Le vicende del giornalista Saverio Lamanna richiamano alcune caratteristiche del carismatico commissario di Vigata: una Sicilia mozzafiato che ci riporta in un’Italia forse più lenta, ma dalle abitudini più sane
A far battere i cuori delle telespettatrici italiane, questa volta non è il carismatico commissario di Vigata, bensì un intraprendente giornalista siciliano. Parliamo proprio di lui, Saverio Lamanna, interpretato dal bravo Claudio Gioé, nonché protagonista dei romanzi di Gaetano Savatteri e, in particolare, di Màkari, la fiction trasmessa su Rai 1, ormai giunta alla sua terza stagione, per la regia di Michele Soavi. Proprio in questi giorni è possibile rivederne le repliche e apprezzarne l’estrema originalità. Nonostante sia possibile scorgere alcuni tratti in comune con il più famoso sceneggiato televisivo, ‘Il commissario Montalbano’, numerosi sono i suoi punti di forza. In primis, l’ambientazione in una Sicilia dalla bellezza mozzafiato, in particolare, nel villaggio di Macari, frazione di San Vito Lo Capo (Tp). Attraverso questa fiction abbiamo avuto la possibilita’ di apprezzare il pregio naturalistico di una località pressoché sconosciuta, poiché non presa d’assalto dal turismo di massa. La tranquillità di questi luoghi, immersi in una natura rigogliosa e selvaggia, fa da sfondo alla storia d’amore tra Saverio Lamanna, ex portavoce del ministro dell’Interno, deciso a ripartire da zero proprio a Macari e Suleima Lynch, giovane e attraente studentessa di architettura, nonché inserviente stagionale presso un ristorante del posto. La loro profonda complicità e la riscoperta del legame paterno da parte del protagonista tratteggiano un universo di relazioni umane che forse, nell’epoca attuale, sembra in gran parte perduto. L’atmosfera del racconto ci riporta alle opere cinematografiche di Lina Wertmuller e al teatro di Eduardo De Filippo. Soprattutto, ci trasporta in un’Italia dai ritmi più lenti e dalle abitudini sane, che forse non immaginavamo esistesse ancora.
Questi sono i pregi per i quali tale esperimento televisivo si distingue principalmente, più che il risvolto 'giallistico' delle vicende vissute dal suo protagonista. A dimostrazione che nell’Italia degli anni venti del 2000, pur nel caos di una televisione spazzatura c’è ancora spazio per la poesia. E c'è ancora chi è in grado di riconoscerla e apprezzarla.
QUI SOPRA: UNA FOTO PANORAMICA DI SAN VITO LO CAPO (TP)
AL CENTRO: L'OTTIMO PROFILO TELEVISIVO DI CLAUDIO GIOE'
IN APERTURA: IL PROTAGONISTA DELLA FICTION DI RAI 1 INSIEME ALL'ATTORE DOMENICO CENTAMORE