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1 Aprile 2025

M - Il figlio del secolo (2)

di Maria Chiara D'Apote
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M - Il figlio del secolo (2)

La serie tv che narra l'ascesa al potere di Benito Mussolini: ultimi cinque episodi

La violenza delle camicie nere ormai terrorizza le istituzioni. Mussolini capisce che, invece di fermarla, è il momento di sfruttarla fino in fondo e decide di organizzare la Marcia su Roma, convinto di non avere alcuna possibilità di riuscita. Sorprendentemente, Mussolini riesce a ottenere anche di più: diventa capo del governo. Il leader romagnolo, dunque, arriva al potere, ma non è abbastanza: vuole nuove elezioni con una nuova legge elettorale, che gli assicuri numeri schiaccianti in parlamento: la legge Acerbo. Il segretario del Partito popolare italiano, Don Luigi Sturzo, prova a sbarrargli la strada, ma Mussolini, in cambio di concessioni alla Chiesa di Roma, ne ottiene la cacciata. La legge Acerbo consente a Mussolini, con un quarto dei voti, di ottenere un potere assoluto. Intanto, a sua insaputa, alcune camicie nere fanno massacrare Don Minzoni. Per assicurarsi la vittoria elettorale, Mussolini apre le liste del Pnf a politici di qualsiasi formazione. Pur di essere rieletti, molti abbandonano le forze politiche originarie per salire sul 'carro del sicuro vincitore'. Ma Forni, un carismatico e autorevole capo fascista, si ribella in nome della purezza del movimento. Mussolini, temendo di perdere il voto dei suoi, lo fa massacrare a bastonate. Dopo la vittoria, la situazione diventa improvvisamente drammatica: il deputato socialista Giacomo Matteotti, il 30 maggio 1924 denuncia violenze e brogli da parte delle camicie nere e chiede l'annullamento delle elezioni. Cesare Rossi riferisce anche a Mussolini che Matteotti si prepara a rivelare un grave caso di corruzione che coinvolgerebbe lo stesso Mussolini. Il duce ordina che Matteotti venga fermato. E quest'ultimo viene ucciso e il suo cadavere occultato. La scomparsa del deputato socialista prima e il ritrovamento del suo cadavere sconvolgono il Paese, scatenando indignazione e sospetti. Le indagini dimostrano il coinvolgimento diretto di uomini fidati del duce: il fascismo e il suo capo sembrano ormai sull'orlo del collasso. Ma la Storia ha saputo ancora una volta sorprenderci: Mussolini, per consolidare ulteriormente il suo potere, si assume la responsabilità morale dell'assassinio con un discorso epocale in parlamento, che porterà all'inizio di una dittatura che durerà per vent'anni.
 
Ascesa teatrale e ascesa del duce

I tempi dei comizi presso i piccoli teatri di periferia, urlati agli arditi e ai menomati di guerra, sono ormai lontani. Il duce ha fatto carriera e il Teatro Regio di Napoli è ormai colmo di milizie che, in assetto di marcia in direzione di Roma, mettono in fuga la cantante lirica vestita da Turandot. Il dado ormai è tratto: Mussolini/Marinelli infuoca gli astanti, marciando da Napoli verso la capitale.
 
Il montaggio alternato, citazione di ‘The Untouchables’ di Brian De Palma
Mussolini /Marinelli, pronto a fuggire all’estero, raggiunge la sua amante a teatro e le confida di temere di essere arrestato. Margherita Sarfatti gli ribadisce che "il vero uomo futurista non teme mai l’arresto". Il pubblico del teatro applaude l’inizio dello spettacolo e, mentre il duce sproloquia su quanto sia un uomo per bene e "intoccabile" (al pari dello spietato Al Capone/Robert De Niro di 'The Untouchables', ndr) il montaggio alternato svela gli assalti e gli omicidi dei camerati.

