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23 Novembre 2024

"Vinca il migliore? Sperèm che no..."

di Andrea Giulia
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"Vinca il migliore? Sperèm che no..."

La Juventus cade a Firenze e la Roma si rifà sotto, pur soffrendo a Udine, ma la vera delusione della giornata è il Chievo, ormai in evidente crisi d’identità dopo aver abbandonato la dottrina del ‘maestro’ del ‘difensivismo storico’: Nereo Rocco

Solo chi cade può risorgere. Sbagliato è rimanere a ‘tappeto’. E se lo diceva il grande Muhammed Alì non vi sono dubbi che la mediocre Juventus, sconfitta di misura al ‘Franchi’ dalla più pimpante e tonica Fiorentina della stagione, saprà far tesoro di questa sincera ‘perla’ di saggezza del più grande ‘pugile-filosofo’ della Storia. I bianconeri di Allegri hanno sbagliato nell’impostazione della gara sin dal principio. E tale, imperdonabile, manchevolezza ha favorito e incoraggiato l’ardore agonistico dei ‘viola’, che prima con Kalinic e poi con Chiesa hanno ‘bucato’ impietosamente la retroguardia dei campioni d’Italia. La veemente reazione ‘imbufalita’ dei 'Razorback a stelle e a strisce' non s’è fatta attendere. E l’inesorabile ‘cecchino’ Higuain, con un tocco sotto misura, pareva aver modificato definitivamente l’inerzia e le sorti della gara, lasciando prevedere una 'riscossa juventina' che sarebbe dovuta approdare prima al pareggio e poi addirittura alla rimonta. Invece, pur sfiorando più volte il goal con lo stesso 'Pipita' e l’ancora ingiudicabile acquisto estivo Pijaca, il pareggio non lo ‘piazzava’ nessuno. E se non pareggi, poi è arduo provare a vincere: è proprio una questione quantitativa! Clamorosa la ‘palla-goal’ sciupata nel finale di gara dal talentuoso argentino Dybala, che a fronte dell’occasione ‘divorata’ con ignominia sarà costretto dal feroce mister Allegri ad allenarsi giorno e notte a Vinovo esercitandosi a  tirare in porta da tutte le posizioni possibili e impossibili del campo, mentre ai pali delle porte procaci fanciulle si esibiranno in sensuali volteggi ‘lapdance’ per tentare di farlo sbagliare: un'impresa ampiamente alla portata delle ‘distinte signorine’, a giudicare dall’attuale pessimo stato di forma dell’attacante. E se Dybala continuerà a sbagliare, Allegri gli ha già promesso uno spettacolare ‘Omicidio a luci rosse’, facendosi prestare il trapano da Brian De Palma.
In ogni caso, la caduta della ‘zebra-5 scudetti di fila’, che vuole anche il sesto altrimenti porterà via il pallone, ha determinato una situazione di ‘assedio totale’ alla maniera del grande capolavoro firmato John Carpenter nel 1976, ‘Distretto 13: le brigate della morte’, da parte di tutte le inseguitrici, ormai a distanza di uno ‘sputacchio’ o poco più, visto che la ‘Vecchia signora’ ha ancora una gara da recuperare l’8 febbraio prossimo in casa del ‘Real Crotone’. E anche se, come da pronostico, la Juventus sommergerà di reti i ‘poveri calabriselli’, capitati in serie A un po’ per ‘caso’, gli eventuali 4 punti di distanza dalla Roma, vincente tra ‘sbuffi’ e ‘rantoli’ a Udine grazie al suo ‘vero attaccante’ Naingollan (mentre Dzeko è tornato la ‘gran pippa’ che è quasi sempre stato...) non sono un margine di sicurezza con 18 gare ancora da disputare. Comunque: staremo a vedere...
