un restyling della piattaforma – all'inizio dello scorso dicembre – quando il sito ha ampliato lo spazio riservato al profilo degli utenti, rendendolo sempre più simile a Facebook e ha deciso di dare più spazio alla pubblicità.
Di solito le mode o le novità tecnologiche nascono altrove, per lo più negli Stati Uniti, per arrivare nel nostro Paese con qualche mese/anno di ritardo. Così è capitato con quasi tutte le applicazioni del Web 2.0, quelle dell’internet partecipativo e collaborativo: forum, blog e wiki. Identico percorso ha seguito la diffusione dei social network, da MySpace a YouTube, fino a quel FaceBook che sta attualmente spopolando. Twitter è l’eccezione che conferma la regola. In Italia se ne è iniziato a scrivere on-line, tra i blogger più all’avanguardia, verso la fine del 2007; ha quindi raggiunto un picco di diffusione nei mesi seguenti, per poi declinare gradatamente. Il motivo del suo successo immediato va con ogni probabilità attribuito al fatto che Twitter può essere gestito facilmente tramite cellulare, mediante banali sms, ed è ben noto che l’Italia è ai primi posti al mondo per diffusione dei telefonini. La spiegazione del successivo, relativo declino può essere invece dovuta all’eccessiva semplicità del sistema, che consente poche scelte: tutto si limita alla messa online immediata di un messaggio di 140 caratteri. Il che non è molto per gli “smanettoni” del web. Lo scenario di oggi è, però, diverso. La semplicità d’uso è diventata un importante vantaggio quando ci si rivolge a un’utenza di massa, con minime conoscenze informatiche, mentre il fascino conferito dal successo americano che accompagna questo secondo sbarco di Twitter nel nostro Paese aggiunge attrattiva allo strumento. Secondo le ultime stime nel nostro Paese a ottobre scorso erano 2,4 milioni gli individui che hanno effettuato accesso a Twitter almeno una volta a ottobre.
Che cos’è Twitter
Twitter è una piattaforma di micro-blogging (micro per la ridotta dimensione dei post, cioè dei messaggi, che si possono inviare on-line) la cui denominazione deriva dal nome inglese di Titti, il canarino preda di Gatto Silvestro nei cartoni animati della serie Looney Tunes. Usare Twitter è semplice e intuitivo. Il primo passo è la registrazione da effettuarsi sul sito www.twitter.com, compilando un modulo in cui sono richiesti nome utente (username), password e indirizzo e-mail. Opzionale il numero di cellulare, da inserire solo se si desidera gestire Twitter dal telefonino. Effettuata la registrazione, si è immediatamente operativi. Si accede, infatti, all’homepage di Twitter sulla quale ogni utente può pubblicare i propri “Twitt”, cioè i propri messaggi, che possono avere una lunghezza massima di 140 caratteri. Il loro contenuto è libero, anche se Twitter è nato solo per comunicare agli altri “che cosa si sta facendo”, tanto che tuttora la pagina web di inserimento pone all’utente la domanda: “What are you doing?”. Twitter è uno strumento di comunicazione che funziona nei due sensi: non ci si limita a inserire messaggi per farsi leggere, ma si possono visualizzare i messaggi di altri amici, conoscenti o semplici contatti internet con cui non si è avuta relazione offline, in modo automatico, venendo allertati ogni qualvolta ne sono inseriti di nuovi. Per far ciò è sufficiente recarsi sulla pagina personale di ogni contatto e premere il pulsante “Follow”. Da quel momento, e fino a un’eventuale cancellazione, ogni Twitt scritto da quell’utenza sarà visualizzato sulla pagina personale del “Follower”. Vi sono però altri modi di inviare i Twitt e ricevere quelli dei propri contatti, senza essere costantemente connessi al sito Twitter.com. Il più rapido ed economico è quello di collegare la propria pagina personale (mediante un apposito pulsante) al software di di un programma di instant messaging, come ad esempio MSN Messenger o Google Talk, oppure installare un apposito programma, come Twitteroo.
Ancora più pratica è la gestione tramite telefonino, che tuttavia non è gratuita. Per mandare online un Twitt è, infatti, sufficiente scrivere un normale sms e inviarlo al numero indicato, che per l’Italia è, al momento, un numero internazionale, per la precisione inglese: +44 7624 801423. Benché Twitter non addebiti alcun costo, l’sms è pagato all’operatore di rete mobile secondo le tariffe in vigore. Poiché non è disponibile un numero telefonico locale, la gestione di Twitter da cellulare in Italia è unidirezionale: si possono mandare Twitt, ma non riceverli. Nei paesi dove invece è disponibile un accesso telefonico locale (USA, Canada, Germania, Svezia e Gran Bretagna) è attivo anche il servizio di alert, con cui si riceve un sms ogni qualvolta è inserito un Twitt da un utente di cui si è Follower.
A che cosa serve
Twitter è nato per scopi puramente ludici: far sapere agli amici che cosa si sta facendo in un determinato momento. Un divertissement tecnologico e nulla più. Ma nel tempo ha acquisito alcune funzioni aggiuntive, tanto in ambito personale quanto professionale. Negli USA, la crescita esplosiva del numero di utenti, più che decuplicata nel giro di un anno, l’ha trasformato in una platea virtuale. Personaggi televisivi lo usano per comunicare con i propri fan, o per promuovere le loro trasmissioni, come recentemente hanno fatto due anchorman americani, George Stephanopoulos della Abc e David Gregory della Nbc, impegnati in una “guerra dell’audience” senza esclusione di colpi. Un vantaggio aggiuntivo di Twitter è che generalmente i Twitt “rimbalzano” su blog e forum, moltiplicando la diffusione e i contatti. Se ne sono resi conto anche gli uomini politici come il governatore della California Arnold Schwarzenegger che ha aggiunto Twitter ai suoi canali di comunicazione con gli elettori. Anche le imprese stanno sperimentando soluzioni per inviare comunicazioni di marketing e pubblicità attraverso questa piattaforma. Ma l’utilizzo probabilmente più imprevisto, e più emozionante, di Twitter è stato il suo essere divenuto strumento di “giornalismo istantaneo”, prodotto dalle persone che casualmente si trovano coinvolte in un avvenimento di cronaca. L’esempio più celebre è stato il racconto ‘twitterato’ dell’assalto terroristico agli alberghi di Mumbai in India: più di 80 Tweet di ospiti sequestrati che hanno informato all’esterno che cosa stava accadendo entro il perimetro degli alberghi occupati dai terroristi. Un’ultima annotazione a sottolineare il rapidissimo sviluppo di Twitter. I numeri già raggiunti, e le ancor più promettenti potenzialità future, hanno suscitato l’interesse dei giganti del web. Dopo un’offerta di acquisto per 500 milioni di dollari da parte di FaceBook lo scorso settembre, rifiutata dall'Obvious Corp, la società di San Francisco che fa capo ai tre 30enni californiani fondatori (Jack Dorsey, Evan Williams, Biz Stone), ora si sta facendo avanti addirittura Google, che dopo YouTube, acquisita per 1,35 miliardi di dollari, sembra voler rafforzare ulteriormente la propria posizione nell’area dei social media.
(Con Voi magazine Seat n.12)