Il 24 giugno scorso, nei giardini della Triennale di Milano, si è svolta l’assemblea settimanale del movimento di lavoratori dello spettacolo al cospetto di Beppe Sala e Filippo Del Corno, in cui sono stati stabiliti gli impegni delle istituzioni per la ripartenza del settore
Invisibili, ma indispensabili. È la prima volta che attori, tecnici, sarte, costumiste e organizzatori si uniscono sotto un’unica voce e dietro scelte condivise, per mettere in moto la ripartenza del settore dello spettacolo dal vivo, lacerato dal periodo di emergenza appena trascorso. ‘Attrici e attori uniti’ è la comunità di lavoratrici e lavoratori dello spettacolo che hanno sentito la necessità di unirsi per creare un terreno di confronto su tematiche legate al loro mestiere, le cui finalità sono state ben espresse nella lettera-appello che riportiamo in coda al presente servizio. Il giorno 30 maggio 2020 si è tenuta una mobilitazione a livello nazionale della categoria dello spettacolo, che ha manifestato in 12 diversi capoluoghi di provincia. Da questa iniziativa è partito uno stato di agitazione permanente. Il 14 aprile si è aperto un Tavolo di emergenza del Coordinamento nazionale dei tanti gruppi e collettivi spontanei, nati durante l’emergenza Covid-19. È stato redatto un Documento di Emergenza in cui è stata ribadita la richiesta di essere convocati a un tavolo di confronto tecnico-istituzionale, al fine di partecipare attivamente ai progetti di ripartenza: una richiesta rimasta inascoltata. Nel documento veniva, infatti, fissato come termine massimo per la convocazione il 30 maggio, preannunciando, in caso di mancata risposta, uno stato di mobilitazione di tutto il comparto dello spettacolo. Dopo vari tavoli di lavoro e assemblee a cadenza settimanale, il 24 giugno scorso, nei giardini della Triennale di Milano, ha avuto luogo un incontro pubblico con il sindaco, Beppe Sala e l’assessore alla Cultura del Comune, Filippo Del Corno. Un’occasione per fare un passo avanti concreto nell’individuazione delle proposte e delle garanzie da parte dell’amministrazione e non una passerella di buone pratiche. Accanto a piccole e grandi associazioni teatrali, attori più o meno affermati, hanno partecipato, talvolta prendendo la parola, alcuni direttori artistici di teatri milanesi: Sergio Escobar per il ‘Piccolo’, Elio De Capitani per il teatro ‘Elfo Puccini’, Gaia Calimani per ‘Manifatture Teatrali Milanesi’, Giancarlo Bozzo per il teatro ‘Zelig’.
“Non vogliamo solo chiedere, ma proporre”, dice nel suo discorso di apertura dell’assemblea la coordinatrice del movimento per Milano, l’attrice Rita Pelusio, denunciando il mancato arrivo del bonus da 600 euro di aprile e maggio previsto dal decreto ‘Cura Italia’ e invitando i due ospiti a abbandonare il palco della Triennale con delle risposte certe, in vista di una risoluzione del grave stato economico in cui riversano molti professionisti italiani. Tra gli impegni assunti dal movimento congiuntamente all’amministrazione comunale ci sono: l’istituzione di una commissione ‘Cultura-Lavoro’ che l’assessore Del Corno ha confermato per la data del 3 luglio prossimo, alle ore 13.00, tramite la piattaforma Zoom, in cui confrontarsi nel merito di alcune questioni: a) il lavoro legato al welfare per un nuovo statuto lavorativo della categoria; b) l’alleanza tra piccole e grandi compagnie, associazioni, sindacati e istituzioni per far sì che l’azione di questo nuovo movimento diventi un modello virtuoso per tutto il resto del Paese; c) l’avvio di un processo generatore di lavoro che coinvolga tutte le maestranze che confluiscono nel coordinamento; d) una raccolta fondi per i colleghi che sono attualmente impossibilitati a salire sul palco attraverso la realizzazione di un festival degli ‘Attori e attrici uniti’, da svolgersi presso il Teatro Continuo di Burri all’interno del Parco Sempione; e) la messa a disposizione di uno spazio che possa accogliere le assemblee del movimento anche nei mesi invernali. Tra le altre richieste, anche quella di creare un’unione tra il coordinamento dei 12 assessori e quello dei lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, per richiedere la presenza, nella prossima assemblea, dei ministri Dario Franceschini e Nunzia Catalfo, al fine di discutere le istanze portate avanti dal movimento e i decreti attuativi legislativi, affinché vengano riempiti delle urgenti questioni che riguardano questa categoria.
