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21 Novembre 2024

Beppe Salmetti: "La vera anima di Milano è popolare e multietnica"

di Valentina Cirilli
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Beppe Salmetti: "La vera anima di Milano è popolare e multietnica"

Lo spettacolo itinerante ‘Shakespeare di quartiere, Romeo e Giulietta su via Padova’, andato in scena l’8 e il 9 giugno scorsi nell’ambito del ‘NoLo Fringe Festival’, raccontato da uno dei suoi ideatori

Non male per una prima edizione di quello che è stato il 'NoLo Fringe Festival', il tanto atteso Fringe Festival di Milano. Dal 3 al 9 maggio scorsi, la rassegna di arti performative contemporanee che prende le mosse dal celebre Edimburgh Fringe Festival ha promosso le creazioni di giovani compagnie nazionali e internazionali. Nel cuore del quartiere popolare e multiculturale ‘NoLo’ - l’area a nord di piazzale Loreto - quattro palchi, tre locali e una palestra hanno ospitato sette spettacoli selezionati, cui si è aggiunta una ricca appendice, il ‘Fringe Extra’, fatta di reading, installazioni e performance itineranti che hanno reso i cittadini del quartiere i veri protagonisti della scena. “Se doveva nascere un Fringe Festival a Milano, il luogo non poteva che essere NoLo. NoLo è quella che 25 anni fa era Camden Town a Londra o il Marais a Parigi: realtà complicate, piene di contraddizioni”, ha risposto il direttore artistico Davide Venazzani nell’intervista pubblicata nell’ultimo numero dello sfogliabile di Pim. Un quartiere, ha spiegato Venazzani, il cui difficile passato, fatto di droga, criminalità e degrado, non ha ostacolato, bensì incentivato, l’insediamento di una comunità di giovani creativi e tenaci. Professionisti (attirati dal basso costo degli immobili), che hanno saputo avviare un processo di recupero e valorizzazione del luogo. La programmazione di appuntamenti a carTomeoeGiulietta_3.jpgattere artistico e culturale ha dato una seconda vita a molti degli spazi abbandonati del quartiere, restituendoli alla comunità eterogenea che li abita. Chi ha passeggiato per le strade di ‘NoLo’ durante il Fringe Festival meneghino, si è potuto sentire spettatore di una realtà di perfetta convivenza tra diverse culture ed etnie, in cui il teatro, nelle sue forme più popolari e sincere, ha giocato un ruolo fondamentale. In tal senso, tra la varietà delle proposte della rassegna, lo spettacolo itinerante ‘Shakespeare di quartiere, Romeo e Giulietta su via Padova’ può dirsi uno degli esperimenti più riusciti. Nata da un progetto di Beppe Salmetti, Paula Carrara e Carla Stara, questa originale operazione di ambientare una versione rivisitata della celebre pièce del bardo, ‘Romeo e Giulietta’, tra gli angoli nascosti di via Padova, ha visto la piena partecipazione da parte degli abitanti del quartiere. Difficile dimenticare il momento in cui, mentre Giulietta recita il suo monologo nell’interno di una vecchia casa di ringhiera, a poco a poco i balconi circostanti si riempiono di donne, bambini e signori molti dei quali proprietari dei locali multietnici sottostanti, disegnando una platea insolita, colorata e meravigliata. Beppe Salmetti, regista, attore e co-ideatore dello spettacolo ‘Shakespeare di quartiere, Romeo e Giulietta su Via Padova’, andato in scena l’8 e il 9 giugno scorsi, ci racconta il progetto sin dalla sua creazione nell’intervista che segue.

Beppe Salmetti, come è nata l’idea di uno ‘Shakespeare di quartiere’?
“L’idea nasce da un progetto condiviso con Carla Stara e Paula Carrara che avrebbe dovuto essere realizzato nel quartiere di Corvetto una decina di anni fa, quando la via Corvetto non era così accogliente come la vediamo oggi. Mettere in scena uno ‘Shakespeare di quartiere’ significava, per noi, allestire uno Shakespeare in cui gli abitanti del quartiere avrebbero avuto parte attiva non solo nella recitazione, ma anche nell’intero processo di allestimento. Un tentativo per scoprire dei luoghi che non si è abituati a vedere: a Milano, ci sono alcune zone in cui aprire un portone significa fare una nuova scoperta. Questo accade anche su via Padova: una via nel cuore di un quartiere, NoLo, in forte espansione, ma soprattutto un luogo in cui molte personalità si rendono disponibili a mettere in condivisione le proprie professionalità, passioni e conoscenze, per lavorare insieme”.

Quindi, avete cercato il coinvolgimento degli abitanti del quartiere?
“Sì. Davide Venazzani, il direttore artistico del ‘NoLo Fringe Festival’, ha accolto con grande interesse la nostra proposta e le nostre idee, stimolandoci a pubblicare una ‘call’ rivolta a tutta la cittadinanza, alla quale hanno risposto numerose persone. Si trattava di una ‘call aperta’ per attori, tecnici e scenografi. Ruoli che, nel corso del lavoro, sono poi cambiati, perché si sono scoperte nuove attitudini”.

Perché la scelta di ‘Romeo e Giulietta’?
“La risposta è semplice: abbiamo scelto un testo che fosse volutamente ‘main stream’, conosciuto da tutti e non elitario, la cui popolarità rendeva le cose più semplici e alla portata di tutti coloro che avessero voluto partecipare. Il risultato è stato un successo, perché abbiamo visto nascere un’atmosfera speciale, fatta di partecipazione, generosità e condivisione”.

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LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO DI: ORIANA SPADARO

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