La Juventus non ‘molla’ il sogno del sesto scudetto consecutivo battendo una combattiva Atalanta, mentre Lapadula tiene in corsa ‘el diablo’, l’Inter sprofonda e la Roma si aggiudica il derby della capitale
Non sarà, forse, il torneo calcistico più ‘fiammeggiante’ e di qualità in Europa, ma di sicuro la serie ‘A’ italiana non teme rivali in quanto a emozioni forti e fortissimamente illogiche. Pensiamo solamente al gol di Babacar all’ultimo respiro contro il 'povero Palermo', che avrebbe meritato anche più di un pari contro la Fiorentina al ‘Franchi’ e, invece, come tutti gli illusi ma puri di cuore, se ne torna in Sicilia con l’ennesima amarezza, sottoforma di sconfitta (la numero 11). La ‘viola’ non vinceva in casa da quasi 3 mesi e ora, benché la sua classifica esprima una certa mediocrità (8° posto) è sempre messa meglio della ‘squinternata’ Inter, decima, un punto sotto la discreta ma niente più Sampdoria e appena 2 punti sopra un brillante Genoa, che però deve ancora giocare contro il Chievo e presto recupererà la gara con la Fiorentina, sospesa un mese fa. Dispiace assistere a un campionato così triste, amaro e sconfortante per i nerazzurri allenati dall’onesto mister Pioli: chi mai gliel’ha fatto fare di prendersi ‘sta ‘gatta’ da ‘pelare’? Forse, i neo-proprietari asiatici pensavano che, per fare grande una squadra di calcio, bastasse acquistare tanti buoni giocatori (tranne l’ormai acclarata ‘mezza sega’ Kondogbia, costato 38 milioni di euro...) senza pensare prioritariamente a creare una buona struttura societaria, con dirigenti esperti e capaci. E a ‘zittire’ la ‘starnazzante’ pseudo-procuratrice sexy di Icardi: la mai troppo ex soubrette e ‘gossippara’ Wanda Nara. Ad affossare il ‘biscione’ ci aveva pensato, 2 giorni fa, l’incostante Napoli di Sarri con un 3 a 0 tanto pesante quanto ineccepibile. Ora, per la squadra del ‘ciuccio’ la speranza è quella di riuscire a dare una decisa ‘sterzata’ al suo torneo dalle lunghe ombre e dalle poche luci. E se riuscirà a non perdere in casa del Benfica gioirà per la matematica qualificazione agli ottavi di Champions League. Qualificazione già sicura, invece, per le ‘zebre’ di Allegri, tornate ‘vispe’ e ‘scalcianti’ a spese della vera sorpresa del torneo: l’Atalanta di ‘mister Gasp’, ridimensionata giusto soltanto un po’ dai troppo più forti bianconeri, trascinati dal ‘Pipita della Croazia’, Mario Mandzukic, che oltre a segnare reti decisive trova anche il tempo pure per fare lo stopper e il centromediano ‘metodista’ (un ruolo ormai antico, risalente al WM dell'indimenticabile Nereo Rocco). A volte, Mandzukic trova pure il tempo per fare il caffè: un vero ‘campione-polpo-monstre’. La Juve è ancora a +4 in classifica su Roma e Milan. Dunque, veniamo proprio a queste due compagini, che sembrano, al momento, le più serie outsider per la conquista del ‘Santo Scudo Graal’. I giallorossi di Spalletti hanno giocato male il derby della capitale, ma sempre meglio degli odiati cugini laziali, incapaci di effettuare un solo tiro insidioso nell’arco dei 93 minuti. Sì, il goal del vantaggio romanista è arrivato per gentile concessione di tale Wallace, un difensore ‘biancoceleste’ che nessuno vorrebbe mai a presidio nemmeno del proprio balconcino di casa: figuriamoci come baluardo della difesa di una buona squadra quale resta, in ogni caso, la Lazio. Lo 'scriteriato' Wallace ha regalato follemente un pallone a Strootman. E quest’ultimo sarebbe sembrato un ‘cafone’, se non avesse prima ringraziato e poi ‘bucato’ l’incolpevole ormai ex portiere Marchetti. Incolpevole sul primo goal, ma non sul secondo, realizzato da Naingollan, giacché la ‘mozzarella’ tirata da quest’ultimo verso la porta non era nemmeno di bufala. 2 a 0 e poi più nulla. Anzi no: molto di più, purtroppo. Facciamo un passo indietro. Dopo l’1 a 0, il genialoide Strootman ha pensato bene di fare lo spiritoso ‘guascone’ alla ‘Amici miei’ in versione olandese, lanciando il contenuto di una bottiglietta d’acqua in faccia al ‘panchinaro’ Cataldi. Come a dire: “Perdete sempre contro di noi, siete delle emerite ‘pippe’, ma un po’ d’acqua non si nega a nessuno”. Tale discutibile atteggiamento non veniva sanzionato con l’espulsione, come da regolamento, mentre invece è stata punita, col 'cartellino rosso', la trattenuta della maglia da parte dello sbeffeggiato Cataldi. Chissà se la pessima Lazio di questo derby sarebbe stata in grado di pareggiare, con un uomo in più: non lo sapremo mai. E, del resto, non ce ne importa poi molto. Ci interessa assai di più diventare seri per un attimo e stigmatizzare l’esecrabile frase proferita dal ‘biancoceleste’ Lulic ai microfoni di Sky: “Rudiger vendeva calzini e borsette a Stoccarda e ora fa il ‘fenomeno’...”. Ma 'sto Lulic è solo un ingenuo incosciente che pensava di dire qualcosa di esilarante, oppure è un razzista della peggior specie? A voi lettori l’ardua sentenza. Il Milan, per parte sua, non si è ancora ben capito come faccia a stare lì dove sta, con gli stessi punti di quella Roma che affronterà all’Olimpico, lunedì prossimo, alle 21.00. Il Crotone, ‘fanalino di coda’, stava per strappargli un 'punticino mortifero’ proprio in ‘casa’, quando l’emergente Lapadula, ormai assai più di una promessa, gli infilava in rete il pallone del 2 a 1, nascondendo, almeno per ora, gli enormi problemi di gioco dei rossoneri. Il prossimo turno ci dirà se trattasi di un bluff o se la corsa scudetto sarà una bella cavalcata a 3, come la forte squadra giallorossa ha quasi sempre fatto nelle sue ‘annate’ migliori.
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