Lui è Max Vellucci, 38 anni, esperto di comunicazione e da anni appassionato studioso di mentalismo. Si definisce un Mind Performer, ovvero un intrattenitore che gioca con la mente.
Da tre anni promuove in giro per l’Italia Psyche, uno spettacolo interattivo, ironico e suggestivo in cui i presenti sono direttamente coinvolti dall’inizio alla fine: l’obiettivo è dimostrare come la mente umana sia in realtà manipolabile e fallibile. E sul palco, insieme alle sue tecniche (un mix fra illusionismo, comunicazione persuasiva e ipnosi), Max porta anche un solido background dato dalla sua poliedrica formazione. Nel corso degli anni ha infatti approfondito lo studio critico dei fenomeni paranormali, si è occupato di teatro, illusionismo, tecniche di comunicazione e formazione e ha portato avanti anche i suoi studi di ingegneria informatica. Le tecniche utilizzate da Max sono illusioni mentali che non hanno nulla a che vedere con il paranormale, nonostante lo stupore creato dalle performance lasci presupporre il contrario. Esattamente come il protagonista della nota serie americana The Mentalit, Max lavora sulla vulnerabilità dei processi psicologici e comportamentali e ci spiega che «La nostra mente è facilmente suggestionabile e manipolabile ed è molto facile generare falsi ricordi o creare fenomeni apparentemente inspiegabili. Una volta assimilate, tecniche come la suggestione, la comunicazione persuasiva e la manipolazione dell’attenzione permettono di cogliere sfumature e dettagli che normalmente sfuggono. Lo studio del mentalismo porta a guardare con un occhio decisamente diverso le varie esperienze umane. Uno spettacolo di mentalismo ne è l’esatta dimostrazione. Quello che Silvan – suo caro amico – fa con le mani, ovvero manipolare oggetti e carte per dare la sensazione di creare qualcosa di impossibile, io lo faccio con i pensieri e i ricordi dei miei spettatori».