Il Milan è tornato a ‘ringhiare’ come piace al suo nuovo mister, Rino Gattuso, che ha portato fiducia, metodo e convinzione in un ambiente che, a inizio stagione, sembrava allo sbando
Il Milan, reduce da 5 vittorie consecutive, sembra aver davvero dimenticato il periodo buio d'inizio di stagione. Vittoria dopo vittoria, il ‘diavolo’ ha quasi raggiunto un posto in 'Champions', che manca ormai da 5 anni. La squadra ha riacquistato fiducia dopo un avvio a dir poco disastroso: 6 sconfitte nelle prime 13 partite, in quella che doveva essere la stagione della ‘rinascita’. Lo scorso anno, i rossoneri, in avvio di stagione, avevano battuto Juventus, Sampdoria e Lazio, pareggiando con l’Inter e perdendo con il Napoli. Il problema, dunque, non ci è parso solamente di ‘calendario’. La vera svolta è avvenuta con l’arrivo di mister Gattuso, il quale, analizzando la squadra, ha trovato nella condizione fisica e mentale gli ostacoli principali. In allenamento, la musica è cambiata: ora si punta molto sull’intensità e sull’impegno, basando la preparazione “su principi completamente diversi da prima”. Queste parole di Bonucci fanno capire perfettamente l’ambiente che si respira, ora, a Milanello: “Sul campo (Gattuso) è il primo ad allenarsi, la carica e la passione che ci mette è impressionante: non penso di averla mai vista in nessun altro allenatore”. Come già detto, la confusione mentale aveva gettato il Milan in una crisi più grave di quanto la squadra meritasse. L’erroraccio del capitano, in occasione del match contro l’Austria Vienna, ne è l’emblema: il giocatore, lanciato in scivolata, va in piena confusione, tentando di trattenere la palla in una situazione già troppo complicata, finendo per causare un autogol. Ma il Milan è anche ‘l’autore’ involontario (e sofferente) del primo punto del Benevento: “Avrei preferito una coltellata, ma dobbiamo ripartire”, commentò Gattuso. E così fu: il Milan ripartì, macinando risultati utili. Ma cosa è davvero cambiato da quel lontano 3 dicembre, giorno ‘storico’ per il 2-2 all'ultimo minuto messo a segno dal portiere del Benevento, Brignoli? Tatticamente, senza ombra di dubbio assistiamo a un miglioramento tecnico in tutti i settori del campo. La squadra, adesso, è sempre ben messa in campo, a partire da Bonucci. Un avvio di campionato alquanto disastroso il suo, dovuto probabilmente anche all'eccessiva responsabilità che il ragazzo ha percepito in seguito al contestato trasferimento dalla Juventus per una cifra di 40 milioni di euro. Gli equilibri non li ha spostati affatto, anzi: inizialmente, pareva essere uno dei 13 trasferimenti ‘flop’ made in Fassone-Mirabelli. Nonostante ciò, con l'arrivo di Gattuso e con il cambio di modulo (dal 3-5-2 al 4-3-3), la personalità in campo dell'ex juventino è completamente cambiata, trascindando anche il resto della squadra da vero capitano. Quel “non sono soddisfatto di me stesso” del 27 settembre, alla viglilia della sida di Europa League contro il Rijeka, si è mutato in un “mi sento importante come alla Juventus”, del 19 febbraio scorso, in seguito alla vittoria contro la Sampdoria. Proseguendo lungo l'asse difensivo, giovani come Romagnoli e Calabria, affiancati da veterani come Rodriguez e dal rinnovato ‘capitan Bonucci’, stanno maturando in fretta. E, con il passare delle partite, l'intesa non fa altro che aumentare. Il reparto mediano sta recuperando sicurezza e convinzione, incarnando il ‘mantra’ di equilibro del mister, anche se Biglia rimane una delle poche note stonate. Forse, si allontana troppo dallo stile di gioco fisico che vorrebbe Gattuso, che ha sempre preferito il ‘fallo’ alla giocata di classe. Ha avuto spazio anche Calhanoglu, totalmente nuovo nel panorama calcistico italiano, che ha giuocato da titolare nelle ultime 9 partite di campionato, collezionando un totale di 3 gol e 2 assist intelligenti. Un bel bottino, considerata anche lo scarso cinismo del Milan, che con 358 tiri (4° in classifica per numero di tentativi verso lo ‘specchio’ della porta) ha messo dentro solo 58 palloni, raggiungendo la nona posizione in classifica reti. In fase offensiva, promesse come Andrè Silva e Cutrone, neo-convocato nella sfida tra Italia e Argentina del questo venerdì 23 marzo, hanno preso fiducia. E i gol realizzati in serie A sono passati da 19 (era Montella) a 41, a parità di presenze tra i due allenatori. Certo, è anche sorto il ‘caso Kalinic’, che fatica ancora a trovare la condizione, nonché ‘scoppiato’ in seguito alla mancata convocazione per la partita contro il Chievo. Secondo Gattuso, il giocatore sembra svogliato, o per lo meno tale era risultato nell’ultimo allenamento. E questo gli è costato la convocazione. Tuttavia, ciò comprova il fatto che, ora, non si scherza più: non ci sono inamovibili. Il Milan ha ritrovato l’equilibro che Montella non era riuscito a realizzare, restituendo velocità alla manovra milanista, senza compiere rivoluzioni. Impegno, grinta e voglia di giocare sono i 'punti-chiave' del nuovo Milan di 'Ringhio' Gattuso, che ora punta alla qualificazione in ‘Champions’.
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