Si è da poco concluso il giovane festival meneghino, giunto alla sua seconda edizione, con un format tutto digitale: 4 luoghi della storia milanese per 2 dirette streaming e più di 2 mila partecipanti
Dopo la pausa causata dall’emergenza epidemiologica, che ha impedito la realizzazione dell’edizione 2020, il ‘Memi fest’, festival urbano dedicato ai luoghi della memoria di Milano, ha deciso di riprendersi gli spazi del capoluogo lombardo con un nuovo format, originale e tutto digitale. Infatti, il ‘Memi Artistic Virtual Tour’ – così è stata chiamata quest’ultima edizione della rassegna - lo scorso 30 gennaio 2020 ha affidato alle opere ‘site-specific’ di 4 artisti, selezionati tramite una ‘open call’, il racconto virtuale di 4 spazi milanesi legati al tema della Memoria. La manifestazione è stata realizzata dall’associazione culturale ‘Nuvolanove’, promossa dal Comune di Milano con il supporto di ‘Associazione sui passi della Storia’ e ‘Aned’, l’associazione nazionale degli ex deportati.
Ben 2 mila le visualizzazioni totalizzate nelle due dirette streaming a partecipazione gratuita del 'Memi AviTour': quella delle ore 11.00 e quella delle ore 15.30, effettuate nella giornata di sabato 30 gennaio. Grazie a un vero e proprio tour artistico virtuale, il pubblico ha potuto condividere il lavoro delle compagnie protagoniste di questa edizione e le diverse tecniche con cui esse hanno scelto di farsi veicolo di trasmissione di valori e storie legate ai luoghi e all'utilizzo del digitale. Una storica ha accompagnato i partecipanti del 'Memi AviTour', per avvicinare cittadini e non alla storia di Milano attraverso il passato di alcuni luoghi storici e i linguaggi dell’arte contemporanea. Gli artisti coinvolti in questa seconda edizione della rassegna hanno lavorato a una performance interattiva ed esperienziale della durata di 10 minuti, legata a uno dei luoghi rappresentativi delle pagine buie della Storia come la deportazione, il fascismo e l’occupazione nazista: il carcere di San Vittore, la Stazione centrale di Milano, la Loggia dei Mercanti e Palazzo Carmagnola, sede del ‘Piccolo Teatro’.
A fare da ‘fil rouge’ alla narrazione delle tappe del tour è stato il progetto di teatro-canzone dell’associazione ‘Minima Theatralia – Duperdu’, con ‘Mu-Me-MI’: Music and memories of Milan – Canzoni per non dimenticare’, quattro composizioni ‘ad hoc’ per narrare in musica la storia dei quattro luoghi della memoria, integrando i racconti e i ricordi di chi quei luoghi li vive o li ha vissuti personalmente. Non poteva mancare all’appello la realtà che ha fatto della memoria storica il suo tratto identitario, il ‘Teatro della Cooperativa’, già presente nella prima edizione del 'Memi festival'. La performance dal titolo ‘Aquile randagie – Credere, disobbedire, resistere’, dell’autore e interprete Alex Cendron, ha proposto un racconto sulla nascita e la vita del gruppo scout clandestino che era solito radunarsi presso la Loggia dei Mercanti.
Delicata e di forte impatto la performance on line ‘Nordpol’, del duo ‘Ravani&Urrazza’, che ha lavorato sulla selezione di alcuni brevi scritti di persone deportate dal ‘Binario 21’. I due artisti, durante tutta la performance, hanno progressivamente eliminato alcune lettere dal ‘corpus’ dei testi, per riflettere sui tentativi di cancellare e riscrivere passato, presente e futuro, soffermarsi sulle distanze tra le persone e la comunicazione, in tempi così difficili e su tutte quelle lettere inviate ai propri cari con il timore che non venissero mai lette. Un’azione di coinvolgimento della rete cittadina è stata al centro del lavoro dell’associazione ‘Mirmica’, dal titolo ‘San Vittore 30/01/1944: i nomi, le nostre voci’, volta a ricordare le circa 600 persone di famiglia ebraica che quel giorno furono prelevate dal carcere milanese per essere deportate nel campo di concentramento di Auschwitz. Ogni compagnia ha proposto, in anticipazione alle loro rispettive performance, dei momenti di incontro ‘a distanza’, i ‘Memi Virtual Lab’, allo scopo di condividere il lavoro preparatorio alla base dei progetti proposti, che hanno coinvolto più di 300 partecipanti.
Sebbene il contesto attuale non abbia permesso alla comunità della cultura e dello spettacolo di commemorare il ‘Giorno della Memoria’ attraverso la tradizionale dimensione di conviviale presenza fisica, il ‘Memi fest’ ha comunque avuto il merito di porsi come un tentativo, nuovo e inedito, di ricercare strade innovative, che permettano di mantenere vivo il ricordo del nostro passato, fare tesoro del suo insegnamento ed evitare di tornare a commettere gli stessi errori.
QUI SOPRA: LA PERFORMANCE DEI 'DUPERDU' IN UNO SCATTO DI ANNA BRAVI
AL CENTRO: IL CARCERE DI SAN VITTORE NEL 1944 E IL GRUPPO SCOUT SDELLE 'AQUILE RANDAGIE'
IN APERTURA: IL LOGO DELLA RASSEGNA TEATRALE