Al teatro Tordinona di Roma, un gradevole monologo di Pasquale Passaretti e Luigi Morra ci invita a riflettere intorno al vuoto pneumatico di valori morali dei nostri comportamenti quotidiani
Un monologo gradevole e interessante, sempre nei margini del ben posto e recitato come si deve, soprattutto nei suoi passaggi più ironici o vagamente grotteschi. Un’opera ben scritta e altrettanto ben pensata e diretta. Questo, in estrema sintesi, il giudizio critico per ‘Binario 2: sotto la panca la capra crepa’ di Pasquale Passaretti e Luigi Morra, portato in scena nei giorni scorsi a Roma dalla compagnia ‘Etérnit’ presso il teatro Tordinona. Si tratta di una riflessione sulla solitudine, in cui il capostazione di una piccola località di provincia racconta le incongruenze e le contraddizioni di comportamento che si manifestano e che incontriamo nella vita di tutti i giorni. Forse è presente un riferimento a ‘La stazione’ di Sergio Rubini, almeno in una chiave di ‘spunto ispiratore’. Ma in questo caso, lo spettatore si ritrova in un territorio culturale più sottile, meno attratto da tematiche inerenti alla sopraffazione e maggiormente concentrato sul vuoto pneumatico di valori della nostra attuale società. La stazione ferroviaria, quindi, è solo uno sfondo come un altro. Quel che conta è il senso di costrizione psicologica dettato dalla continua presenza di limiti e barriere comportamentali, presenti negli atteggiamenti cui le persone fanno quotidianamente ricorso. Proprio il susseguirsi delle stravaganti espressioni di una serie di personaggi, descritti e caratterizzati con tratto fantasioso e, al contempo, essenziale, finisce col porre una questione sociologica niente affatto banale, che il protagonista cerca di superare ‘sfogandosi’ tramite alcune ‘fisse’ personali, come per esempio l’amore verso gli ‘scioglilingua’, funzionali, per un verso, a ingannare i tempi di attesa tra il passaggio di un convoglio e l’altro, o in quanto forma di divertente ‘esorcismo descrittivo’ di un tempo inutilmente subito e di una solitudine consapevolmente patita. Luigi Morra in scena è assai bravo a riempire gli spazi, riuscendo a superare la pesante difficoltà scenica di fornire al pubblico immagini vitali della vuota quotidianità del protagonista. La quale, proprio in quanto vuota, non è affatto semplice da ‘riempire’. Ma ciò che veramente colpisce di questa rappresentazione è l’idea che, a volte, per alcune persone - quelle realmente ‘perbene’ - non servirebbe una risposta strettamente pragmatica ai propri problemi e alle proprie angosce, ma semplicemente ‘formale’: un saluto cordiale, o il mantenere fede a un appuntamento. Elementi di sana ‘buona educazione’ che potrebbero rigenerare un sentimento sociale di autenticità nella nostra esistenza di tutti i giorni. Basterebbe assai poco per riuscire a invertire la tendenza verso una fosca e plumbea chiusura di molti nostri comportamenti, sconfiggendo la sterilità morale e tornare a un ottimismo semplice, ma niente affatto banale. Non serve che qualcuno offra realmente un caffè al povero capostazione: basta l’idea, il pensiero, un palloncino con sopra scritta la parola ‘caffè’, oppure un semplice foglio di carta, completamente bianco, con sopra scritto ‘Giornale’. Ciò al fine di rivivere la speranzosa illusione di non essere completamente arroccati nell’individualismo egocentrico, che esistano valori ‘altri’, moralmente più ‘elevati’. Una speranza che purtroppo è fatalmente destinata a morire, poiché assassinata dal ‘menefreghismo’, in molti casi ‘svagato’ e distratto, del prossimo. Anche il gatto Arturo non intende ascoltare i consigli e decide di oltrepassare la linea gialla di sicurezza, violando una delle principali norme di sicurezza che un capostazione è tenuto a far rispettare sui binari del proprio scalo ferroviario. Ma il gatto Arturo è soltanto un animale, mosso dai propri istinti primari. Sono le persone, purtroppo, a non riuscire più a porsi all’altezza di un grado minimo di umanità.
‘Binario 2 : sotto la panca la capra crepa’ ha debuttato il 15 marzo 2012 al teatro ‘Lo Spazio’ di Roma. Nello stesso anno è stato presentato alla prima edizione del ‘Roma Fringe Festival’ aggiudicandosi il premio ‘Special off’ per la messa in scena. A dicembre 2012 lo spettacolo è stato inserito nella rassegna ‘Roma Fringe Festival Winter Time’, presentato come una delle più originali drammaturgie della manifestazione. Dal 4 al 12 maggio 2013, lo spettacolo ha replicato nell’ambito del ‘Torino Fringe Festival’, ricevendo consensi da pubblico e critica.