La monarchia tentennaM_Il_figlio_del_secolo_2.jpg
L’esercito si prepara ad attaccare la sede de 'Il Popolo d’Italia' dove sono asserragliati Mussolini/Marinelli, la Sarfatti e Rossi, ma manca la firma del re sul decreto regio. La musica da 'rave' fa da contrappunto alla sequenza delle camicie nere che avanzano nei corridoi del Palazzo Reale. Spaventato da quella terrificante visione immaginifica, Vittorio Emanuele III, interpretato da Vincenzo Nemolato ('La chimera'; 'Tutto chiede salvezza' e 'Supersex', ndr) non firma il decreto e così si compie il destino d’Italia. Significativa l’inquadratura dell’inchiostro che cade sulle regie carte e si spande, come un presagio di morte. Dal canto suo, Mussolini/Marinelli può liberamente tornare in parlamento e dire, sempre a favore di macchina da presa, che "la democrazia è in vita per sua per gentile concessione".

Lo scambio del treno
La macchina da presa riprende il movimento del treno sul quale viaggiano Mussolini/Marinelli e la Sarfatti: è lo stesso lussuoso scompartimento dove cenò il primo ministro italiano, Luigi Facta. Ora, però, la direzione è opposta: quel treno per la libertà è perduto.

C’è balcone e balcone
All’inizio del settimo episodio, la macchina da presa inquadra di spalle Mussolini/Marinelli e Rachele affacciati al balcone della loro abitazione in campagna: i colori sono tenui e richiamano i dipinti romantici di fine ottocento, ma i dialoghi non sono pacati e il duce lascia la madre dei suoi figli in malo modo, per ricevere l’incarico dal re, Vittorio Emanuele III.

Uso narrativo della fotografia: il colore rosa per il regime acquisito
La fotografia rosé occupa tutto lo spazio filmico: Mussolini/Marinelli e il suo fido Rossi fanno flessioni e si muovono come due attori del cinema americano (citazone di Gianni e Pinotto, i due comici statunitensi degli anni trenta del secolo scorso). Il rosé di regime diventa uniforme quando il duce parla alla Sarfatti come in una qualsiasi commedia hollywoodiana: la medaglia onorifica donata dal re, sembra quasi la collana di un boss dei Casamonica.

Effetto cinema nel cinema: la scenografia fa da schermo
Le immagini di repertorio dei comizi sono proiettate sulla scenografia degli interni: la macchina da presa riprende gli interpreti di schiena e li fa diventare meri 'spettatori', in un gioco illusionistico molto efficace.

Mussolini e il suo doppio: comincia il soliloquio
Mussolini/Marinelli
si separa anche dalla Sarfatti e le dice di non aver più bisogno di lei. E comincia a declamare con sé stesso: “Guerra, guerra, guerra”.

Delitto senza castigo
L'impianto teatrale si certifica con l'ingresso della moglie di Matteotti, Velia Titta, interpretata da Elena Lietti ('Il Miracolo'; 'Anna'; 'Il sol dell’avvenire'; 'Siccità', ndr) che a Palazzo Venezia entra dai parodoi (corridoi laterali, ndr) come l’eroina di una tragedia di Eschilo. Il duce, ossessionato dalle mosche (chiarissimo richiamo a un cadavere in putrefazione, ndr) che invadono le stanze, vede fantasmi ovunque. Nonostante sia sull’orlo di una crisi di nervi, lui tirerà dritto: “Me ne frego”! Chiusura spettacolare del film-tv, nelle ultime sequenze.

