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Dal design accattivante ed essenziale, l’innovativo macchinario prodotto dall’azienda di Cupertino è in grado di disassemblare gli smartphone nei loro singoli componenti che così possono essere riutilizzati per costruire nuove apparecchiature elettroniche, con innegabili futuri benefici per l’ambiente
Ha fatto la sua entrata in scena in diretta mondiale durante l’evento di presentazione dei nuovi prodotti Apple avvenuto lo scorso 21 marzo. Formato da 29 moduli robotici autoportanti è in grado, per ora, di smembrare - con movimenti fluidi, eleganti ed estremamente precisi - un iPhone 6S in soli 11 secondi, separando i singoli componenti che vengono riposti in differenti rispettivi scomparti: cobalto, litio, tungsteno, oro, rame argento e platino. L’argento del display può essere così riutilizzato per la realizzazione di pannelli solari, mentre il tungsteno può servire per produrre strumenti di precisione. Liam è il frutto di tre anni di lavoro condotto in gran segreto da parte di due distinte equipe: un gruppo di ingegneri creato ad hoc che ha 'disegnato' il macchinario e un secondo team di Apple che ha scritto codice per il disassemblaggio. Attualmente installato nei pressi del quartier generale di Apple in California, il macchinario è in grado di smembrare 1,2 milioni di iPhone all’anno. Se si considera che solamente nel 2015 sono stati venduti circa 231 milioni di smartphone Apple, risulterà evidente la natura degli sforzi che nei prossimi anno dovranno esser compiuti al fine di poter giungere a riciclare l’intera produzione di iDevice oggi sul mercato. A questo proposito, il prossimo passo in programma prevede l’istallazione di un secondo macchinario sul territorio europeo. L’invito per i consumatori è quindi quello di riconsegnare gli apparecchi obsoleti e non più funzionanti presso i centri autorizzati ricevendo in cambio sconti per l’acquisto di un nuovo modello. Liam rientra nel programma aziendale 'Apple Renew' che ha tra i suoi obbiettivi finali quello di giungere in pochi anni ad alimentare gli impianti di produzione e i punti vendita sparsi nell’intero globo attraverso le sole fonti di energia rinnovabile. Attualmente questa quota sarebbe stata raggiunta già negli Usa e in altri 23 Paesi. Dopo decenni di sprechi e disastri (vedi la discarica di e-waste di Agbogbloshie in Ghana) l’esempio di Apple è il segno di un cambiamento, invero già in atto, verso una concezione più ecologica della produzione industriale. La svolta green del colosso californiano, giunta dopo anni di dure critiche per l’uso di sostanze tossiche come il Pvc (ormai da tempo rimosse), ha incontrato i favori di Greenpeace, che in un recente report ha eletto Apple azienda leader nell’utilizzo di energia rinnovabili per i suoi datacenter. Di seguito riportiamo il video illustrativo del funzionamento del robot.