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Al Cometa Off di Roma è andato in scena uno spettacolo ‘leggero’ di Licata e Filosofi del Ferro (molto diverso rispetto a quel loro ‘33’ vincitore del Premio della critica al Roma Fringe Festival 2015) ‘confezionato’ così meravigliosamente da riuscire nell’impresa di resuscitare un genere: quello della commedia teatrale italiana versione 2.0
Più che uno spettacolo, quello di Gianni Licata e Fabio Filosofi del Ferro è una vera e propria ‘chicca’: un ‘confettino’ di commedia andata in scena al Cometa off, la bella sala di teatro del quartiere romano del Testaccio, dal 5 all’8 novembre ultimo scorso, registrando un vero e proprio ‘sold out’ di pubblico. Licata e Filosofi del Ferro stanno diventando un vero e proprio ‘marchio di fabbrica’, in particolar modo per il pubblico romano. E la critica non può far altro che registrare il loro consenso, affiancato da indicazioni e contenuti di costume e satira sociale. Portare in scena le ansie, le preoccupazioni, i ‘tic’ e le devianze di un gruppo di attori che si appresta ad affrontare un provino era, forse, il ‘terreno’ ideale su cui sia l'autore, sia il regista non potevano non divertirsi a prendere in giro una delle situazioni ‘classiche’ dell’ambiente teatrale. In tal senso, si potrebbe anche obiettare che i personaggi presentati sono piuttosto ‘tipizzati’, sociologicamente parlando. Ma il copione è talmente ironico e arguto da riuscire a ravvivare figure che rischiavano di risultare forse troppo familiari, ponendo lo stile di questa commedia perfettamente a mezza strada tra quello di Almodovar e dei fratelli Coen. C’è la solita ‘divetta montata’, proveniente dai successi delle fiction televisive, resa perfettamente dalla splendida Manola Rotunno; poi arriva il momento dell’ansiosa ed emotiva, un personaggio portato in scena da Eleonora De Longis che sembra ‘mutuato’ da quelli di Anna Marchesini, capace di recitare così ‘meravigliosamente male’ il monologo dell’Amleto da far letteralmente ‘sbellicare’ il pubblico in sala. Ben individuabile, in questo personaggio, la splendida ‘mano’ di regia intervenuta, per esempio, a ‘burocratizzare’ l’elenco di dubbi e deliri psicologici del mitico personaggio ‘shakespeariano’, con l’aggiunta della ‘ciliegina’ finale di un ‘orgasmo di scena’ in perfetto stile ‘ambulanza a sirene spiegate’: inutile aggiungere che più di qualcuno, tra il pubblico, a furia di ridere ha finito col ritrovarsi addirittura ‘sotto’ alle poltrone di platea. In seguito, si presentano un diciottenne ‘implume’, puro nella sua essenzialità recitativa, presentato al pubblico da Lorenzo Nardi e, in seguito, la signora ‘vezzosa’ dei quartieri ‘alti’, l’ammaliante Antonella Alfieri, che non intende rinunciare alle proprie passioni artistiche, utilizzando l’arte teatrale come elisir di eterna giovinezza. Infine, ecco arrivare in scena in tutto il suo ‘splendore’ il canonico ‘tamarro’ dell’Italia del sud, ben fotografato e proposto da Ugo De Cesare, proveniente dal proprio assurdo ‘brodo’ subculturale di ‘tronisti’ televisivi e ‘machismi’ tribali. Nel bel mezzo di tale ‘bailamme’ di stravaganze e momenti di buon teatro, la regista Matilde alterna pillole di saggezza a vere e proprie crisi isteriche, assistita dal suo ‘factotum’, Beniamino, il quale è praticamente costretto a svolgere un ruolo da psicologo, al fine di contenere i capricci della diva. Da notare come la parte femminile dei due protagonisti risulti interpretata da un uomo - lo stesso Filosofi del Ferro - mentre quello maschile sia stato perfettamente ‘dipinto’ addosso alla ‘minuta’ e pur bravissima Maria Antonia Fama, a dimostrazione di come certi ottimi ‘vini’ provengano, quasi sempre, dalle ‘botti’ più piccole. Insomma, ‘Provini per animali da palcoscenico’ è un vero e proprio compendio di situazioni emozionanti ed esilaranti, rappresentativo di una ‘joie de vivre’ e di un coinvolgimento artistico che sembravano abbandonati tra le ‘ragnatele’ degli anni ’80. Il tutto ‘imperniato’ attorno a un testo che si presta benissimo a veri e propri ‘tormentoni’ comici e motti scherzosi: battute e modi di dire che potrebbero persino trovare una loro ‘fissità’ linguistica, tirandoci su il morale nella vita di tutti i giorni. Uno spettacolo ‘leggero’ e molto diverso rispetto a quel ‘33’ che ha portato Licata e Filosofi del Ferro a vincere, quest’estate, il Premio della critica al Roma Fringe Festival 2015. Tuttavia, nel suo equilibratissimo ‘confezionamento’, la rappresentazione è riuscita a cogliere pienamente l’obiettivo di resuscitare un genere: quello della commedia teatrale italiana versione 2.0. Delizioso.
Matilde e Beniamino Provini per animali da palcoscenico di Fabio Filosofi del Ferro - Regia di Gianni Licata Con Antonella Alfieri, Ugo De Cesare, Eleonora De Longis, Maria Antonia Fama, Fabio Filosofi del Ferro, Lorenzo Nardi, Manola Rotunno