Il 25 giugno è stata scritta una nuova lettera a sostegno dei sindacati che, insieme a Cna, Confartigianato, Anica, Apa e Ape, chiedono un incontro con il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali per la validazione del ‘Protocollo per la tutela dei lavori del settore cine-audiovisivo’, sottoscritto da molte associazioni di lavoratori, lavoratrici e gruppi spontanei: attrici, attori, generici, troupes e sceneggiatori, per la prima volta insieme. Tutti i soggetti firmatari hanno espresso l’estrema preoccupazione per la situazione nella quale versano sia le imprese, sia i lavoratori e, in particolare, hanno condiviso l’esigenza prioritaria di venire incontro ai fabbisogni dei tanti lavoratori atipici, purtroppo maggioritari nel settore dello spettacolo. Il 27 giugno scorso, il movimento ‘Attrici e attori uniti’ era di nuovo in piazza anche a Roma. Replichiamo anche noi, qui di seguito, la ‘lettera-appello’ del movimento indirizzata ai ministri competenti del Governo Conte e ad altre personalità del settore.
Alla cortese attenzione del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, onorevole Nunzia Catalfo,
del ministro dei Beni, delle Attività culturali e del Turismo, onorevole Dario Franceschini
e, per conoscenza,
al presidente di Agis, dottor Carlo Fontana,
al presidente di FederVivo, dottor Filippo Fonsatti
e al presidente di Anica, dottor Francesco Rutelli
Siamo una comunità di lavoratrici e lavoratori professionisti dello spettacolo in tutte le sue declinazioni, che si riconoscono nella cultura etica del lavoro, nei suoi oneri e onori, nei suoi doveri e nei suoi diritti.
Riconoscendoci negli articoli 4, 9 e 33 della Costituzione italiana, chiamati in causa dalle dichiarazioni del ministro Dario Franceschini, che ha manifestato interesse ad aprire un dialogo sui criteri di erogazione dei fondi emergenziali, sentiamo il dovere di porre alla vostra attenzione riflessioni e proposte, che si riferiscono al momento contingente e doloroso, ma anche e soprattutto al futuro del sistema culturale del nostro Paese. Questo sistema, che già poggiava su corpose criticità, necessita di un intervento urgente, che permetta una virtuosa ripartenza dell’intero settore ‘Spettacolo’. Nei processi di ricostruzione il ruolo della cultura è fondamentale. Segnaliamo l’emergenza di esserci ritrovati improvvisamente senza lavoro e senza reddito, ma, a differenza di altri, in un settore già colpevolmente privo di tutele. Inoltre, siamo stati i primi a fermarci e saremo tra gli ultimi a poter ricominciare.
Con queste premesse,
DENUNCIAMO
- che le interruzioni dei contratti sono avvenute senza il rispetto delle leggi sui licenziamenti;
- che molte imprese si appellano all'emergenza per non onorare i contratti stipulati con i singoli lavoratori o con le compagnie, relativi a lavori regolarmente svolti prima dell’emergenza sanitaria stessa;
- che una larga parte di lavoratori è rimasta esclusa dalle tutele del DL 18 e DL 23, a conferma del fatto che l’apparato legislativo non è adeguato alle numerose specificità della nostra categoria;
- che gli emendamenti proposti in difesa delle lavoratrici e lavoratori dello spettacolo sono stati bocciati;
- che misure come il Fis o la Cassa in deroga, senza possibilità di integrazione, non tengono conto dei rapporti lavorativi regolati da contratti di intermittenza e della situazione di precarietà dei lavoratori dello spettacolo;
- che non ci sono tutele, né garanzie, per tutti quei lavoratori impegnati in produzioni e progetti con data di inizio posteriore al 17 marzo e che rimarranno sospesi per un tempo indeterminato;
- che l’interruzione dell’attività di insegnamento (nel pubblico e nel privato) ha eliminato un'importante fonte di reddito per le formatrici e i formatori, oltre ad aver sospeso il percorso di studi di numerosi futuri giovani lavoratori.
