Il mensile di informazione e approfondimento che
intende riunire culturalmente il nostro Paese nel pieno rispetto
di tutte le sue tradizioni, vocazioni e ispirazioni ideologiche e politiche.
I contenuti del sito
di Periodico italiano magazine
sono aggiornati settimanalmente.
Il magazine, pubblicato
con periodicità mensile è disponibile on-line
in versione pdf sfogliabile.
Per ricevere informazioni sulle nostre pubblicazioni:
Il 24 gennaio del 1984 Steve Jobs presentò un prodotto che non avrebbe solo fatto la fortuna della sua compagnia, la Apple Computer, ma anche cambiato la vita quotidiana di milioni di persone: il Macintosh 128K, il primo vero personal computer della storia
A voler essere onesti il primo PC a essere commercializzato era stato lo Xerox Star nel 1981, cui aveva fatto seguito un prodotto della stessa Apple, il Lisa, fortemente voluto da Jobs nel 1983: entrambi, tuttavia, si erano rivelati dei grandi insuccessi commerciali, per una serie di motivi legati all’elevata difficoltà di utilizzo, di programmazione e all’elevato costo di vendita. Il Macintosh riuscì a trasformarsi in quello che i suoi programmatori avevano desiderato, introducendo una serie di novità che per noi oggi sono nient’altro che abituali strumenti di lavoro: l’implementazione di un’interfaccia grafica (G.U.I. graphical users interface) che consentiva all’utente di interagire con il sistema operativo tramite elementi grafici sullo schermo e non più attraverso l’immissione di comandi dalla tastiera, con le cosiddette linee di comando; l’utilizzo di un sistema di puntamento innovativo, il mouse, che consentiva il libero movimento sullo schermo, di trascinare le icone e accedervi tramite un click; un design arrotondato ed ergonomico, che minimizzava gli spazi e consentiva un minimo ingombro unito ad un ridotto costo di vendita. La combinazione di tutti questi fattori, unita a una campagna di marketing imponente (famoso lo spot “1984” diretto da Ridley Scott e proiettato durante il Super Bowl XVIII) e alla personalità trainante di Jobs, portò le vendite del neo-nato PC di casa Apple a livelli impensabili. L’Introduzione del Mac, come viene comunemente chiamato, è stata non solo la base del successo Apple, ma anche l’inizio di quella rivoluzione che Steve Jobs, nei suoi anni alla guida dell’azienda di Cupertino, cercò di allargare a tutti i prodotti da lui curati e riassumibile in pochi punti cardine: innovazione tecnica, semplicità di utilizzo ed estetica all’avanguardia. Steve Jobs lasciò la guida dell’azienda nel 1985, in seguito ad una forte riorganizzazione manageriale, e fino al 1997, anno del suo ritorno, Apple perse quella capacità di innovare e stupire degli anni precedenti; una volta richiamato, Jobs si affidò nuovamente al Macintosh per risollevare le sorti della sua creatura: nel 1998 fu presentato l’iMac G3, riportando il logo della Mela nei cataloghi dei Personal Computer di tutto il mondo. La vera svolta, però, arriva nel 2001 quando venne presentato al mondo l’iPod, un nuovo strumento destinato a cambiare non solo il mercato musicale, introducendo il download digitale di intere discografie da un apposita piattaforma, iTunes, ma anche le nostre abitudini e i nostri desideri. Apple riuscì a rinnovarsi grazie all’iPod, non concentrandosi più solo sulla validità tecnica dei prodotti, ma anche sulla capacità di questi ultimi di fare tendenza, di diventare oggetti da acquistare ad ogni costo, dei veri e propri status symbol irrinunciabili.Bisogna ricordare che in quegli anni il settore tecnologico negli Stati Uniti stava vivendo un forte periodo di crisi, sia economica che di idee. Jobs comprese che il personal computer doveva essere reinventato, diventando un “hub digitale”, un luogo in cui si potessero gestire varie apparecchiature digitali ad esso collegate, come videocamere, macchine fotografiche e lettori musicali. Il 2007 fu l’anno in cui Apple decise di entrare nel mercato dei telefoni cellulari, commercializzando l’iPhone 3G, primo telefono a utilizzare uno schermo touch senza tastiera, talmente innovativo da scatenare non solo la corsa all’acquisto, ma anche quella all’imitazione da parte delle altre aziende, rivoluzionando un altro mercato. Il percorso di Apple in questi 30 anni coincide anche con quello fatto ognuno di noi: la tecnologia, in un lasso di tempo relativamente breve, ha invaso la nostra vita, diventando quotidiana, modificando le nostre abitudini, la nostra gestualità e il nostro modo di pensare; think different, lo slogan dell’azienda californiana. L’iPad è probabilmente il prodotto che meglio sintetizza la strategia Apple: un device in grado di racchiudere tutte le funzionalità degli altri prodotti, intuitivo ed ergonomico, capace di creare un nuovo mercato parallelo a quello dei tradizionali PC e che ha modificato un’infinità di settori, da quello dei videogiochi, all’editoria e al giornalismo. La nuova frontiera di questa evoluzione, con ogni probabilità, sarà l’iWatch. Le informazioni sono ancora confuse e imprecise, come da tradizione Apple prima di un grande lancio, ma alcuni esperti hanno cercato di indovinare non solo l’aspetto, ma anche le funzionalità di questo nuovo orologio tuttofare: in base alle ricostruzioni si tratterà di uno strumento in grado di tenere sotto controllo le funzioni biometriche dell’utilizzatore, come pressione sanguigna, grado di idratazione e glicemia. Questa svolta “salutista” di Apple è in linea con quanto mostrato in questi ultimi trent’anni, basati su innovazione tecnologica e creazione di tendenze, alla conquista di nuovi mercati: dal primo PC che consentiva agli utenti di organizzare la propria vita su uno schermo di 9’’, all’orologio che, oltre all’ora esatta, ci comunicherà anche il nostro tasso di zuccheri nel sangue.
Apple Macintosh´s Superbowl Advert - 1984 [ Ridley Scott ]