Lode di merito
Tra le produzioni seriali, 'M – Il figlio del secolo' è una serie che si discosta dalla norma. Rispetto alle produzioni destinate alle piattaforme on-demand, merita un plauso per il tentativo, riuscito, di sperimentazione e le citazioni sono colte. Prodotta da Sky Studio e Lorenzo Mieli per 'The Apartament', in coproduzione con 'Pathé', la serie è alquanto fedele al romanzo di Antonio Scurati, vincitore del Premio Strega. La direzione di Joe Wright, regista di capolavori come ’Espiazione’, ’L’ora più buia’ e ‘Orgoglio e pregiudizio’, ripercorre la Storia di un’Italia "grande proletaria d'Europa", facilmente piegata dalla dittatura e quella di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle proprie ceneri: dalla fondazione dei Fasci di combattimento nel 1919, alla presa del potere. La narrazione intreccia efficacemente Storia, politica e vita privata di Benito Mussolini, in particolare nelle sue relazioni con le due 'figure-chiave' della sua vita: la moglie Rachele Guidi e l’amante, Margherita Sarfatti. La trama culmina nel drammatico discorso di Mussolini in parlamento del 3 gennaio 1925, dopo l’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, che segnerà la definitiva svolta autoritaria del regime.

Cast, attori e personaggi
Luca Marinelli:
magnifico interprete di Benito Mussolini, sia come eccellente giornalista e direttore de 'Il Popolo d’Italia', sia come stratega politico. Ha una moglie, Rachele, quattro figli e un’amante. Ma la sua unica vera creatura è il fascismo; il suo più grande amore è se stesso. Divenuto prima deputato e poi primo ministro, avviene la mutazione, ben comunicata dall’attore Marinelli: il duce del fascismo non esita a usare la violenza e a tradire chiunque, pur di emergere.

Benedetta Cimatti (Rachele Guidi Mussolini): figlia di contadini romagnoli, cresciuta in miseria e semianalfabeta, Rachele è la compagna privata del leader e la madre dei suoi figli. Per molti, quella della Cimatti è l’interpretazione più convincente. Nonostante mal sopporti i tradimenti del marito, rimarrà sempre al suo fianco e sarà sempre, per lui, l’unico vero 'porto sicuro', dove fare ritorno nei momenti più oscuri. 

Francesco Russo (Cesare Rossi): fascista della 'prima ora' e 'braccio destro' di Mussolini, il fidato Cesare Rossi è un brillante giornalista e consigliere personale del duce. La sua intelligenza e il suo aspetto insospettabile nascondono una grande crudeltà. Fedele al duce, viene coinvolto in crimini violenti, giocando un ruolo determinante nella crescita del fascismo.

Barbara Chicchiarelli (Margherita Sarfatti): donna dell’élite culturale, milanese ed ebrea, Margherita Sarfatti è l’amante sensuale che vede in Mussolini una radicalità irresistibile, diventando la sua confidente più intima. Se in pubblico lo supporta e lo loda, in privato gli fornisce consigli e lo guida. Il suo 'sogno' è diventare la 'madrina' dell’arte italiana al fianco del duce. 

Lorenzo Zurzolo (Italo Balbo): figlio della piccola borghesia e veterano della Grande Guerra, l’irruente Italo Balbo diventa uno dei capi delle squadre fasciste ferraresi. Con la sua spietatezza, emerge come una delle figure centrali del movimento, ideando metodi di tortura come l'olio di ricino e creando nuove forme di violenza da portare nelle strade.

Gaetano Bruno (Giacomo Matteotti): deputato e leader socialista originario del Polesine, l'onorevole Giacomo Matteotti rappresenta il simbolo della lotta contro le ingiustizie sociali. Venerato dai contadini poveri e odiato dalla classe dirigente, diventa il principale ostacolo di Mussolini verso il potere assoluto. Il suo coraggio lo porterà a sfidare direttamente il duce con tragiche conseguenze: sarà assassinato dai fascisti.

Paolo Pierobon (Gabriele D’Annunzio): poeta-soldato, esteta e seduttore, Gabriele D’Annunzio è una figura complessa e, al contempo, mitica. Celebre per le sue gesta eroiche durante la Grande Guerra e per le sue opere letterarie, è visto come una minaccia da Mussolini, l’unico in grado di metterne in discussione la leadership e in grado di condizionare la fase di creazione stessa del fascismo.
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NELLA FOTO QUI SOPRA: LUCA MARINELLI NEI PANNI DI UN CONVINCENTE BENITO MUSSOLINI


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
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