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Questo il titolo della mostra tattile itinerante concepita e sviluppata in collaborazione con l’organizzazione 'Informatici senza frontiere Onlus': una serie di opere tridimensionali che vanno esplorate con le mani e mediante la guida di musica e parole. Un’esperienza di fruizione dell’arte che unisce e pone sullo stesso piano vedenti e non vedenti
L’iniziativa è stata presentata lo scorso 23 luglio presso il Centro studi e ricerche Sergio Fontana di Canosa di Puglia (Ba), un appuntamento rientrante nella rassegna 'Visioni di p(Arte)' promossa dalla locale associazione culturale 'Libera…mente'. Ne è curatrice Emanuela Ferri, mentre le opere sono firmate da Giovanni Pedote aka GIOPE, un pitto- scultore autodidatta di Polignano a Mare. I quadri realizzati da quest’ultimo sono accostabili a dei bassorilievi con gli elementi della composizione leggermente aggettanti e presentano stilemi assimilabili alla manifestazioni artistiche primitive e orientali. Dopo esser stati bendati, si indossano le cuffie e si viene dotati del dispositivo che, sfruttando un software basato sulla tecnologia NFC (comunicazione in prossimità) sviluppato da Informatici senza frontiere, consente di accedere alla traccia audio relativa. Solo allora si viene condotti di fronte ai quadri e ha inizio l’esperienza mulltisensoriale. La 'voce-guida', infatti, racconta l’opera e guida il fruitore alla ricerca dei particolari della scena. Le dita si muovono, esplorano la materia alla ricerca dei soggetti descritti. Al termine di ogni quadro, una corda posta sotto la cornice dell'opera conduce a quella successiva. Una volta concluso il percorso di visita, il normovedente ha modo di osservare le composizione. Si manifesta così la profondità di questa preziosa esperienza. Ci si rende conto, in parte ovviamente, di come debba essere la vita dei disabili visivi, quali sono gli modalità con cui essi scoprono il mondo attraverso l’uso delle mani e dell’udito o di quanto questo esercizio possa essere in realtà complesso e richieda molta pratica, potendo poi solamente immaginare come il non vedente elabori nella sua mente i dati in questa maniera ottenuti. Per noi di Pim è stata un’esperienza 'straniante': al buio cambia la percezione dello spazio, delle distanze tra gli oggetti e delle loro stesse dimensioni. In alcuni momenti è apparso alquanto complicato rintracciare le forme descritte dalla 'voce-guida', segno di una scarsa pratica all’uso del tatto e dell’immaginazione, invece, fortemente sviluppati nei non vedenti. Unica nel suo genere, l’esposizione 'Sensoltre' rientra in una serie di iniziative sparse per il globo che da decenni ormai, mediante la tecnologia, si prefiggono lo scopo di consentire ai non vedenti di poter godere anch’essi della meraviglia delle opere d’arte. Basterà a titolo esemplificativo citare il 'Progetto Omero' del 2006, realizzato dall’Issia in collaborazione col Cnr di Bari, oppure 'Hoy toca el Prado', la mostra per ciechi e ipovedenti da poco conclusasi nella capitale spagnola, a sua volta parte del programma 'El Prado para todos'. In tale occasione, il museo ha realizzato versioni tridimensionali di alcuni tra i più celebri capolavori dell’arte occidentale. Le figure, altrimenti bidimensionali, sono così in rilievo e possono essere indagate con le mani o tramite il supporto di un’audioguida.