CHIEDIAMO
a) di istituire un reddito di sostegno per tutti i lavoratori dello spettacolo esteso fino alla ripresa delle attività, che comprenda anche gli esclusi dall’indennità dell’articolo 38 del DL 18, individuando criteri che tengano conto della reale specificità del settore;
b) che voi siate garanti dell’assunzione di responsabilità da parte delle imprese rispetto agli illeciti intercorsi, chiedendo alle stesse un dialogo diretto con i lavoratori, attivando strumenti come l'Osservatorio nazionale, già previsto dal Ccnl dei Teatri del 2018;
c) di garantire la trasparenza sui criteri di assegnazione dei finanziamenti straordinari stanziati dall’articolo 89 del DL 18 e di vigilare sulla corretta gestione di essi, affinché ne possa beneficiare tutta la filiera dei lavoratori, nessuno escluso. Chiediamo altresì che il primo parametro nell’assegnazione dei fondi sia l’obbligo di onorare i contratti che, a causa della suddetta emergenza, sono stati interrotti o non sono mai partiti;
d) allo stesso modo, di impiegare il Fus ordinario per saldare tutte le retribuzioni e i cachet insoluti prima dell’emergenza sanitaria;
e) di regolamentare con urgenza il diritto d’autore e d’immagine per gli spettacoli in streaming, aprendo un tavolo di consultazione e trattativa per il settore insieme al Mibact, aperto ad almeno 2 delegati di ogni coordinamento di settore, ribadendo con forza l'unicità e l’irripetibilità dello spettacolo dal vivo, affinché questa pratica rimanga eccezione e non diventi norma;
f) di coinvolgere, per la fase intermedia, anche professionisti del settore per immaginare, progettare e realizzare studi di fattibilità virtuali e dal vivo e adeguati protocolli di sicurezza, al fine di preservare qualità e dignità del lavoro nei luoghi deputati allo svolgimento delle nostre attività professionali;
g) per il futuro, garanzie su versamento e cumulo dei contributi (di conseguenza, indennità per i periodi di non-occupazione ispirata al modello francese e a un trattamento pensionistico dignitoso), tutela del professionismo sulla base della Risoluzione del parlamento Europeo del 07/06/2007, accesso al lavoro paritario per tutti eliminando ogni disparità di trattamento nei confronti delle donne, tolleranza zero verso ogni tipo di sfruttamento del nostro lavoro.
La prestazione artistica è lavoro e, in quanto tale, va SEMPRE retribuita adeguatamente. Uno Stato ha il dovere di garantire ai cittadini di poter godere e usufruire di proposte culturali, per arginare la miseria e un possibile imbarbarimento della società. In quanto lavoratrici e lavoratori, ravvisando nelle organizzazioni sindacali un imprescindibile intermediario nella contrattazione collettiva e nel dialogo con la politica, vi chiediamo di non venire meno alle Vostre responsabilità di governanti di questo Paese e di dare l’adeguato riconoscimento al nostro lavoro.
Attrici e Attori Uniti
NELLA FOTO QUI SOPRA: IL SINDACO SALA E L'ASSESSORE DEL CORNO DURANTE IL DIBATTITO
AL CENTRO: I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO ASCOLTANO CON PREOCCUPAZIONE
PIU' SOPRA: FILIPPO DEL CORNO ARRIVA ALL'ASSEMBLEA
IN APERTURA: UN ALTRO MOMENTO DELL'INCONTRO