La Juventus resiste all’assedio del Napoli, mentre la Roma vince, senza convincere, contro l’Empoli, ma è la squadra bergamasca a invadere Genova con i suoi cinque dischi volanti, che fanno volare la ‘dea orobica’ al quinto posto in classifica
Vi sono cose in cielo, in terra e nei ‘bagni’ di McDonald che noi umani non possiamo neanche immaginare. Eppure a volte, o molto spesso, basta guardare dritto negli occhi di chi fa la Storia per capire come l’ha fatta e come i suoi avversari, pur valorosi nell’essersi comprati il mitico ‘Risiko’ in offerta a 7 euri e 30 centesimi dal tabaccaio sotto casa, di tattiche e manovre militari non ne capiscano una beneamata ‘mazza’. La Juventus sapeva. E potremmo anche fermarci qui, perché le volte in cui la Juve non sapeva, ha sempre preso lanciarazzi e ‘fischiabotti’ dalle sue storiche rivali, Milan e Inter e, talvolta, anche da Roma e Lazio, che sapevano di non sapere, ma almeno lo sapevano... In ogni caso, l’Armata Gioventù di Gianduia sapeva. Dunque, la psico-trappola “ti sgonfio nel morale e poi ti ‘scucio’ lo scudetto, oppure se va male lo regalo ai ‘lupacchiotti’ de Roma, che sinnò nun vincono manco alla Snai”, ordita in gran segreto dal generale Sarren, mirava a toglierle punti forse decisivi per la conquista del ‘Sesto sigillo’ consecutivo, che a differenza di Galbani non vuol dire fiducia, bensì leggenda! E allora, ecco il piano dell’arguto feldmaresciallo Arrigoski: iniziare la contesa con finta indifferenza, per indurre gli avversari a un qualsivoglia errore tattico o di concentrazione, infilare loro ‘l’ordigno-fine di mondo’ sotto al sette e poi tutti in ritirata nelle trincee, al riparo dalla furiosa e violenta, ma fatalmente confusionaria, artiglieria nemica, in attesa di poter mettere il ‘becco’ fuori dalla propria area di rigore solamente quando il Napoli fosse entrato in debito d’ossigeno. E così, più o meno, é andata la sfida del San Paolo: improvviso scambio ‘circense’ fra Pijanic e Khedira e siluro terrificante di quest’ultimo a bucare il materasso di Reina, che s’era colpevolmente appisolato e sognava, visibilmente e comprensibilmente, di ‘chattare’ anche lui con la moglie di Papu Gomez. Il Napoli ci ha provato a pareggiare: prima con Maertens, poi ancora con Maertens e infine con Insigne. Ma Buffon, senza dover fare neanche una parata ‘vera’, ha dovuto solo sbuffare come una locomotiva per raccogliere i palloni usciti, di poco o di molto, dal terreno di gioco. Nel terzo tempo, che sarebbe il secondo ma un omaggio al mitico ‘Frengo e stop’ non lo si può evitare, i furiosi in parte ‘nopei’ e, in parte, solo ‘incazzati’, dopo averle tentate tutte per far crollare il ‘fortino asburgico juventino’ s’inventavano una magia-flipper degna dei calciobalilla della gloriosa bisca ‘Da Livio’, situata, secondo alcuni scavi archeologici risalenti al secolo scorso, presso le catacombe di via Arnobio, nel quartiere Balduina in Roma. E così, capitan Hamsick infilava l’1-1 della rabbia e dell’orgoglio, tanto cari a una nostra ispirata scrittrice che non c’è più, Oriana Fallaci, ma che rimpiangeremo per la sua prosa sempre dotta e scintillante. Il pareggio, tuttavia, fa felice la Juventus, perché Napoligrado era il penultimo assedio prima dell’avanzata finale verso la sfida dell’Olimpico contro la ‘Spalletti band’, in programma a 3 giornate dal termine. Cioé quando, probabilmente, il ‘Sesto sigillo’ potrebbe già essere sulla via di Damasco. Anzi, di Torino. Proprio i romanisti, in quest’ultima domenica e grazie al pareggio del San Paolo, hanno ‘rosicchiato’ 2 degli 8 punti di distanza battendo, con poco onore e molto ‘arbitro’, un volitivo Empoli, che all’inizio meritava un sacrosanto rigore con espulsione di Schezny per fallo su Thiam. L’azione era poi proseguita con un goal a gioco fermo di Marilungo, ma l’arbitro non ha concesso né il rigore ai toscani, né