Sono bastate queste due parole a Claudio Ranieri per insediarsi con il beneplacito di tutti sulla panchina della Roma a una dozzina di partite dal termine della stagione, ma ha subito messo le cose in chiaro: “La Roma si merita”
In casa dei giallorossi è scoppiata la rivoluzione: fuori allenatore e direttore sportivo in una giornata, cambiato anche medico e capo dei fisioterapisti. Negli anni scorsi, la Roma ha avuto diverse crisi, alle quali però le risposte erano sempre vaghe e, soprattutto, il cambio dell’allenatore in corsa era visto come un semplice ‘cambio della guardia’. Invece, a Ranieri questo ruolo sembra stare stretto. Sarà il suo passato da ‘romano e romanista’, sarà la sua impresa colossale con il Leicester, ma il neo-responsabile tecnico non ha alcuna intenzione di fermarsi a svolgere il ‘compitino’. E punta al quarto posto. Queste le sue parole, risalenti all’8 marzo scorso, prima della sconfitta con la Spal: "In questa lunga giornata, ho parlato con la squadra. Il momento è delicato: in dodici partite ci giochiamo il futuro. I ragazzi sono sensibili, alcuni potrebbero essere non abituati, essendo giovani, a giocare in una piazza così importante. Chiedo ai tifosi di stargli vicino e a incoraggiarli, anche e soprattutto nei momenti difficili, perché poi, alla fine, chi soffre veramente siamo noi tifosi". Con questo discorso, Ranieri ha suonato la carica e conquistato tutti, persino i tifosi. Quest’aura ‘sognante’, tipica di Roma, però finisce subito: il 2-1 con la Spal, ha riportato tutti alla dura realtà, con un avversario in forma perfetta, complice anche il ritorno di un Lazzari da mal di testa. D’altra parte, i giallorossi sono in piena crisi, a causa anche degli infortuni e del disorientamento generale. Non ci si poteva certo aspettare un cambiamento radicale in sole due settimane, ma è mancata la voglia di vincere: “Sì, siamo alti due metri, ma se non vinci i duelli non vai da nessuna parte. Non siamo stati squadra contro di loro, che invece lo sono stati. Il calcio è uno sport di squadra: vince chi è più squadra, chi è più motivato e determinato. Loro sono stati tutto questo, noi no: abbiamo messo un impegno singolo, ma non è sufficiente se giochi con una squadra che sta con l'acqua alla gola, che vince tutti i duelli, che vince tutte le seconde palle. Quello significa voglia di vincere e noi non l'abbiamo avuta”. Questo il commento di Ranieri dopo la sconfitta.
Un evento avvenuto negli spogliatoi, durante la pausa tra primo e secondo tempo del match, ci restituisce con precisione la poca coesione della squadra: Dzeko, entrando nello spogliatoio, ha preso a calci tutto quel che trovava sulla via e ha avuto un forte diverbio con El Shaarawy, arrivando persino ‘alle mani’; i due sono stati poi separati da Olsen e da Fazio. Questo, acceso (sarebbe un eufemismo) diverbio è costato la sostituzione al ‘faraone’ nel secondo tempo. E i due ancora sembrano non essersi chiariti. La Roma, si sa, è sempre stata una squadra molto difficile da gestire per gli allenatori. E in passato si sono visti episodi anche peggiori. Ma, come si diceva prima, l’aria è cambiata. E Ranieri ha usato il ‘pugno di ferro’ per gestire questa situazione: multa del 30% di stipendio per i due (si tratta di cifre che si aggirano attorno ai 50 mila euro per il faraone e più di 100 mila per il bosniaco). Ranieri aveva anche pensato di tenerli fuori, per poi ricredersi, vista l’importanza della partita successiva, contro la Fiorentina e l’alto numero d’infortuni. La situazione della squadra non è delle migliori. E gli ultimi risultati non sono confortanti. Da dove ripartire? Ranieri ha dimostrato che ha già in mente la strada da percorrere, per raggiungere questo quarto posto. Ai giallorossi mancano 5 partite in casa e 4 in trasferta, fra le quali lo scontro diretto con l’Inter. Ai giallorossi non servono i salti mortali, ma devono ritrovare costanza di rendimento e di risultati. Da oggi sono tutti sotto esame e Ranieri avvisa: “La buona volontà non basta”.
NELLA FOTO: CLAUDIO RANIERI
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