Il Napoli si mantiene ‘buon terzo’ battendo il Pescara per 3 a 1. E ci mancava pure che non battesse gli scarsissimi abruzzesi, ultimi in classifica in compagnia del già citato ‘Calimero- Crotone’! Ma forse, la vera e più inquietante sorpresa della giornata è stata questa incredibile Lazio di Simone Inzaghi, che più la sottovaluti e più ti prende di sorpresa. Vittima della ‘dissimulazione’ stavolta è stata la sempre combattiva e mai banale Atalanta, tanto cara al nostro ‘Herr direktor’, la quale ha ceduto di schianto alla ‘verve’ dei laziali, bravi a recuperare con Milinkovic e Immobile lo svantaggio iniziale siglato da Petagna. Un giocatore, quest’ultimo, che con il cognome che si ritrova non sarà mai convocato per i mondiali: lo cambiasse al più presto all’anagrafe comunale di Bergamo in quel che gli pare. Magari in Castagna, così se riuscirà a segnare un goal contro il Brasile durante la finalissima, potremo tutti quanti esclamare: “Che castagna 'sto Castagna”!  
Il Milan è rimasto a quota 37 punti, ma non per colpa sua: dopo la trasferta di Torino, sponda granata, deve pure recuperare quella di Bologna nel prossimo febbraio: almeno un altro punto in più è lecito attenderselo dai ‘rossoneri’, che se non dovessero arrivare neanche a quota 38, allora saranno denominati la ‘31-31 squadra-sputazzi’, con evidente e sacrosanto, benchè poco elegante, intento dispregiativo. L’altra milanese, l’Inter, già da tempo in ripresa (è alla quinta vittoria consecutiva) si è sbarazzata di un modestissimo Chievo, che era andato persino in vantaggio nell’unica occasione che gli era capitata in tutta la partita. Ma siccome i veronesi hanno ormai dimenticata la ‘lezione’ del ‘difensivismo storico’ di Nereo Rocco, con palloni scagliati in tribuna alla “Viva il parroco” (e magari direttamente addosso al parroco, per fare prima...), eccoli lì che si ritrovano a non esser più né carne, né pesce, in evidente crisi d’identità e alla ricerca di un nuovo ‘maestro’.
Gli ‘sforacchiati-brothers’ del Cagliari, invece, (44 goals subiti in 20 gare, in fila per 3 col resto di 1) finalmente hanno travolto un Genoa da alcune settimane più spento e ‘brocco’ di ‘Soldatino’, il cavallo apparentemente ‘sfigato’, ma eroe per un giorno, acclamatissimo dal grande Mario Carotenuto e stramaledetto da ‘Mandrake-Proietti’ nella più jellata corsa-tris che si ricordi: Soldatino, King e Dartagnan in ‘Febbre da cavallo’. Fa ‘discretamente schifo’ pure il Palermo, ‘sbatacchiato’ dal Sassuolo del redivivo ‘ex zombi’ Matri: conoscendo noi tutti il presidente Zamparini, ‘record-man’ mondiale di licenziamenti di alleatori, prevediamo per il buon Corini un ‘siluramento’, accompagnato da eventuali richieste ‘risarcitorio-sindacali’.
Chiudiamo con l’ennesimo scialbo ‘zero a zero’ conquistato a casa di una ‘catatonica Sampdoria’ da un poco più che onesto Empoli, il quale, pur di fare il record di pareggi di tutto il sistema solare, è stato capace di sbagliare un rigore col ‘tapino georgiano’ Mchelididze. Dicevamo poc’anzi dell’importanza dei cognomi: se ti chiami Mchelididze, due cose della vita le sai già sin dalla nascita: 1) nessuno riuscirà mai a pronunciare il tuo nome correttamente e, anzi, faranno tutti a gara a storpiarlo, facendosi quattro risate alla faccia tua; 2) sbaglierai almeno un rigore, tornando presto nel ‘dimenticatoio’ dell’anonimato più assoluto.

 

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NELLA FOTO: L'INDIMENTICABILE ALLENATORE TRIESTINO NEREO ROCCO

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