La gran parte degli italiani, si ritrova la sera davanti alla televisione, intercetta i programmi, qualsiasi tipo di programma, senza rendersi esattamente conto di quello che può accadere nella propria mente quando si prende l'abitudine a vedere troppa televisione. In effetti, questo mezzo è diventato, anche quando apparentemente ci fa credere di fare informazione, un luogo reale nel quale vendere le proprie idee che passano come geniali, importanti e realmente condivisibili.Il sapere, ossia la conoscenza di qualche cosa che riguarda la realtà, prevede un processo della mente che richiede oggi una certa competenza iniziale e soprattutto un atteggiamento mentale che io definisco: prudenza cognitiva.
È ovvio che la televisione può anche rimanere spenta e questa scelta ci dà la possibilità di scoprire che esistono libri, DVD e Internet, e piacevoli conversazioni con gli amici in grado di offrire qualcosa di più produttivo per la mente umana. E questo in generale, senza fare riferimento a qualche programma in particolare, né alla relativa bravura dei protagonisti televisivi; si tratta di un ragionamento preventivo e salutare, per il mantenimento di qualche zona del proprio cervello ancora in vita, combattendo contro quelle raffinate e ben studiate forme di anestetizzazione mentale che da qualche decennio la comunicazione mediatica televisiva, organizza attraverso i nostri schermi.
Inoltre, quando vi sono manifestazioni di questo genere, la questione della drammatica situazione in cui versa il Paese ci appare persino ridicola, e ad un tale punto da indurre qualche benpensante come me che si tratti di una farsa nella farsa, e che, in fondo, le difficoltà siano solo un altro modo per agevolare qualcuno in grado di trarre vantaggi economici ancora più elevati dalle circostanze.
Infine, la tendenza ad urlare le vicende più disparate come fossero fenomeni nuovi e mai scoperti sino ad allora, va, appunto, contro quella prudenza cognitiva che lo spettatore deve possedere per scoprire dove sta il trucco, ossia quale sia il reale motivo per cui alcune notizie vengono trasmesse e passate in televisione solo in alcuni periodi dell'anno, oppure quando accadono in concomitanza ad altri avvenimenti. In sostanza, dovremmo tutti imparare a capire perché un certo programma parla di alcuni fatti che accadono nel mondo ed un altro programma, di fronte agli stessi eventi, non ne parla affatto. Oppure, dovremmo capire perché alcune tematiche possono essere frutto di satira politica mentre altre sono frutto di messe in scena circensi (vecchie,stancanti, banali e persino tristi quanto meschine) come se questa nazione si fosse ridotta, senza offesa per i circhi, a un insieme di animali in gabbia che vengono fatti uscire per mostrarne al mondo la specificità del tutto ridicola.
Insomma, prima di affrontare la visione di qualsiasi programma, e specialmente di quelli che possono suscitare il nostro interesse, prendiamo l'abitudine di documentarci almeno un poco autonomamente, oppure, se non ne abbiamo il tempo, proviamo a riflettere su quanto abbiamo visto, magari stabilendo un fervido dialogo con gli amici, oppure leggendo qualche fonte bibliografica che riguarda il tema preso in esame.
Il tutto, sapendo che per prudenza cognitiva si intende quell'atteggiamento secondo il quale ogni informazione va considerata da tutte le possibili angolazioni, come se l'informazione stessa dovesse essere un pre-testo (ossia, in senso letterale, un testo che viene prima) alla vera informazione: l'idea che ognuno di noi è in grado di farsi circa un evento oppure una situazione, utilizzando quella capacità tanto denigrata oggi, ma che ha reso grande, una volta, la nostra Nazione, il buon senso comune. (www.affariitaliani.it)