l’espulsione contro i romanisti e nemmeno il goal all’Empoli. Ed ecco poi arrivare lo ‘starnuto’ di Dzeko. E buonanotte a chi dice che la Juve vince sempre perché aiutata dai ‘fischietti’… Ma ora è il momento di accendere tutte le luci della ribalta - e ‘crepi’ l’avarizia per il ‘bollettone’ che arriverà in redazione - a favore della sempre più formidabile ‘dea’ di Bergamo alta e pure di quella bassa: l’Atalanta, che nel cuor del nostro direttore ‘megagalattico’ un bel dì vi entrò e mai più se ne andò. Siam sempre più ammirati nel seguire le gesta omeriche dell’orobica compagine, bella come la gioventù aliena discendente dalle divinità nordiche ‘pleiadiane’. Una squadra ricchissima di giovani talenti, Conti e Caldara su tutti, la quale, se non avesse peccato di ingenuità in alcuni incontri, oggi avrebbe almeno 6 o 7 punti in più e si ritroverebbe a ‘battagliare’ per la seconda o terza ‘piazza’. E sai che feste ‘alcolico-lisergiche’ sul ‘Sentierone’ a quest’ora? Il Genoa di quest’anno poteva far paura solo nel girone di andata, quando giocava seriamente e persino la Juve era crollata, a Marassi, sotto ai suoi colpi. Ma dopo quella bella vittoria, il ‘grifone’, ormai quasi salvo, decise che era meglio fare donazioni di punti a tutte le avversarie e, pertanto, non poteva certo essere la mirabile formazione allenata da Gasperini a trattenersi dal fare una ‘goleada’ di ‘golàzi’ assortiti. Subire un 5 a zero in casa é roba grossa, per nulla ‘charmant’, ma al presidente genoano Preziosi interessano solo i giocattoli, ormai s’e’ capito. Clamorosamente, rialza la testa e addirittura impone il pareggio al Milan nientemeno che il Pescara, il quale dopo appena 984 sconfitte di seguito e il ritorno del discutibile traghettatore “mi interessa solo fare goal e se poi ne prendo 30 son contento lo stesso”, al secolo Zdenek Zeman, che già aveva scortato, in passato, i propri giocatori nella fossa delle Marianne, trova, non sa nemmeno lui bene come, il modo per imporre lo ‘stop’ ai ‘diavoli’ rossoneri, anche se con un bel po’ di ‘buenasuerte’ per la 'cappellata sesquipedale' vedi ‘vai col liscio’ di Donnarumma, erede in pectore di Buffon. I mondiali di calcio non sono lontani, dunque pensiamoci ancora un poco prima di affidarci a Gigio per fare le barricate contro Brasile, Germania e Argentina. Sia come sia, stendendo un ‘velo pietoso’ su un’Internazionale di Milano che, come al solito, si suicida in casa contro la Sampdoria, registriamo (ma solo col vecchio, caro estinto vhs) la fortunata vittoria della Lazio al Sassuolo Stadium, con i ‘goals’ di Immobile e... Consigli! Ah! Pardòn: é autorete del portiere. Tuttavia, vale pur sempre un goal: pure ‘sto Simone Inzaghi, però, che ‘buenasuerte’, ragazzi! Se la dea bendata non si decide a occuparsi, finalmente, dei 4 milioni di disoccupati in Italia e di portare un po’ di ‘sfiga’ a chi lavora senza titoli, di merito o di studio, il prossimo derby di ritorno di coppa Italia, valevole per assegnare il posto in finale fra Roma e Lazio, sorriderà poco agli amici der ‘Pupone’ e molto ai lazialotti. A Palermo, la cui squadra è ormai rassegnata alla retrocessione, è giunto il Cagliari, che invece di dimostrare cuore e ‘pietas’ per i poveri siculi caduti in disgrazia, gli fa 3 ‘pere’ col resto di una. E vince facile anche la Fiorentina contro il più insulso Bologna degli ultimi 30 anni, grazie a un goal del ‘redivivo’ Babacar, che pare addirittura sia munito di ‘sidecar’. Pareggiano Torino e Udinese, 2 a 2, in casa del ‘Gallo Belotti’, il quale segna il goal del pari, ma che se l’arbitro non gli avesse fischiato un offside che non c’era, ora sarebbe primo in classifica marcatori, mentre Dzeko sarebbe solo secondo a 23 reti realizzate. Invece, il 23 ‘bucio di culo’, per il momento sorride al giallorosso.
NELLA FOTO: I 5 DISCHI VOLANTI DELL'ATALANTA CHE HANNO ANNIENTATO LA CITTA' DI GENOVA